Sono impegni importanti. Nike alzerà da 14 a 18 anni l'età minima dei lavoratori nelle fabbriche di calzature e porterà a 16 l'eta minima di tutti gli altri lavoratori inpiegati nella produzione di abbigliamento, accessori e attrezzature. A partire dal 2 aprile scorso nelle 12 fabbriche indonesiane che producono indumenti con il celebre smoosh (il logo a forma di virgola) è gia scattato un aumento del 37% della retribuzione di tutti i lavoratori che percepivano il salario minimo (28 mila persone). "Nike è sempre stata un'azienda di appassionati di sport che amano la competizione, ma siamo anche un'azienda di persone che sentono la responsabilità di essere buoni cittadini - ha detto Knight -. Siamo impe- gnati a migliorare le condizioni di lavoro delle 500 rnila persone che fabbricano i nostri prodotti".
Come? Tra le altre inziative
promesse dal gruppo che sponsorizza anche la nazionale di
calcio azzurra, c'è l'impegno ad adeguare la qualità dell'aria in tutte le sue fabbriche di calzature ai livelli richiesti dall'ente per
la sicurezza e la salute (Osha).
Nike inoltre aumenterà il sostegno all'attuale programma di
micro-finanziamento, che gia' coinvolge mille famiglie in Vietnam, estendendolo anche all'Indonesia, al Pakistan e alla Thailandia. In tutti gli stabilimenti asiatici il gruppo, che ha il quartier generale a Beaverton, nell'Oregon, amplierà i programmi di istruzione, offrendo corsi per ottenere un diplorna equivalente a quello delle scuole medie e superiori.
Di pari passo verranno rafforzati gli attuali programmi di monitoraggio indipendente, con
l'apertura a organizzazioni non
governative, fondazioni e istituzioni religiose e l'impegno di
rendere pubblici i risultati.
I nuovi impegni di Nike annunciati ieri saranno inseriti nel
Codice di condotta dell'azienda
che stabilisce gli obblighi degli
appaltatori. Ma saranno anche
promossi attraverso il contributo a organizzare conferenze per
lo studio dei problemi relativi alla produzione globale e alla pra-
tica commerciale "responsabile". E in Italia su quest'ultimo
punto il gruppo sta gia lavorando insieme ai Verdi.
Perché Nike fa tutto questo?
Perché gli attacchi di attivisti e
media rovinano l'immagine di
un gruppo, i cui profitti sono gia
stati erosi dalla crisi asiatica.
Essere buoni, invece, conviene.
E ieri Phil Knight ne ha avuto la
conferma: le azioni Nike a Wall
Street hanno guadagnato subi-
to due dollari.
Giuliana Ferraino