OGM: il cibo del duemila per le generazioni di mutanti

 

Gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) detti anche Transgenici vengono ottenuti in laboratorio con tecniche di ingegneria genetica che permettono il trasferimento da un organismo vivente ad un altro di porzioni di patrimonio genetico (singoli o gruppi di geni) che nell’organismo di partenza codificano nel DNA alcune proprietà specifiche di particolare interesse; i campi di applicazione di questa “nuova frontiera” scientifica sono quanto mai ampi, svariando dall’ambito delle piante coltivate e degli animali da allevamento al settore medico, sia farmacologico che trapiantistico. Gli OGM vengono oggi sbandierati come il rimedio tecnologico ai limiti della produzione industrializzata nel campo dell’agricoltura, della zootecnia e della medicina umana, entrando in campo laddove i sistemi di produzione industriali basati sull’ipersfruttamento arrivano al capolinea per il collasso biologico generalizzato delle risorse naturali. E’ questo il risultato del totale asservimento delle istituzioni scientifiche mondiali agli interessi dei grandi gruppi monopolistici delle multinazionali agricole, zootecniche e farmaceutiche. Luminari e istituti di ricerca si sbracciano nel decantare le lodi degli OGM, presentati come panacea rispetto ai grandi temi dell’alimentazione e dell’ambiente a livello planetario: da un lato una ipotetica sussistenza alimentare per i paesi poveri, dall’altro la risoluzione della crisi del sistema agricolo occidentale tramite la massimizzazione dei profitti. Queste “succursali” delle multinazionali hanno avviato una proficua rincorsa all’accaparramento di appalti di progetti sperimentali di ingegneria genetica, vera miniera d’oro per la tanto reclamata autonomia e privatizzazione degli istituti di ricerca. In realtà gli OGM non servono ad altro che ad arricchire enormemente i gruppi economici costruttori e detentori tramite il sistema dei brevetti, vero fine ultimo di tutta l’operazione; il sistema di potere delle multinazionali agricole infatti, è da decenni basato sul controllo dei mezzi produzione (sementi, fertilizzanti, pesticidi) e delle produzioni (popolazioni rurali intese come forza lavoro, salari, prezzi). Di pari passo, tramite gli strumenti imperialistici di coercizione agli interessi del capitale viene messo in opera il controllo globale delle zone di produzione: tramite la neo-schiavizzazione, la repressione costante e violenta delle forme solidaristiche e sindacali delle popolazioni rurali, il mantenimento e l’allargamento del latifondo, del sistema monocolturale e della deforestazione selvaggia, nei paesi del terzo e quarto mondo, si continua a rapinare letteralmente queste popolazioni delle loro uniche risorse, che pagate poco o niente vengono poi vendute come merce di pregio nei mercati occidentali. Dall’altra parte, i produttori occidentali pressati dal crollo del sistema protezionistico dei prezzi e dalle crisi di sovrapproduzione, per diminuire i costi sono costretti ad acquisizione di tecnologia sempre più cara e sempre più monopolizzata dalle industrie di settore. Negli Stati Uniti ormai circa 20 milioni di ettari di terreno sono coltivati con sementi transgenici. Nei prossimi anni tutti i semi (il patrimonio fitogenetico) saranno custoditi nelle banche genetiche di 12 Multinazionali chimiche, un potere assoluto che permetterà a queste una forma di dominio planetaria, attraverso la produzione e vendita – e la capacità di distruggere le economie che si basavano sul possesso di particolari risorse, per esempio il Madagascar con la vaniglia. Chiaro l’obiettivo di queste Multinazionali: aumentare i loro profitti, attraverso una forma di dominio che coinvolgerà l’intero ciclo vitale della biosfera manipolandolo a proprio piacimento, programmando mappe biologiche su cui effettuare selezioni, costruire materie prime da sfruttare, tracciare nuove discriminazioni. I 3/4 della popolazione mondiale lottano ogni giorno per non morire di fame e questo non per la mancanza di prodotti agro-alimentari, ma a causa della loro dispotica distribuzione: il bilancio alimentare del pianeta assicura che c’è di che vivere abbondantemente per una popolazione doppia dell’attuale. Il mondo occidentale è sommerso dalle eccedenze alimentari, mentre il Sud del mondo diventa un enorme “parco scientifico” con cavie umane e coltivazioni sperimentali. Proprio la lotta agli OMG è stata uno dei temi centrali della rivolta di Seattle, lo scorso 30 Novembre in occasione dell’apertura del Millenium Round, che ha fatto saltare i lavori del WTO. Gli alimenti transgenici non sono sicuri, anzi: gli effetti del trasferimento di “centraline genetiche” da un organismo all’altro, anche da “regni naturali” differenti (da batteri e virus a piante, da uomo ad animali domestici etc.) non