NE’ OBLIO, NE’ PERDONO PER IL BOIA PINOCHET

 

Al momento di andare in stampa appare ormai certo il rimpa trio di Pinochet in Cile, deciso dal Ministro degli Interni della Gran Bretagna. Il governo di Blair si distingue due volte: per mettere in atto le peggiori nefandezze (a partire dai bombardamenti sull’Irak per arrivare al ruolo inglese nella guerra sui Balcani) e per definirle come “umanitarie”. Così, dopo aver assistito alla distruzione di infrastrutture della vita civile yugoslava, alla morte “umanitaria” seminata dai raid aerei, ecco che arriva la decisione “umanitaria” di liberare l’ultraottantenne Pinochet. La sua salute è incompatibile con il carcere. Una definizione che, se non fosse tragica, farebbe ridere: quando mai è stato consigliato il regime carcerario (che, peraltro, Pinochet ha subito in una confortevole residenza) per una buona salute (aria aperta … umidità zero)? Oltre all’umanità c’è anche il sacrosanto rispetto della privacy del boia, in nome della quale non vengono divulgati gli esiti della perizia medica. E’ questo un successo di tutte quelle forze che si sono prodigate per sottrarre il macellaio cileno ad un processo in Europa: dalle gerarchie vaticane alla CIA, dalla Tatcher alla destra europea, fino alle gerarchie militari cilene, arrivate alla grottesca minaccia di un nuovo colpo di stato. La rabbia per la conclusione di questa vicenda è alimentata anche dal comportamento delle autorità giudiziarie italiane che, a più di un anno dalla presentazione delle denunce contro il boia, si sono ben guardate da inoltrare, alla Gran Bretagna, la propria richiesta di estradizione. Al nome di Pinochet resta legata una delle pagine più nere del novecento: il golpe dell’11 settembre 1973 che metteva fine alla speranza cilena, alimentata dal governo delle sinistre di Allende ma anche dal robusto processo di “poder popular” organizzato attorno ai “cordones” (consigli) degli operai, dei minatori, degli studenti cileni. Lo stadio di Santiago trasformato in un enorme carcere, le torture, le esecuzioni di massa dei militanti cileni, i “desaparecidos”, il dittatore che cedeva il bastone del comando politico al sistema elettorale garantendo l’impunità per sé e per i complici dell’esercito, della marina, dell’aviazione, della polizia politica (Dina) e dei carabineros… Pinochet è stato uno degli interpreti più aberranti, insieme a Videla ed ai generali argentini, della strategia controrivoluzionaria dell’imperialismo USA ed in particolare della ”Operazione Condor” rivolta al cono sud del continente americano (si veda, in riferimento all’Argentina i numeri 10, 12, 13 di “Comunicazione antagonista”).