Soltanto questa mattina alle 6.30 i due treni speciali ( uno diretto a Bologna e Roma, il secondo diretto a Milano e Padova-Trieste, su cui si trovano anche i duecento arrestati ed espulsi dall'Olanda) carichi degli oltre 3000 manifestanti italiani che hanno partecipato alla "Marcia contro l'esclusione sociale" ad Amsterdam- hanno potuto attraversare la frontiera tra i Paesi Bassi e la Germania. I treni stanno attualmente viaggiando in territorio tedesco, dove i giovani lavoratori, disoccupati, precari, militanti dei centri sociali sono oggetto di continue provocazioni da parte di reparti speciali della polizia tedesca (i famigerati Bundesgrenzschutz): ogni sosta in stazioni anche periferiche vede il tentativo, da parte di agenti in assetto antisommossa accompagnati da cani lupo, di accedere ai vagoni con motivazioni che appaiono pretestuose. Mentre scriviamo, è in corso nei pressi della stazione di Mannheim, una schedatura di massa da parte della polizia tedesca che sta identificando e fotografando uno per uno i partecipanti al viaggio, mentre si annuncia già un fermo di ore "per controlli" da parte della Gendarmeria Svizzera a Lugano. Questo attegiamento provocatorio, da parte delle diverse polizie dei paesi europei attraversati dal viaggio di ritorno, è il "degno" coronamento di quanto avvenuto ieri pomeriggio nella capitale Olandese.La versione dei fatti fornita dal portavoce della centrale di polizia di Amsterdam, e riportata anche da numerosi quotidiani italiani questa mattina, è smaccatamente falsa: i manifestanti italiani non si sono resi responsabili di alcun atto di vandalismo, né a bordo dei treni né all'esterno; nessun vagone nè scompartimento è stato devastato, nessun episodio di teppismo si è verificato prima durante e dopo l'arrivo alla stazione centrale di Amsterdam. Di fronte anche all'accavallarsi di ben tre differenti versioni ufficiali, risulta evidente come la polizia Olandese abbia orchestrato una vera e propria montatura, determinando ad arte un clima di forte tensione e cercando ad ogni costo l'incidente. I fatti sono sotto gli occhi di tutti: 200 cittadini europei che intendevano manifestare democraticamente e pacificamente per il diritto ad un reddito e ad una esistenza decente in questo continente, sono stati arrestati con un pretesto ancora prima di scendere sul marciapiede della stazione di Amsterdam, deportati in manette nel penitenziario est dove sono stati costretticome bestie, mani legate dietro la schiena, in ginocchio sul pavimento, senza cibo e acqua per oltre 6 ore. Solo le pressioni concentriche esercitate in loco dall'Italia (centinaia di telefonate alle rappresentanze diplomatiche e alla polizia Olandese, presidi di protesta ai consolati dei Paesi Bassi a Milano e a Venezia) e l'intervento puntuale del Console Italiano ad Amsterdam, Alessandro Corti, hanno consentitro che i 200 italiani arrestati fossero espulsi e condotti ai treni per far ritorno nel nostro Paese. Contemporaneamente chi manifestava per il loro rilascio veniva caricato ripetutamente e con brutalità dalla polizia nei dintorni della Stazione.
Questa sequela di montature, provocazioni e violenze hanno trasformato il viaggio per e da queste giornate: migliaia di giovani,disoccupati, precari, e lavoratori hanno strappato il diritto a muoversi per manifestare contro l'Europa della disoccupazione, della povertà, del taglio ai servizi sociali voluta dalle banche centrali e dalle élites politico-finanziarie, per l'Europa dei diritti sociali di cittadinanza, dove affermare i bisogni che non possono essere ricondotti ai rigidi parametri di Maastricht. L'Europa delle polizie non è, da questo punto di vista, altro che "il lato oscuro" dell'Europa dei banchieri e delle Borse.
Su questi fatti è convocata per oggi alle 17.30 presso il CSO Leoncavallo a milano un conferenza stampa con collegamenti telefonici con i treni di ritorno da Amsterdam il cui arrivo è previsto tra le 19.00 e le 20.00 alla stazione di frontiera di Chiasso, e tra le 21.00 e le 22.00 alla stazione di Milano Lambrate.