RIPRESA DELLE LOTTE E NASCITA DEI COMITATI DI LOTTA DEI PROLETARI PRIGIONIERI


Superato lo sbandamento iniziale i detenuti e i compagni si rendono conto della posta in gioco e riprendono le lotte:

"... Il significato di queste misure è chiaro: si tratta di rappresaglie!!... Di fronte a questo programma di autentico ‘genocidio politico’ non c’è che una scelta:
CONTRATTACCARE PER NON ESSERE ANNIENTATI!!
Ancora una volta la borghesia ha fatto male i suoi conti, se ha creduto, con l’istituzione delle ‘carceri speciali’ , di risolvere definitivamente il problema, perchè coloro che nei suoi desideri dovrebbero essere annientati diverranno gli affossatori di questo criminale regime carcerario. Chi ha paura delle ‘carceri speciali’? Non certo noi che vi siamo rinchiusi.
Abbiamo imparato a muoverci e a combattere anche su questo terreno ed abbiamo raggiunto un alto livello di unità e di forza..."(dal comunicato n.14 letto nell’aula della Corte d’Assise di Torino il 3 maggio 1978)

Calendario delle lotte - giugno 1978, Regina Coeli e Rebibbia in sciopero della fame per una "vera" amnistia che non escluda nessuno (difatti l'indulto del 78 esclude i reati che destano "allarme sociale");
- giugno 1978, carcere di Padova in lotta per un indulto senza esclusioni, per abolire i carceri speciali, contro i trasferimenti punitivi, per la piena attuazione della riforma carceraria;
- luglio 1978, Poggioreale (NA) sciopero per gli stessi obiettivi;
- luglio 1978, Modena: per mogliori condizioni di vita e sanitarie interne;
- luglio 1978, Bergamo: per migliorare il vitto e per l'assistenza medica;
- luglio 1978, Fossombrone: sciopero della fame per maggiore socialità e più ore d'aria;
- luglio 1978, 4 detenuti per chiedere l'avvicinamento ai familiari prendono in ostaggio 8 guardie, viene evitata per un pelo (ossia per il buon senso dei detenuti) la strage;
- agosto 1978, Asinara: rifiuto di rientrare nelle celle dopo l'aria per protestare contro i citofoni e i vetri divisori; per protestare concretamente contro le condizioni di isolamento vengono praticati dei buchi nei muri divisori tra le celle attraverso i quali è possibile passare, cosicchè la sezione Fornelli (massima sicurezza) diventa una sezione unica, consentendo il massimo di socialità.
- settembre 1978, Perugia femminile e Le Nuove (TO) femminile: per la completa attuazione della riforma e per le condizioni sanitarie;
- agosto- settembre 1978, Asinara, Cuneo, Fossombrone, Termini Imerese e Trani: i detenuti al colloquio rompono i citofoni per protestare contro quello strumento indegno;
- marzo 1979, Poggioreale (NA), Nuove (TO): i detenuti della sezione speciale protestano contro il trattamento differenziato;
- maggio 1979, Novara: i detenuti lottano per ottenere il riconoscimento del comitato di lotta; per rappresaglia vengono messi in celle di massimo isolamento senza finestre al buio e senza lenzuole e coperte;
- settembre 1979, Termini Imerese: rivolta contro il carcere speciale, i detenuti chiedono il trasferimento in istituti normali;
- ottobre 1979, Asinara: dopo ulteriori restrizioni in violazione anche delle norme i detenuti decidono la rivolta, distruggendo la sezione di massima sicurezza "Fornelli".

I Comitati di lotta (C d L)

Questo nuovo ciclo di lotte si accompagna alla costruzione dei Comitati di Lotta dei proletari prigionieri un po’ in tutte le carceri. Il Comitato di Lotta (C d L) ha voluto rispondere all’esigenza di organizzazione dei carcerati, organizzazione stabile e permanente non solo legata al momento della lotta che si scioglieva con la fine della lotta, come era stato fino ad allora.
Questa forma di organizzazione permanente nasce proprio nelle carceri speciali grazie al fatto che in questi carceri vi erano rinchiusi, oltre ai compagni, i carcerati più coscienti; ed anche perchè le condizioni cui si era costretti a vivere in queste carceri erano di scontro continuo con la custodia per evitare l’annientamento psico-fisico, vero obiettivo dei C.S.
I C d L erano formati da delegati di tutti i bracci, si cercava di coinvolgere anche i detenuti delle sezioni non speciali e della sezione femminile; per tuto il 79 e 80 rappresento, in molti carceri, la controparte reale ed operante rispetto alla direzione del carcere e alla custodia. Ovviamente non fu mai riconosciuto dalle direzioni carcerarie, ma la dove il rapporto di forza era a favore dei detenuti, anche l’istituzione carcerarie era costretta a farci i conti.
Ancora sui CdL: questi organismi, sviluppatasi sopratutto nelle C.S., riuscirà a rompere l’isolamento dei compagni e dei detenuti negli speciali che era il vero obiettivo per il quale erano stati progettati i C.S. e consentirà di realizzare un vasto ciclo di lotte, grazie anche alla piena solidarietà e collaborazione tra compagni e detenuti comuni, fino al punto che si crearono le condizioni per realizzare numerose e significative rivolte proprio nei C.S.

