Da   : Il manifesto del 20 novembre 1999, ultima di copertina.

Il manifesto appoggia, attraverso la sua campagna abbonamenti per il 2000, il progetto per la Banca di Germoplasma a Cuba.

"Quest’anno, ogni 500 abbonati, mettiamo 5 milioni di lire in una banca del cuore dei Caraibi. Ma non pensate al solito paradiso fiscale, è la Banca del Germoplasma di Cuba, il paradiso della biodiversità. Una banca che conserva un patrimonio immenso, come le risorse fitogenetiche e diverse specie vegetali. E dove ogni vostro contributo germoglierà davvero, perché diventa un seme destinato allo sviluppo agricolo cubano. In più tra chi si abbonerà entro il 31 dicembre verranno estratti due nominativi che vinceranno un viaggio per Cuba di una settimana".


Articolo pag. 3  - Il manifesto 20 novembre 1999-11-20 - Marina Zenobio

In una banca del germoplasma si conservano, sotto forma di semi o piante, le risorse fitogenetiche e le varietà genetiche (o biodiversità) dei vegetali : si studiano e migliorano sementi destinate allo sviluppo agricolo, si analizzano i parassiti e le malattie che colpiscono le piante per trovare la cura adatta.

Le risorse fitogenetiche, materia prima per lo sviluppo di nuove varietà di piante fondamentali per il presente e per il futuro dell’umanità, dovrebbero essere patrimonio di tutti i popoli. In 12.000 anni di agricoltura sono stati i contadini ad amministrare questa ricchezza, a costruire le prime banche di germoplasma naturali, selezionando varietà di coltivazioni adattandole alle condizioni ambientali ed alle necessità alimentari e sociali.

Dall’inizio di quest’ultimo secolo, con lo sviluppo dell’agricoltura industrializzata che ha favorito l’uniformità genetica, si è perso il 75 per cento della biodiversità vegetale. Oggi poche multinazionali - i grandi nomi della chimica, bioingegneria e agroindustria - controllano più dell’80 per cento della produzione, del trattamento e della commercializzazione di semi ibridi o risultato di ingegneria genetica. E insieme alle sementi, ai <pacchetti>, anche fertilizzanti e pesticidi. (La cosiddetta Rivoluzione Verde degli anni ’60 sancì inesorabilmente questo passaggio : doveva combattere la fame ha prodotto ulteriore dipendenza e distrutto migliaia di varietà di piante).

Dietro questa sintesi estrema si nasconde una terribile realtà : una decina di trasnazionali ha il potere di decidere cosa, come e a che prezzo i contadini di tutto il mondo possono seminare . E’ il ricatto della fame, una politica pianificata dalle agenzie finanziarie mondiali come Fondo Monetario Internazionale (FMI) e Banca Mondiale che concedono volentieri crediti agevolati, soprattutto ai paesi del Terzo Mondo per "favorirli" nell’acquisto proprio di quei semi, pesticidi e diserbanti e concimi. - Crediti "agevolati" che però per i popoli di quei paesi si convertono in parte di quel devastante debito economico che da decenni li mantiene soggiogati e sotto controllo.

Il progetto per la Banca del Germoplasma cubana è tra quelli che vanno contro questa logica. Da oltre cinque anni il Comitato di solidarietà "Carlos Fonseca" e la Ong Terra Nuova di Roma ne appoggiano lo sviluppo a Cuba, forse l’unico paese che possa oggi garantire uno sviluppo alternativo alla logica del profitto oggi imperante.

L’obiettivo dell’Inifat, l’istituto di ricerche cubano che cura e controlla lo sviluppo della Banca, è quello di arrivare a conservare, entro i prossimi dieci anni, 40 mila varietà di piante da raccogliere su tutto il territorio nazionale ricco di risorse fitogenetiche (attualmere ne conserva quasi 5.000) che verranno messe a disposizione per lo sviluppo agricolo dell’isola. Inoltre sta anche informatizzndo il Sistema di raccolta dati sulle ricerche portate avanti in questo settore dall’Inifat. Un materiale informativo che potrebbe tornar utile, domani, non solo al popolo cubano.

Nel suo insieme è sicuramente un progetto ambizioso e strategico in quanto auspica all’autosufficienza e prospetta lo sganciamento dalla dipendenza delle multinazionali.


Da Il manifesto, 20/11/99 pag. 3- Intervento di: Dr. Adolfo Rodríguez Nodals * Dr.ssa Zoila Fundora Mayor**

L’Inifat (Istituto cubano di ricerche fondamentali in agricoltura tropicale) è il centro di ricerche più antico dell’America ispanica. Nato nel 1904 come Stazione Centrale Agronomica di Santiago de las Vegas ha ottenuto, da allora, importanti risultati scientifici producendo notevoli conquiste economico-sociali nell’agricoltura cubana. Nel 1917 a dirigere l’Istituto fu chiamato l’agronomo genovese Mario Calvino e sua moglie, la botanica Eva Mameli, genitori dello scrittore Italo Calvino, nato nel nostro paese e al quale è stato dedicato uno spazio mostra nel nostro istituto.

