Tutte le esperienze e analisi sul sistema penitenziario nazionale ed internazionale al giorno d'oggi, portano ad una sola conclusione: "Fallimento". Queste analisi ci portano a considerare la necessità di aprire un ampio dibattito politico permanente dentro e fuori le carceri per una presa di coscienza comune; non abbiamo soluzioni immediate che possano risolvere d'un tratto il problema generale, abbiamo invece il compito di costruire percorsi collettivi che non si soffermino soltanto sugli interventi immediati (benché siano importanti per alleviare il disagio del sovraffollamento) ma che propongano un intervento politico a largo raggio sulla detenzione e che riescano a coinvolgere quelle fasce della popolazione che hanno qualcosa da ridire sull'attuale ordine sociale. |
Abbiamo maturata la convinzione che vada costruita una nuova figura di detenuto pienamente consapevole dei propri problemi e che si impegni per la critica e il superamento della concezione penitenziaria attuale. Quindi, signori miei, la morale che emerge è molto evidente e anche voi che ci ignorate altezzosi dagli scranni del parlamento dovete abbandonare ogni sorta d'ipocrisia, perché la realtà la conosciamo assai bene perché la viviamo sulla nostra pelle. Ma non siamo i soli a soffrire la nostra condizione, ci accompagnano centinaia di migliaia di persone: famigliari, amici e parenti assai superiore al fatidico numero dei 52.000 detenuti. Nostro impegno è quello di contribuire a formare un detenuto che sia persona consapevole della condizione di oppressione cui il sistema della giustizia lo sottopone. Ne consegue la necessità di organizzare il nostro malessere e la nostra rabbia in un organismo unitario che possa divenire gruppo di pressione, soggetto sociale attivo nella società democratica e pluralistica. Un soggetto che nell'immediato sia in grado di richiedere e conquistare i seguenti obiettivi: 1) Liberazione immediata dei detenuti afflitti da malattie incompatibili con la detenzione. 2) Depenalizzazione dei reati minori. 3) Eliminazione di tutti i provvedimenti che impediscono un'ampia applicazione della Legge Gozzini (dall'art. 4bis all'art.41bis) 4) Applicazione immediata e migliorata della legge Simeoni. 5) Facilitare l'espulsione dei detenuti stranieri. Siamo convinti che in assenza di queste piccole ma urgenti riforme, l'unico modo per "raffreddare" la situazione e ragionare con calma sul futuro, è essere quello di utilizzare il "vecchio metodo" di un condono generalizzato. Ci auguriamo di poter contare su di voi.
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Ulteriori notizie al piu' presto.