Settimana di lotta Asinara (79)

"Nella giornata di giovedi 21 settembre, noi Proletari prigionieri del Campo di Concentramento dell’Asinara, sotto la direzione del ‘Comitato di Lotta’, durante l’ora d’aria abbiamo abbattuto, smantellando, le reti metalliche poste orizzontalmente a mo’ di tetti sulle mura dei passeggi, sotto le quali eravamo costretti a prendere l’aria.
Queste reti, definite ‘anticostituzionali’ persino da parecchi parlamentari borghesi, sono state smantellate in quanto ciò costituiva una prima tappa verso la conquista della socialità intern: la loro rimozione ci ha consentito di scavalcare le mura e di incontrarci. Questo primo obiettivo, unito alla socialità verso l’esterno (abbat-timento dei vetri divisori ai colloqui) costituiscono i contenuti fondamentali del programma immediato già posto al centro della lotta della ‘settimana rossa’... " (dal comunicato stampa del Comitato di Lotta dei PP dell’Asinara)

Alla fine del settembre 1979 la polizia scopre i progetti per un tentativo di evasione di massa dal carcere speciale dell’Asinara; evasione che si sarebbe dovuta compiere con l’aiuto di compagni esterni. A questo punto scatta la controffensiva del Ministero e della direzione: gli spazi conquistati vengono chiusi, le provocazioni diventano quotidiane, il clima insopportabile. Ai compagni non resta che trarne le conseguenze: se non è più vivibile , né agibile per progettare liberazioni, un carcere va chiuso con la lotta; ossia una rivolta mirata alla distruzione del carcere.

Così il 2 ottobre 1979 i proletari e i compagni imprigionati all’Asinara distruggono la diramazione Fornelli (la sezione speciale del complesso carcerario dell’isola dell’Asinara) all’insegna della parola d’ordine "chiudere con ogni mezzo l’Asinara e i punti di massima deterrenza del circuito delle carceri speciali".
Dopo la rivolta tutti i detenuti vengono trasferiti in altre carceri speciali; il dibattito si ravviva e si afferma una posizione politica che propone di attaccare frontalmente i Carceri Speciali, sia con rivolte da dentro il carcere, sia chiedendo alle organizzazioni combattenti esterne di attaccarle dall’esterno.
Nel settembre del 1980 ci sarà la rivolta nella sezione speciale del carcere di Badu ‘e Carros (Nuoro) e nel dicembre dell’80, in concomitanza con il sequestro del magistrato D’Urso (responsabile ministeriale dei CS) realizzato dalle Brigate Rosse ci sarà la rivolta nel carcere di Trani.


Dal Diario politico-militare della battaglia di Trani, scritto dal Comitato di Lotta


Premessa: "... Dal luglio ‘77 fino alla battaglia, nel circuito speciale il kampo di Trani ha rappresentato "l’altra faccia dell’Asinara". Qui, a differenza dell’Asinara, era attraversol’applicazione di norme riformiste che si tentava di pacificare e annientare politicamente i proletari prigionieri (P.P.).Quando parliamo di riformismo come forma e funzione dell’annientamento, intendiamo riferirci al modo in cui gli spazi e la conduzione "democratica" del kampo da parte della Direzione, erano intesi solo ed esclusivamente al raggiungimento di un unico obiettivo: la differenziazione e la divisione dei P. P. ... Trani è sempre stato il kampo in cui si è mantenuta una rigida divisione tra "comuni"e "politici" confinati in piani diversi della sezione speciale. Il kampo a gestione scientifica, dove ogni minimo spazio di socialità interna veniva utilizzato per studiare in modo capillare le varie componenti ...

