Appello per la liberazione di Alessandro Maria Rossi


Situazione giudiziaria

Alessandro Maria Rossi è stato tratto in arresto la mattina del 25.4.2001 nei pressi del quartiere S. Lorenzo in Roma.

Dopo aver accompagnato la sua convivente alla stazione Tiburtina, Alessandro è stato fermato dagli agenti di una volante della Polizia di Stato; nel corso della perquisizione della sua autovettura gli operanti hanno rinvenuto nel vano porta oggetti dello sportello anteriore destro un involucro contenente un grosso petardo.

Nell'immediatezza della perquisizione, poi estesa anche al domicilio di Alessandro, gli agenti della P.S. non hanno consentito al fermato di verificare effettivamente cosa contenesse l'involucro in oggetto, procedendo inoltre alla apertura del medesimo senza che fossero rispettate le garanzie di assistenza difensiva a queste operazioni.

Il successivo 28.4.2001, in esito all'udienza di convalida dell'arresto in flagranza svoltasi presso il Carcere Giudiziario di Regina Coeli, il Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Roma, dott. Croce, ha accolto le richieste della Procura della Repubblica applicando all'indagato la misura cautelare della custodia in carcere.

Sono stati ravvisati a carico di Alessandro gravi indizi di colpevolezza in ordine all'ipotesi di reato p. e p. dall'art. 435 C.P. (fabbricazione e detenzione di materiali esplodenti), nonostante allo stato non fosse stata ancora accertata la natura del materiale sequestrato a bordo dell'autovettura condotta da Alessandro, nonché tutte le esigenze cautelari previste dal C.C.P. per giustificare un provvedimento restrittivo, cioè il pericolo di inquinamento probatorio, il pericolo di fuga e la pericolosità sociale dell'indagato, valutate sussistenti in base a generiche formule di stile ed in deroga ai criteri fissati dal codice di rito.

Nella stessa sede la difesa di Alessandro aveva sollevato un problema di incompatibilità delle condizioni di salute dell'indagato con il regime penitenziario, sulla scorta della certificazione rilasciata da strutture sanitarie pubbliche presso le quali Alessandro è stato in cura per molto tempo, che attestavano in modo inequivocabile la suddetta incompatibilità: anche questa eccezione non è stata considerata nella ordinanza cautelare.

Avverso l'ordinanza è stato proposto ricorso al Tribunale della Libertà di Roma, contestando la legittimità della misura cautelare e sollevando nuovamente il problema delle condizioni di salute dell'indagato, tali da non consentire la sua permanenza in carcere: il 14.5.2001 il Tribunale adito ha confermato l'ordinanza cautelare, respingendo una ulteriore eccezione sulla perdita di efficacia della misura cautelare per motivi procedurali.

L'aspetto paradossale dell'intera vicenda è che in data 3/5/2001 il PM procedente, dottor De Siervo, ha conferito incarico ad un proprio consulente per accertare la natura delle sostanze contenute nell'involucro sequestrato ad Alessandro al momento dell'arresto: alla data odierna cioè non è stato ancora acquisito alcun elemento da cui desumere che effettivamente la condotta ascritta all'indagato integri gli estremi della fattispecie penale in contestazione.

Nel frattempo le condizioni di salute di Alessandro sono peggiorate, costretto a vivere da quasi un mese in una situazione che non gli consente di seguire le terapie prescrittegli dai suoi medici curanti.
Nel corso dei prossimi giorni un consulente medico della difesa di Alessandro relazionerà al giudice sulle problematiche che rendono urgente l'immediata scarcerazione di Alessandro, così come previsto dalle norme vigenti in materia di inapplicabilità della custodia cautelare in carcere per ragioni di salute.
E' necessario quindi assumere tutte le iniziative più opportune perché venga tutelato il diritto alla salute dell'indagato, accusato di un reato che al momento non è nemmeno ravvisabile.