sono minimamente prevedibili, quantificabili e rimediabili; di fatto, a parte l’induzione di fenomeni allergici mortali come nel caso della soia transgenica (decine di decessi negli USA), la totalità di consumatori sta facendo già da adesso da cavia di massa per l’espansione generalizzata dei cibi transgenici. Malgrado ciò che va sbandierando il mondo scientifico, non sono solo i geni introdotti che hanno la possibilità di arrecare devastanti effetti collaterali, ma è la stessa tecnica di ingegneria genetica che comporta rischi di trasferimento di informazioni genetiche del tutto sconosciute ed imprevedibili: per il trasferimento dei geni tra i DNA dell’organismo donante e quello ricevente infatti, viene comunemente utilizzato materiale genetico di Virus ed altri microrganismi (nella tecnica del DNA ricombinante: carrier e transfer = trasportatori e trasferitori) anch’essi in grado di “donare” imbarazzanti corredi genici al prodotto bioingegneristico finito (ultimo per ordine il problema della resistenza agli antibiotici , proprietà che rischierebbe da sola di disattivare il sistema di contenimento mondiale delle malattie batteriche). La coltivazione delle specie modificate geneticamente inoltre, (appalto esclusivo dei gruppi multinazionali del tutto fuori dal controllo degli apparati pubblici), sebbene vada per legge eseguita in campi isolati dalle coltivazioni normali, risulta perfettamente in grado di impollinare anche ad enorme distanza le piante di coltivazione convenzionale, con contaminazione totale delle sementi. Quest’ultimo aspetto del problema, fra l’altro, rischia di erodere ed estinguere del tutto gli “areali di distribuzione” delle piante coltivate, cioè quelle preziosissime zone di origine delle varie piante alimentari (le specie selvatiche di grano, riso, mais etc) sulle quali da sempre e con ogni mezzo le stesse multinazionali hanno operato un ferreo controllo totale, ai fini dell’accaparramento del patrimonio fitogenetico (banche del germoplasma), indispensabile per i programmi di ricerca per l’ottenimento delle varietà commerciali. Non può essere taciuta infine la squallida propaganda scientifica riguardante le “conquiste” mediche nel campo dei trapianti, delle ricerche di laboratorio e delle clonazioni; di fronte alla svendita mondiale del diritto alla salute, per cui si muore per asma a 23 anni a bordo di autoambulanze girovaghe ed interi paesi del Sud del mondo risultano sieropositivi all’HIV, sui media massificati continuano a fare più notizia i trapianti totali d’arti, (o come sostiene qualche altolocato quanto disinformato dirigente sanitario, di intere teste) nonché le possibilità di clonazione di animali primati. E’ evidente quindi che quello degli Organismi geneticamente Modificati si pone come problema epocale, di natura allo stesso tempo sociale, politica, ambientale e biologica, assimilabile per inconsapevolezza degli effetti, arroganza nell’imposizione, giro di interessi multimiliardari per i gruppi di potere alla scelta dell’energia nucleare, in merito alla quale è stato possibile organizzare una risposta cosciente di massa a livello mondiale. Diventa quindi necessario avviare un lavoro capillare di controinformazione, demistificazione, accusa e boicottaggio di questo nuovo aberrante sistema di sviluppo, che contempla davvero la possibilità di “generazioni di mutanti” pur di non intaccare il sistema di gestione e distribuzione delle ricchezze. Si impone quindi l’avvio di iniziative concrete per operare una inversione di tendenza rispetto a questo pericolosissimo “cibo del duemila”. Il Movimento Antagonista Toscano ha lanciato la proposta, rivolta alle istituzioni locali (Comuni Province e loro diramazioni, ASL, grande distribuzione, operatori del settore, associazioni ambientaliste, solidaristiche e di consumatori per l’istituzione di un Osservatorio permanente di controllo in grado di individuare ed azzerare la presenza di alimenti transgenici nel settore alimentare Toscano.

I nostri obbiettivi sono:
- messa al bando di tali alimenti insieme alle ditte e fornitori eventualmente coinvolti tramite un protocollo d’intesa riguardo appalti e approvvigionamenti riguardanti: mense scolastiche ed aziendali, ospedali, case di riposo e altre sedi di ristorazione collettiva;
- campagna di informazione, dissuasione e boicottaggio dell’acquisto di alimenti OMG nei supermercati, con divulgazione ai consumatori dei dati delle Associazioni di Consumo Critico e Solidale su prodotti e aziende coinvolte nella produzione e commercializzazione di alimenti transgenici;
- incentivazione all’acquisto di prodotti di produzione equa e solidale e biologici;
- azioni di solidarietà internazionale verso i lavoratori rurali per motivi diversi costretti a servire produzioni e metodi di produzione lesivi della dignità e della salute umana.