TUTTE LE CARCERI, TUTTE INSIEME


Da molti giorni è in corso nel Carcere di Rebibbia N.C. uno sciopero del vitto dell'amministrazione. Tutti i reparti sono coinvolti in questa iniziativa e quasi mille detenuti stanno scioperando.
In numero minore altri detenuti stanno rifiutando o limitando l'acquisto di prodotti alimentari al sopravvitto.
Più volte i giornali nazionali hanno esposto le nostre ragioni, qualche volta in modo esatto, altre volte in modo contraddittorio e poco chiaro. A ogni modo, è fuor di dubbio che le irresponsabili e provocatorie dichiarazione del Ministro Flick sono tipiche di chi non ha voglia di ascoltare .
In questo momento è importante che si evitino tutti gli equivoci possibili, essendo questa una buona occasione per allargare alle altre realtà carcerarie italiane l'iniziativa dello sciopero, secondo come i detenuti liberamente decideranno.
Da più di sette anni gli organi dello Stato a ciò predisposti si sono quasi del tutto dimenticati dell'esistenza della legge Gozzini, legge nata dall'idea di mettere ordine nelle carcere e di sedare i movimenti di giusta rivendicazione che si erano sviluppati negli anni precedenti alla sua entrata in vigore.
Adesso che le carceri si presentano come un territorio silenzioso dal quale si alza molto raramente qualche piccola protesta, ecco che la legge in questione viene disattesa e i Tribunali di sorveglianza ammettono ai benefici di legge un numero veramente ridicolo di detenuti.
Tutto ciò non può essere un caso.
La nuova classe politica, che aveva promesso mari e monti, e quindi aveva dichiaratio di non volere ripercorrere la strada della Prima Repubblica, non è stata in grado di produrre che il modesto tentativo della Legge Simeoni che solo se opportunamente modificata potrà fare uscire un certo numero di detenuti dalle carceri, oppure sarà una nuova mistificazione.
Da qui la grande incertezza nelle carceri riguardo questa legge.
Infine, si deve amaramente constatare che anche a Rebibbia N.C., continua l'ignobile prassi, di una parte della custodia, di applicare le legnate come metodo pedagogico.

Ecco perché abbiamo chiesto i seguenti obiettivi:

1) Un condono generalizzato di almeno tre anni.
2) L'applicazione immediata e migliorata della Legge Simeone
3) La depenalizzazione dei reati minori
4) La liberazione immediata per i detenuti afflitti da malattie
incompatibili con la detenzione in carcere
5) Abolizione dell'art. 4 bis che esclude migliaia di detenuti dalle misure alternative.

Pensiamo che sia necessario allargare la lotta su questi obiettivi, ma anche su altri che verranno dibattuti nelle diverse realtà italiane, al maggior numero di carceri. Questo perché solo allargando la partecipazione dei detenuti, si possono ottenere quei risultati che ormai non possono più essere rinviati.
Facciamo appello a tutti i movimenti sociali e a tutte le forze politiche che in passato si sono detti, spesso purtroppo solo a parole, vicini ai problemi dei detenuti, di restare questa volta al nostro fianco.

I detenuti del carcere di Rebibbia N.C. partecipanti allo sciopero



Tactical Media Crew