La notizia, che pare rimbalzare direttamente dalla letteratura cyberpunk di William Gibson e Bruce Sterling (chi ha letto "La macchina del tempo" capirà il funzionamento dei primissimi "computatori" a schede perforate), arriva invece dal congresso dei veterani di guerra ebrei, conclusosi ieri in Israele. L'ex presidente del congresso ebraico americano, Arthur Herzberg, parlando ieri a Gerusalemme a una platea di sopravvissuti all'olocausto, ha infatti accusato la multinazionale americana di aver contribuito alle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento. "L'Ibm, che aveva una filiale nella Germania nazista, fabbricò schede perforate che permisero un'efficace organizzazione dell'invio degli ebrei nei campi di concentramento, e la casa madre della società, negli Stati uniti, era al corrente dei fatti", ha detto Herzberg. Le informazioni sul presunto ruolo dell'Ibm nella seconda guerra mondiale sarebbero contenute inoltre in un libro di prossima pubblicazione negli Stati uniti.
L'Ibm (sigla che sta per International business machines) fu fondata a New York il 15 giugno del 1911, dalla fusione tra Computing scale co., Tabulating machine co. e International recording co.. La nuova società prese inizialmente il nome di Computing tabulating recording co.. Nel 1924 si tasformò in Ibm. Come detto, il primo modello di calcolatore elettromeccanico (solo un lontano antenato degli attuali computer) fu realizzato nel 1944, dopo sei anni di ricerche in collaborazione con l'università di Harvard. L'Automatic sequence controlled calculator (comunemente chiamato Mark I) era un enorme calcolatore (la prima macchina della storia a eseguire automaticamente complesse operazioni di conteggio) che riusciva a compiere un'addizione in meno di un secondo, una moltiplicazione in sei secondi e una divisione in dodici.