Inflessibili
contro il G8
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Inflessibili contro il G8 Il G8 è
rappresentato da sette re e un imperatore, non è stato eletto
da nessuno e non risponde a nessuno, però prende decisioni fondamentali
economiche, sociali, militari ed ambientali. Attraverso esso, e gli
altri organismi sopranazionali (NATO, WTO, OCSE, FMI, BM ecc.), i padroni
del mondo impongono le loro politiche, abbattendo ogni regola per capitali
e merci, innalzando barriere contro la libera circolazione degli esseri
umani, incrementando i propri profitti e impoverendo sempre più
la stragrande maggioranza dell'umanità. E qui in Italia il liberismo capitalista opprime come non mai il lavoro salariato, legalizzando ogni tipo di lavoro nero, spezzando ogni difesa del lavoro subordinato, praticando tecniche produttive ipersfruttatrici, dal subappalto al cottimismo, a forme di vero e proprio schiavismo gestite da gruppi mafiosi. La precarizzazione, la massima flessibilità e insicurezza del lavoro, il sottosalario sono diventati la norma dappertutto. I padroni hanno ora a disposizione tanta forza-lavoro che può essere velocemente messa in opera e altrettanto rapidamente buttata fuori, senza costi o ostacoli normativi. E l'attacco violento al lavoro dipendente avviene anche tramite la privatizzazione dei servizi pubblici, l'aggressione alla natura pubblica della scuola e della sanità, il tentativo di trasformare in merce l'istruzione e la salute e di far diventare aziende sia le scuole sia gli ospedali, il furto delle pensioni. Questo pauroso arretramento sociale e politico è stato reso possibile dal passaggio completo del centrosinistra politico e sindacale dalla parte del capitalismo liberista: i padroni dell'economia hanno affidato la gestione del sistema a chi aveva dimostrato di saper cloroformizzare tanta parte dei lavoratori subordinati; ed ora Berlusconi cercherà di portare a compimento la distruzione di ogni resistenza da parte del lavoro dipendente. E' per questo che diviene cruciale il risveglio generale di coloro che sono sottomessi al dominio padronale, la riscoperta dell'antagonismo nei riguardi del Capitale e del liberismo, la ripulsa del lavoro salariato e del dominio del profitto come caratteristiche ineliminabili della società. E nell' immediato è decisiva la massiccia presenza del multiforme mondo del lavoro subordinato e del non-lavoro nelle mobilitazioni antiliberiste di Genova: pubblico impiego e industria, trasporti e servizi, il vastissimo mondo del precariato in tutte le sue forme, giovanile e non, i lavoratori immigrati, i disoccupati e gli studenti oramai apprendisti di un lavoro mentale ultraflessibile e senza difese.
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