Alessandro Rossi ( detto Pelo) è nel carcere di Regina Coeli dal 25 Aprile 2001

Fermato dalle forze dell'ordine mentre si trovava alla guida della sua macchina e perquisito su segnalazione della centrale operativa, dove risultava schedato come "elemento appartenente ai Centri Sociali" , è stato arrestato per il ritrovamento nell'auto di un petardo.
Sulla base di questa accusa Alessandro è sotto custodia cautelare in carcere da un mese, non gli è stato concesso il processo per direttissima ed il Tribunale della libertà ha rifiutato persino gli arresti domiciliari.
Denunciamo la persecuzione giudiziaria nei confronti di Alessandro di cui chiediamo l'immediata scarcerazione. Insieme alla liberazione di Alessandro rilanciamo una campagna di libertà che sappia contrastare nei suoi diversi aspetti l'attuale clima repressivo pericolosamente lesivo delle libertà democratiche. In questi ultimi giorni nel carcere di Regina Coeli due persone sono morte, una malata ricoverata nel centro clinico del carcere e una suicida, gli episodi di autolesionismo sono all'ordine del giorno e così le violenze quotidiane ai danni dei detenuti, su tutto questo chiamiamo ad esprimersi tutti quei settori della società che non accettano le scelte politiche ed economiche (neo)liberiste che da un lato producono sempre più miseria, disoccupazione, lavoro precario o al nero e sfruttamento e dall'altro sanno offrire come unica risposta carcere, frontiere blindate, territori militarizzati, sorveglianza e tecnologie di controllo. Chi mette in discussione questo sistema é anch'esso soggetto a rischio controllato e represso.
Succede che un immigrato per strada venga fermato, che gli vengano richiesti i documenti di soggiorno, e, se trovato non in regola, condotto in un centro di permanenza temporanea ed espulso; allo stesso modo Alessandro individuato come "appartenente ai centri sociali", è stato fermato, perquisito, spedito in carcere e lì tenuto in attesa di un processo.
Succede che tre persone vengono costretti agli arresti domiciliari per aver manifestato contro l'apertura di una sede fascista di Alleanza Nazionale
Esempi simili, con le dovute differenze, possono essere fatti per la bambina nomade sulla metropolitana, il giovane tossicodipendente, la persona povera nelle periferie urbane:
categorie a rischio per scelta o per necessità, da criminalizzare e sulle quali si dispiegano le politiche repressive.
Proponiamo per contrastare questa tendenza alcuni obiettivi concreti:

Porre fine al sovraffollamento delle carceri con provvedimenti di scarcerazione immediata e d'intensificazione delle misure alternative.
Dare il via ad una politica organica di depenalizzazione e decarcerizzazione.
Contrastare la cultura giustizialista e forcaiola riproponendo con forza che il carcere non deve essere una risposta ai problemi sociali.
No alla criminalizzazione delle istanze di lotta e politica.
Impedire la criminalizzazione dell'immigrazione.
Adottare politiche antiproibizioniste sugli stupefacenti ed interventi volti alla riduzione del danno.
Bloccare la criminalizzazione della devianza minorile.
Superamento delle politiche e dei provvedimenti repressivi emergenziali.
Ci rendiamo conto del grande cambiamento culturale associato all'idea di superamento della pena e valorizzazione delle libertà che deve aver luogo affinché queste idee diventino patrimonio di molti e di molte.
E' una sfida ardua ma entusiasmante,
quella che ci fa credere che questo mondo pieno di sbarre non è l'unico possibile.

RadiOndaRossa
Le adesioni a questo Appello si comunicano a
Radio Onda Rossa tel 06491750 fax 064463616 ondarossa@tmcrew.org


PELO

Pelo è stato arrestato il 25 Aprile, festa nazionale in memoria della liberazione dall'occupazione nazi-fascista, mentre un militante di Rifondazione Comunista veniva accoltellato dai fascisti a Porta San Paolo e la polizia caricava brutalmente una manifestazione antifascista nel quartiere di S.Lorenzo, le violenze della polizia portavano in ospedale per oltre un mese un giovane antifascista;
Pelo è stato identificato come uno appartenente ai centri sociali ed è per questo che l'accanimento nei suoi confronti è così pesante.
Alessandro è un uomo che ha sempre inseguito percorsi di solidarietà, di libertà ed è sempre stato impegnato come tutte e tutti noi nelle mobilitazioni e lotte al fianco degli oppressi.
Quello che è successo a Pelo poteva succedere a chiunque di noi.

Pelo deve uscire dal carcere, deve avere la possibilità di curarsi e di vivere la sua vita come sempre alla luce del giorno e non al buio di una cella!

Facciamogli sentire la nostra presenza, la nostra solidarietà, inviamogli telegrammi, cartoline e lettere al seguente indirizzo:
Alessandro Maria Rossi
Casa Circondariale Regina Coeli
Via della Lungara 29
00165 Roma

Venerdì 25/5/01 Assemblea cittadina al Forte Prenestino

Martedì 29 Maggio alle h. 17.00
"FUORI DA REGINA COELI"
manifestazione al faro del Gianicolo

questo mondo pieno di sbarre non è l'unico possibile