LETTERA DI UNA COMPAGNA FEMMINISTA
DETENUTA NEL CARCERE DI REBIBBIA

12.11.2001

Il clima repressivo ed inquisitorio che si respira in Italia sta raggiungendo apici cosi' alti che e' giunto il momento di tirare le prime somme dei risultati che questo governo, paragonabile al buio ventennio fascista, ha raggiunto!
Compagni e compagne finiscono in carcere con pesanti accuse, che vanno dalla partecipazione a manifestazioni contro la guerra in ex Jugoslavia e di chi porta solidarieta' attiva in questo paese devastato, passando per la brutale repressione della contestazione al G8 a Genova - con tutto quello che i manifestanti e le manifestanti hanno subito pagando fisicamente e legalmente questo importante incontro di protesta internazionale - arrivando alla dozzina di compagne e compagni indagati per terrorismo, il tutto contornato dal famoso processo Marini svolto e concluso nell’aula bunker della capitale in cui sono piovuti decine di anni sulla testa di tutto il movimento anarchico!
Qualsiasi evento politico caratterizzato dall’antagonismo sociale, oggi in Italia viene ritenuto sovversivo e pertanto criminalizzato arrestando i presunti colpevoli grazie all’efficiente lavoro dei Carabinieri dei Ros, e dall’ ineffabile, preciso e puntuale lavoro della Digos. Ma il loro lavoro, cosi' chiamato, altro non e' che uno sporco gioco di basso calibro, in quanto puntualmente vengono perquisite, indagate, arrestate e inquisite persone note da molto tempo a questi signori, note per il loro costante impegno politico attivo contro lo stato di cose presenti, per l’occupazione di spazi abbandonati, per l’occupazione di case, per la lotta contro il fascismo, il sessismo e il razzismo, a fianco dei popoli in lotta per l’autodeterminazione, contro ogni tipo di sfruttamento, pronte a scendere in piazza tutte le volte che lo hanno ritenuto opportuno, note per l’appartenenza ai collettivi femministi, note perché all’interno del movimento di liberazione animale - che tra l’altro proprio in queste ultime settimane si è visto privato di un compagno, morto in uno sporco carcere inglese... - note perché sono per l’abbattimento di tutte le carceri!
Queste note persone hanno un’identita' politica che rivendicano, identita' conosciuta fotografata filmata e relazionata da questi scienziati del crimine e del terrorismo. Ed ecco che dopo qualche anno di varie ricerche su fatti che hanno riportato a far tremare l’Italia, viene chiesto un resoconto da chi di dovere del lavoro svolto dagli 007 nostrani, e dato che il loro lavoro è nullo, ma il ricco stipendio che percepiscono no, bisogna pur incriminare qualcuno, trovare subito i capi espiatori da poter condannare e gettare i loro volti e dati personali su giornali televisioni e radio, ma soprattutto in carcere! Bisogna iniziare a chiudere un cerchio per poter applaudire al loro sporco e ignorante complotto che ha visto coinvolti più di 50 compagne e compagni e per alcuni scatta l’accusa di attività e associazione sovversiva!
E così il grande e tendenzioso scoop del responsabile della Digos Gabrielli Franco viene premiato con un altro arresto (quanti ancora?) datato 12 Novembre 2001, ma principalmente per il gradino che è stato salito dimostrando che l’Italia è al pari passo con gli altri paesi dell’Unione Europea, tra le prime fila della lotta al terrorismo; con lo squallido seguito di quattro giornalisti da strapazzo che arricchiscono quella miseria con titoli ed articoli agghiaccianti, foto e curriculum vitae dei presunti sospettati. Per il resto ci pensano i vari boia della legge, quelli che sostengono che la legge è uguale per tutti. Inutile commentare questo falso storico conoscendo le beghe del paese in cui viviamo, ma forse è meglio velocemente ricordarlo anche per i compagni e le compagne d’oltralpe e d’oltreoceano, ricordare da chi il bel paese è guidato: dalla mafia di Cosa Nostra, in cui la maggior parte dei presidenti del consiglio hanno avuto e continuano ad avere a che fare con vari e noti esponenti mafiosi; e cito qualche esempio, come il famoso ed inequivocabile rapporto tra Toto Riina e Andreotti Giulio (oggi senatore a vita), i frequenti incontri nei covi, quelli veri, di Berlusconi Silvio (oggi presidente del consiglio) ad Arcore, dove nei suoi covi/stalle si intrattiene con il noto mafioso Vittorio Mangano, come molti loro amici, tra cui Giovanni Brusca, puntualmente affermano. Ma tutto ciò non è reato, perché se questi signori simbolo del potere italiano, e sottolineo se, vengono indagati, le accuse cadono concludendosi con quelle sporche assoluzioni fatte dalla loro complice magistratura e dal loro apparato giudiziario corrotto. Sporche assoluzioni, come quelle per i 12 dirigenti del Pertolchimico che sono stati ritenuti innocenti davanti all’omicidio volontario di 157 operai, ed un enorme disastro ambientale che la loro sporca industria ha prodotto grazie all’ innocuo velenoso e cancerogeno cloruro di vinile! Tutta questa non è retorica, ma è la realtà oggettiva.
Questa è l’ingiustizia italiana supportata e guidata dall’economia mondiale dettata dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, dove i padroni del potere internazionale del capitalismo non pagano mai di fronte alle loro barbarie, dove a pagare sono i proletari e le proletarie, i compagni e le compagne.
Paghiamo per il nostro dissenso a questo stato italiano di merda, paghiamo perché ci rifiutiamo di omologarci ed abbassarci ai loro modelli stereotipati di vita, paghiamo perché abbiamo degli ideali, paghiamo perché usiamo la testa, paghiamo perché siamo contro l’ingiustizia e l’impunità di tutti quei reati che lo stato ha commesso e continua a commettere - ultimo, l’intervento bellico in Afghanistan - paghiamo perché siamo noi a puntare l’indice contro chi ha la pretesa di volerci giudicare!
Ma noi la ricchezza ce l’abbiamo dentro e pagare non ci spaventa, ma soprattutto non ci fermerà, perché ognuno e ognuna di noi sarà sempre pronta ad alzare la testa e chiudere i pugni ogni volta che queste sottomerde cercano di colpirci chiudendoci la bocca e il corpo, ogni volta che provano ad annientarci.
Ci siamo e ci saremo sempre affinché ogni persona abbia sempre e comunque, in qualsiasi punto del mondo, la libertà di scegliere da che parte stare.
Con tutta la rabbia necessaria

una compagna femminista detenuta nel carcere di Rebibbia
Libertà per Mumia Abu Jamal
Libertà per tutti e tutte le detenute politiche del mondo