CLIMA GLOBALE
- JANAINA FIGUEIREDO - BUENOS AIRES
C on un elenco di buone intenzioni, ma scarse azioni concrete, è stata inaugurata ieri la quarta Conferenza mondiale sul clima. Una maratona negoziale tra oltre 3.000 delegati, provenienti da 180 paesi, che dovrebbe cercare di contenere il surriscaldamento del pianeta provocato dall'effetto serra, la cui causa è l'emissione di gas nell'atmosfera.
"Speriamo che le buone arie della nostra capitale portino fortuna a questa riunione", ha detto brilllantemente il capo del governo cittadino Fernando de la Rua dando il benvenuto ai partecipanti. Alla cerimonia di apertura era presente anche la ministra argentina dell'ambiente, Maria Julia Alsogaray la quale ha auspicato che la conferenza di Buenos Aires porti a nuove misure da applicare alla produzione industriale.
Secondo quanto sostengono i funzionari delle Nazioni unite, uno dei punti prioritari del programma di Buenos Aires riguarda lo sviluppo dei meccanismi stabiliti con il protocollo di Kyoto, firmato nel dicembre 1997. Tali meccanismi furono introdotti sotto la pressione dei paesi sviluppati, che volevano facilitare la riduzione del 5% dei gas di serra tra il 2008 e il 2012, fissata appunto nel protocollo. Un esempio è il cosiddetto "commercio delle emissioni" che permette ai paesi che riducono i gas più della soglia stabilita, di vendere ad altri paesi il proprio "credito". Questa iniziativa era stata duramente criticata dalle organizzazioni ecologiste che inoltre avevano chiesto un abbattimento delle emissioni del 20% entro il 2005. Ma poiché era necessario arrivare a definire un traguardo, alla fine la proposta fu accettata. La conferenza di Buenos Aires dovrebbe ora discutere come controllare questi meccanismi, e in che misura è lecito commercializzare le emissioni.
Il summit argentino dovrà anche decidere quale deve essere il ruolo dei paesi in via di sviluppo. Il protocollo di Kyoto non li obbliga a raggiungere determinate soglie di riduzione e loro hanno già fatto sapere di non essere disponibili a nessun tipo di impegno, nemmeno su base volontaria. Occorre tenere presente che nella maggior parte di questi paesi le emissioni sono molto più basse che nei paesi sviluppati. Tuttavia il governo argentino ha invitato a comprendere nel programma della conferenza anche il tema delle adesioni volontarie al protocollo sui gas di serra. Una proposta che non mancherà di provocare un dibattito con gli altri governi latinoamericani.
Il protocollo di Kyoto sarà giuridicamente vincolante solo quando sarà stato ratificato da almeno 55 nazioni, tra le quali quelle maggiormente sviluppate le cui emissioni rappresentano oltre il 55% del totale. Le Nazioni unite sperano di raggiungere questa meta nel 2001.
Ma al di là della polemica tra paesi sviluppati e meno sviluppati, tutti si sono impegnati a realizzare programmi nazionali per migliorare la situazione. La Convenzione sul cambiamento climatico è stata firmata sei anni fa: è venuto il momento di domandarsi che cosa è stato fatto. Formalmente le nazioni industrializzate hanno accettato l'impegno di ripristinare il livello di emissioni del 1990 entro il 2000. L'obiettivo sarà raggiunto con un taglio dell'8% per la Svizzera e la maggior parte dei paesi dell'Europa orientale e della Ue, del 7% per gli Stati uniti, del 6% per Canada, Ungheria, Giappone, mentre Polonia, Russia, Nuova Zelanda e Ucraina dovranno stabilizzare le proprie emissioni, la Norvegia potrà aumentarle dell'1%, l'Australia dell'8% e l'Islanda del 10%. Ma in molti dei paesi firmatari dell'intesa dal 1995 a oggi si sono registrati incrementi dei gas di serra, con la vistosa eccezione dell'Europa orientale dove la produzione dei gas è diminuita con il passaggio all'economia di mercato. Questo significa che molte nazioni dovranno in realtà tagliare più di quanto stabilito a Kyoto.
I paesi in via di sviluppo hanno raggiunto buoni risultati. Tra il 1992 e il 1996 l'India ha aumentato la sua capacità di generare energia eolica da 39 a 820 megawatt. In Cina l'energia rinnovabile rappresenta oggi il 25% del totale, e arriva al 50% in alcune regioni.
Molte sono le attività umane che potrebbero essere controllate per ridurre i gas di serra. L'anidride carbonica si produce bruciando i combustibili fossili e la legna, il metano e il monossido di azoto sono prodotti dall'agricoltura e da altre fonti. L'ozono della fascia bassa dell'atmosfera è prodotto indirettamente dagli scarichi delle auto. Secondo gli esperti la temperatura mondiale si innalzerà da 1 a 3,5% gradi nel prossimo secolo, con alterazioni ambientali drammatiche. Si tratterà del cambiamento più importante vissuto dalla terra negli ultimi 10 mila anni. Il livello dei mari salirà da 15 a 95 centimetri, inondando isole e zone costiere. Si diffonderanno le malattie tropicali, con periodi di siccità e incendi nelle foreste.Di fronte a questo panorama, Buenos Aires appare come un passo lungo un cammino negoziale che non si concluderà prima di due o tre anni.