Attraverso assemblee, riunioni, discussioni continue, mobilitazioni ed azioni di propaganda che hanno coinvolto ogni prigioniero e a cui ogni prigioniero ha dato il proprio contributo, si è giunti all’elaborazione del Comunicato n.1 attorno a cui si è costruito il CdL. ... La raggiunta unità e la conseguente costruzione del CdL è derivata, in primo luogo, dall’aver messo al centro della nostra iniziativa i contenuti politici che si erano espressi nella campagna (del Fronte Carceri delle BR con il sequestro D’Urso):
"LIBERAZIONE E GUERRA ALLA DIFFERENZIAZIONE. "
Tutta la nostra iniziativa è sorta attorno ad un programma politico di liberazione collettiva, programma costruito collettivamente, di cui la nostra battaglia è stato un esempio significativo, dimostrando contemporaneamente il livello politico-militare che oggi occorre affrontare e sostenere per praticare un progetto di liberazione. ..

Diario della battaglia:

- 23 dicembre 1980 - ore 8-
Dopo la conta del mattino, fuori da ogni consuetudine e dopo la perquisizione generale del giorno precedente, veniamo sottoposti ad una nuova perquisizione indirizzata specificamente alla ricerca di materiale esplosivo, Nonostante il minuzioso e capillare controllo degli Agenti di Custodia (A.d.G.) i depositi logistici del CdL reggono ancora una volta, permettendoci di mantenere intatto l’armamentario che ci sarà poi indispensabile per la realizzazione della battaglia.
- ore 15,20 -
I nuclei armati del CdL del kampo di Trani prendono possesso del secondo piano, catturando 13 sbirri, di cui uno, nella colluttazione, rimane ferito in modo leggero. Quindi scendono al primo piano e, mentre alcuni compagni aprono le celle e predispongono il barricamento viene occupato anche questo piano catturando altri 5 agenti. In totale le guardie fatte prigioniere sono 18.
- ore 15,35 -
Mentre i due piani sono interamente occupati e barricati, ha luogo il primo attacco da parte degli sbirri, all’altezza della rotonda del piano terra. L’attacco viene respinto con il lancio di una molotov e di una leggera carica libera di esplosivo plastico in modo da evitare feriti gravi. le barricate vengono rafforzate e si organizzano i turni di guardia e i vari servizi.
- ore 16,00 -
Primo contatto telefonico con la Direzione, alla quale vengono comunicati gli obiettivi politici della nostra azione, sollecitandola ad astenersi dal prendere iniziative. Si fa una seconda telefonata chiedendo alla Direzione di mantenere la luce e l’acqua, che nel frattempo sono state tolte ed informandola che entro breve tempo sarebbe stato consegnato un comunicato del CdL sull’operazione in corso. Una volta verificate le condizioni delle guardie catturate (tutti sani, tranne uno ferito in modo leggero) si decide di liberare il ferito per evitare ogni possibile complicaione clinica. Vengono comunicate alla Direzione le modalità per il rilascio del ferito, modalità tutte a vantaggio della Direzione.
Ma la risposta è negativa. La Direzione accampa pretesti, attribuendo al CdL l’intenzione di voler occupare anche il piano terra: inutilmente i compagni chiariscono che non è loro intenzione occupare questo piano e che in caso volessero farlo, potrebbero far saltare il cancello con l’esplosivo. In realtà, la Direzione non vuole avere il ferito, tanto da smentire pubblicamente persino la sua esistenza. Il perchè di questo comportamento le si capirà in seguito: il Governo, attraverso il Ministero di Grazia e Giustizia (MGG) aveva già deciso di intervenire mettendo nel conto anche una strage e pertanto non poteva permettere il rilascio di alcun ostaggio.
- ore 17,00 -
Viene consegnato il Comunicato n.1 - Arriva l’Avv. Todisco al quale si fa presente la situazione e in particolarelo si mete al corrente del rifiuto della Direzione di riprendersi il ferito. Si ottiene il riallaccio della luce e dell’acqua.
- ore 17,30 -
Alcune guardie catturate chiedono di poter telefonare allle rispettive famiglie. Il CdL concede di telefonare ma il Direttore, che controlla il centralino, blocca le telefonate in uscita. Il rifiuto della Direzione e delMinistero di consentire alla richiesta delle guardie, insieme al rifiuto di recuperare il loro collega ferito, innesca una insanabile contraddizione tra le guardie imprigionate ed il Ministero, che si acutizzerà fino alla rottura. - ore 18,00 -
Vengono recuperate in una cella sgabuzzino una mola ed una saldatrice, con cui si provvede alla fabbricazione di nuove armi ed al rafforzamento delle barricate attraverso la saldatura dei cancelli.
Nel corso dell’occupazione del kampo riprende il dibattito sviluppatosi nei giorni precedenti sui contenuti della lotta e sintetizzati nel Comunicato n.1 del CdL. - Tutti sono consapevoli della necessità di porre fin da subito, al centro dello scontro, la parola d’ordine :
GUERRA ALLA STRATEGIA DIFFERENZIATA e di vedere questa battaglia come un momento di questa guerra.