Da questa antica stazione ebbe origine ciò che oggi è l’Inifat con i suoi 350 ettari distribuiti tra la Sede Centrale di Santiago de las Vegas e 4 Unità di produzione semi nelle province di Pinar del Rio, La Habana, Sancti Espiritu e Ciego de Avila. Il nostro compito è quello di contribuire ad incrementare i rendimenti di granaglie, oleaginose e ortaggi attraverso la creazione e il trasferimento di tecnologie e conoscenzi, sempre in considerazione delle sfide economiche, ambientali e sociali all’interno del nostro contesto nazionale. In questo senso si priorizzano le attività inerenti alle risorse fitogenetiche, oltre a quelle dei semi e dell’agricoltura urbana, di cui il nostro centro è il punto di riferimento del paese.

La Banca del Germoplasma dell’Inifat, fondata nel 1986 è la Banca centrale del Germoplasma di Cuba ed ha l’incarico di custodire le collezioni base di germoplasma degli altri 14 centri che fanno parte del Sistema nazionale di risorse fitogenetiche. Ma è anche la Banca dati che raccoglie e informatizza tutte le ricerche sviluppate dai nostri tecnici, agronomi, botanici, biologi, e centro di formazione scientifica degli specialisti del settore.

La nostra Banca conserva attualmente circa 4500 varietà di ortaggi, granaglie, oleaginose, piante da condimento e mediciali, frutti ed altre varietà di alto interesse economico, sotto forma di semi, in vitro o collezioni vive, che sono a disposizione dello sviluppo agricolo del paese e di altri paesi della Regione.

Da cinque anni si è sviluppata un’importante relazione solidaria tra Inifat, Comitato di Solidarietà "Carlos Fonseca" e Ong Terra Nuova di Roma. Ciò ha permesso di trovare soluzioni immediate per lo sviluppo della BdG, ma tanto c’è ancora da fare. L’opportunità che ci offre il manifesto e i suoi amici e amiche, che ringraziamo di cuore, è grande. Non solo per il contributo economico, ma soprattutto per lo stimolo a continuare nel nostro impegno consapevoli che la difesa e la protezione della biodiversità non è un problema che riguarda solo Cuba ma l’intera umanità. Vi aspettiamo a Cuba.

*Direttore INIFAT  ** Responsabile Banca del Germoplasma


SCHEDA   SU " TERRA NUOVA"   - Allegra Morelli*

Terra Nuova, Centro per il Volontariato e la Cooperazione Internazionale, è una Ong attiva dal 1969 nel campo della solidarietà internazionale. Promuove e realizza progetti di cooperazione in Africa e America Latina, ed al tempo stesso contribuisce a sensibilizzare la società italiana rispetto alle problematiche del sud del mondo con attività di informazione, comunicazione e di educazione allo sviluppo.

Terra Nuova è stata fra le prime organizzazioni ad essere riconosciute idonee ad operare dal Ministero degli Affari Esteri (Mae) ed ha recentemente aggiunto al suo status giuridico quello di Onlus. Le sue risorse provengono in maggior parte da finanziamenti pubblici (Ue e Mae) ed in parte da contributi volontari della società civile.

Terra Nuova però è anche un’associazione composta da socie e soci che contribuiscono ad un dialogo "allargato" sui temi di cui si occupa e alla continua verifica del suo operato. Le sue attività progettuali si svolgono sia in area rurale che urbana e si è specializzata su alcuni temi specifici della solidarietà internazionale come l’educazione interculturale bilingue e le coltivazioni ecosostenibili. Le azioni privilegiano i gruppi più vulnerabili: l’infanzia a rischio, donne discriminate, piccoli produttori rurali, operatori dell’ "economia popolare" in ambito urbano, popolazioni indigene che vedono minacciata la loro identità culturale.

Due elementi caratterizzano le attività di Terra Nuova: la partecipazione delle comunità locali fin dal momento dell’identificazione di un’area di intervento e della sua concezione e la promozione di processi di sviluppo che mirino all’auto-sostenibilità e/o alla riabilitazione successiva a situazione di crisi.

La sfida consiste nel complesso tentativo di cooperare con le comunità locali del Sud del mondo per contribuire a trovare una "nuova terra" ovvero dei modelli di sviluppo che consentano una migliore qualità della vita tramite il raggiungimento di una maggiore equità sociale, nel rispetto delle culture e dell’ambiente, con particolare attenzione all’utilizzo sostenibile delle risorse naturali e alla loro corretta gestione e conservazione.

*Presidente Terra Nuova (tnuova@cambio.it)


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