Questa volta nessuna corrispondenza di guerrra ma solo una lettera d'amore
per tutte e tutti voi che mai ho sentito così vicino, e non parlo solo
dei e
delle più intime ma proprio a tutte e tutti sì perchè le
lettere e
telegrammi (128 ad oggi) provengono anche da uomini e donne, compagni e
compagne, fratelli e sorelle con cui non avevo rapporti per così dire
stretti e lo stesso vale per tutte le anime diverse che compongono il nostro
mondo di sogni e di speranze e devo essere sincero che non mi aspettavo
segni di affetto e vicinanza da alcuni di queste anime, di questi compagni/e
con cui non condividevo scelte e linee politiche ma con cui ho sempre
cercato il dialogo, criticando ed essendo criticato, ma sempre attivo nel
ricercare un'unità che ci renderebbe sicuramente più forti, mi
rendo conto
che ciò è impossibile o forse improbabile ma questo è sempre
stato e sarà il
mio sogno.
Mille e mille sono state le lacrime che ho versato in questi giorni sempre
pieni delle vostre parole scritte ed urlate. Ma molte di queste lacrime
erano anche per i miei compagni di cella a cui non arriva mai nulla o quasi
e vedere i loro occhi tristi ogni qual volta (tutti i giorni) arriva il
secondino e mi consegna la posta, mi fa male.
A volte lo sguardo degli occhi fa più male delle parole dette. Io ho
sempre
condiviso con loro le vostre parole di conforto e di lotta, dicendogli sì
che erano indirizzate a mio nome ma che erano per tutti.
Sto provando a rispondere a tutti e tutte ma non è facile un po' perchè
ogni
lettera mi costa molto a livello emozionale e di più perchè ogni
volta che
ho comprato francobolli e buste le ho distribuite a tutti quelli del braccio
che non ne avevano, quindi per ora ho deciso per questa lettera comunitaria
da cui ognuno e ognuna assimilerà, spero, una piccola parte dell'affetto
ed
amore con cui sto scrivendo, vi chiedo di leggerla in Radio in modo che
possa giungere il mio affetto ed il mio grazie.
Non preoccupatevi per me sto bene ( per quanto sia possibile), non ho
rimpianti, non mi piango addosso, sono quì per degli ideali insiti nel
mio
essere, nel mio vivere quotidiano.
Quì mi sento utile: aiuto i sudamericani a scrivere le istanze e le
domandine, cerco di fare uscire la verità da quaste mura cerco di dare
affetto ed appoggio a chi piange perchè non è fortunato come me
ad avere una
grande famiglia che mi appoggia, cucino e faccio la spesa per tutta la cella
ed a volte, per assurdo mi sento meglio qui (psicologicamente parlando) che
quando sto fuori, perchè mi sento utile per i più "deboli",
mi accanisco in
discussioni assai impegnative su argomenti tipo omossessualità e lesbismo
(qua tutti odiano o provano repulsione per questi uomini e donne ma poi alla
fine vanno tutti con i travestiti) cerco di fargli entrare in testa che le
prostitute sono schiave e non come pensano loro "puttane" che si divertono
e
guadagnano tanto.
Insomma come al solito il mio amore per il prossimo, per gli esclusi, per i
dimenticati supera quello per me stesso ed anche se ne pago le conseguenze
mi piaccio così.
Un saluto a pugno chiuso e cuore aperto- Pelo.