Pilastri gobbe e liquidazioni |
|
Confindustria e sindacati all’attacco del Tfr Il 29 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato - dopo la solita concertazione con CGIL-CISL-UIL e Confindustria - un decreto delegato che riforma la tassazione della previdenza integrativa dal 1/1/2001. Questi i punti essenziali del provvedimento: 1. Per i fondi pensione (sia aperti che chiusi, v. scheda 2) la tassa sui rendimenti scenderà dall’attuale 12,5% all’11%; 2. In fase di dichiarazione dei redditi potranno essere dedotte le somme versate ai fondi pensione fino al 12% del reddito (rispetto al 6% attuale) con un tetto massimo di 10 milioni (ora è di 5 milioni). Per i lavoratori dipendenti l’agevolazione scatterà solo nel caso in cui sia versata ai fondi una quota del Tfr (Trattamento di fine rapporto, v. scheda 1) pari ad almeno la metà della contribuzione; 3. L’attuale franchigia di 600.000 lire l’anno sul Tfr (v. scheda 1) rimarrà ancora per cinque anni (a partire dal 2001), dopodiché sarà abolita; 4. Ci sarà la possibilità per le casalinghe di attivare un fondo pensione sul quale far confluire gli sconti fatti da negozi convenzionati. Questo decreto legislativo si pone l’obiettivo di incrementare i fondi
pensione, mediante l’uso del Tfr, su cui cercano da alcuni anni di mettere
le mani assicurazioni, banche, società di intermediazione mobiliare e
costituisce un ulteriore passaggio verso l’abolizione di quel salario
differito meglio noto come liquidazione. Se pensiamo che ogni anno i lavoratori
dipendenti maturano da 27.000 a 28.000 miliardi di Tfr, si capisce bene
il motivo per cui i mercanti di servizi finanziari siano così interessati
ad appropriarsi di quel gruzzolo che i lavoratori potevano utilizzare
una volta andati in pensione. Del resto proprio nel novembre scorso il
Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio lamentava la scarsa competitività
del mercato italiano dei capitali a causa del mancato decollo dei fondi
pensione e invitava il Governo ad assumere provvedimenti urgenti per mettere
la nostra economia al passo con i tempi. Dopo la realizzazione di quello
che, secondo quanto deciso dal Fondo Monetario Internazionale e dalla
Banca Mondiale, costituisce il primo pilastro del nuovo modello previdenziale
(riduzione del trattamento pensionistico garantito dallo Stato), è necessario
attivare il cosiddetto secondo pilastro costituito dalla trasformazione
di salario sociale (la liquidazione) in capitale privato da immettere
nel mercato borsistico, mediante l’attivazione dei fondi pensione.
SCHEDA 1 In base alla legge 297/82, il Tfr è una parte del salario accantonato ogni anno che spetta al lavoratore che va in pensione o si licenzia. La quota accantonata annualmente si ottiene dividendo per 13,5 tutte le voci retributive percepite nell’anno e ogni anno viene rivalutata per un importo pari al 75% dell’inflazione più un tasso fisso dell’1,5%. Supponendo una inflazione uguale al 2%, il Tfr viene rivalutato del 3% (70% di 2%=1,5% che sommato al tasso fisso, porta la rivalutazione al 3%). La tassazione del Tfr prevede attualmente una franchigia annua esente da tasse pari a 600.000 lire. Tutto questo vale per il settore privato. Per il settore pubblico è previsto un passaggio graduale dall’attuale regime di “buonuscita” al Tfr. Per il personale assunto dopo il 31/12/95 è già previsto il passaggio obbligatorio al Tfr, mentre per gli altri ci sarà la possibilità di optare per il nuovo sistema entro il 2001. L’attuale indennità di buonuscita viene calcolata in riferimento all’ultimo stipendio ed è più vantaggiosa, per il momento, del Tfr, ma è regolata da leggi che non ne permettono l’uso fino al raggiungimento della pensione.
SCHEDA 2 Fondi pensione chiusi Fondi pensione aperti
SCHEDA 3 Nel sistema a ripartizione (retributivo) il contributo prelevato dai salari dei lavoratori serve a pagare il reddito di tutti i pensionati. Nel sistema a capitalizzazione (contributivo, pro rata) la pensione è una rendita proveniente dal risparmio accumulato da ciascuno durante la propria vita di lavoro e riduce la pensione calcolata secondo il sistema a ripartizione di circa il 40%. |