29 dicembre 1980
La mattina viene consegnato il comunicato n.2, in cui si chiede la presenza di giornalisti , avvocati, magistrati e parlamentari, per una conferenza stampa. La Direzione si dichiara disponibile ed accoglie le disposizioni formulate nel comunicato. - ore 10,00 -
L’appuntato delle guardie ferito viene portato oltre le barricate fino alla rotonda, dove un solo cancello lo divide dai suoi colleghi, ma la Direzione non li autorizza a prelevarlo. L’appuntato, ormai libero, rimane così tra le barricate e il cancello della rotonda, senza che nessuno lo voglia.
- ore 14,00 -
Il direttore Brunetti, il sostituto procuratore De Marinis e gli onorevoli Cioce e Scamarcio della Commissione Giustizia del Senato, vengono per parlamentare con noi. Gli si fa presente la situazione dell’appuntato (ferito) Telesca, gli si ribadiscono i termini politici dell’operazione in corso e le condizioni per il rilascio delle guardie. Questi danno ampia assicurazione sul fatto che non ci sarà una soluzione di forza, ma si arriverà ad un epilogo basato sulle trattative. Mentre in realtà come Scamarcio stesso dichiarerà su Lotta Continua del 3.1.1981, era già stato deciso diversamente. L’obiettivo del MGG era quello di prendere tempo in modo da disporre le manovre politiche e i mezzi tecnici necessari all’attuazione dell’intervento dei GIS (Gruppi di Intervento Speciale dei Carabinieri). L’occupazione militare del kampo da parte del CdL, rapppresentava un grosso successo per il movimento dei PP ed uno smacco per il nemico il quale, inizialmente, era rimasto disorientato e spiazzato politicamente e militarmente.
Ciò lo costringeva a tentare di recuperare una parte della credibilità perduta mediante un’avventura militare i cui esiti erano del tutto incerti e imprevedibili. Se questa avventura non si è trasformata in un massacro senza precedenti, non è certo dovuto all’efficienza e alla preparazione militare dei GIS e di chi aveva fatto la scelta politica di utilizzarli, ma esclusivamenteall’intelligenza politica e al comportamento del CdL e dei PP, che pur subendo l’offensiva del nemico, hanno sempre saputo mantenere saldamente il controllo della situazione.
- ore 15,00 -
Viene steso il comunicato n.3 del CdL con allegata una lettera autografa che annuncia le dimissioni e il pentimento dei 18 AdC (guardie); in essa erano contenute frasi di disprezzo verso il MGG, il Governo, i CC e la Direzione e implorazioni rivolte ai loro colleghi e superiori affinchè bloccassero ogni eventuale intervento di forza, che avrebbe messo a repentaglio la loro vita. Oltre la stesura di questa lettera, gli AdC avevano glà ampiamente collaborato, fornendo informazioni utili al movimento dei PP. - ore 16,00 -
Il Direttore Brunetti annuncia che verranno a ritirare il ferito, il quale per tutta la giornata è rimasto sui gradini della scala, dietro il cancello della rotonda. Annuncio falso e tendensionso.
- ore 16,20 -
GIS, CC, AdC attaccano simultaneamente dall’alto (elecotteri) e dal basso, fregandosene della vita degli ostaggi. Il primo attacco alla rotonda delpiano terra viene respinto dal lancio di una molotov e di una bomba al plastico. I mercenari attaccanti volano per aria. Apprendiamo in seguito che più di 20 resteranno feriti. A questo punto, davanti al cancello della rampa che immete sulla rotonda, vengono portati da noi due ostaggi, allo scopo di ricordare al nemico che non avremmo permesso un massacro senza adeguata rappresaglia. Nel frattempo i GIS sono calati sul tetto del carcere dagli elicotteri, mentre un elicottero copriva l’operazione sparando sui finestroni della rotonda delprimo e secondo piano, in modo da impedire il presidio da parte dei proletari prig. armati di bombe. Nelle rampe delle scale, inoltre, vengono.....
.


Torna a "Memoria e Libertà"



TM Crew Home Page

ondarossa@mail.nexus.it
Radio Onda Rossa - Via dei Volsci 56, 00185 Roma (Italy)
Tel. + 39 6 491750/4469102 Fax. + 39 6 4463616