Il Rinascimento Ciclistico
Guardandoci intorno nelle nostre città, vedendo come stanno modificandosi i nostri stili di vita, affrontando ogni giorno l'emergenza ambientale, sociale e sanitaria in corso, si può affermare che l'era della motorizzazione di massa è al collasso.
Gli albori di un rinascimento, noi, ciclisti/e urbani, li riusciamo a vedere. Sempre più persone riconsiderano quello che negli ultimi trent'anni era stato un tabù: utilizzare le proprie forze per muoversi. E invece riscopriamo che possiamo spostarci con più facilità e per gran parte dei nostri spostamenti quotidiani senza l'automobile.
L'automobile, la moto, il motorino ci avevano in questi anni ipnotizzato facendoci credere che non potevamo camminare per più di duecento metri e che andare in bicicletta fosse esclusivamente un divertente passatempo da praticare nelle vacanze o nei week-end.
Ma due guerre per il petrolio in 10 anni, uno stile di vita sempre più sedentario, dei costi di esercizio elevatissimi e, soprattutto, l'inefficacia nell'attuare la sua principale funzione ossia quella di farci spostare da una parte all'altra della città hanno portato molte persone in tutto il mondo a cercare alternative all'automobile.
Abbiamo
iniziato a fare i nostri spostamenti in bicicletta.
Era lì, abbandonata, utilizzata solo come "giocattolo", ma
obnubilati dal marketing dell'industria del motore e del petrolio, non potevamo
vederla. Fare 3, 5, 20 km in città con la bici era (ma per molti ancora
è) una follia che il nostro corpo, pensavamo, non avrebbe mai potuto
reggere. Abbiamo poi provato, il corpo reggeva, anzi..., eravamo veloci negli
spostamenti, "parcheggiavamo" non vicino casa... ma dentro casa, ci
divertivamo a girare e rivedere la città, i posti nascosti, suonare il
campanello per avvertire le persone che, noi, lì dietro, silenziosamente,
stavamo velocemente arrivando. Ci siamo ritrovati a scrutare il cielo per capire
che giornata sarebbe stata, tornare a vivere fuori dall'incubo ad aria condizionata.
Non rischiare di uccidere tutto quello che ci passa davanti.
Siamo tornati e tornate ad utilizzare la bicicletta per andare a scuola, al
lavoro, all'università, a fare la spesa a d incontrare gli amici, uscire
la sera... e ci piace molto.
Una
città da ridisegnare
La nostra è stata una scelta dal basso, mentre ci troviamo a cozzare
contro amministrazioni e soluzioni urbanistiche che oltre a privilegiare sempre
l'utilizzo del mezzo privato, con immenso inquinamento e spreco di risorse energetiche,
continuano a proporre "soluzioni" assolutamente inadeguate per cercare
di risolvere i problemi di mobilità traffico e inquinamento che affliggono
grandi e piccoli centri. Non saranno infatti parcheggi su parcheggi o raddoppi
di corsie a far scorrere il traffico, ma serviranno solo ad aumentare il problema
ambientale attirando nuove automobili fino alla saturazione.
Riusciamo ad apprezzare come ricchezza e bellezza delle strade NON la quantità
di automobili che ci sono o che le attraversano, ma al contrario la loro assenza
o la loro esiguità.
Lo spazio urbano vivo e vivibile è quello che riesce ad escludere automobili,
e motoriname vario. Uno spazio libero e sicuro che tiene fuori le auto tiene
dentro persone, bambini e animali che altrimenti sono esclusi e sacrificati
al dio automobile.
Perchè
una Critical Mass Intergalattica
Dal 2002 in Italia e da una dozzina d'anni a questa parte un pò in tutto
il mondo i/le ciclisti urbani si incontrano, l'ultimo venerdì di ogni
mese, e pedalano insieme cercando di comunicare e trasmettere alcuni messaggi
forti:
A Roma a fine maggio non bloccheremo il traffico, NOI SIAMO IL TRAFFICO!
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