Sono passati diversi anni da quando pubblicammo il primo appello “Il rinascimento ciclistico” che lanciava l’assembramento a Roma di masse critiche da ogni dove. Erano i primi anni di un rinnovato cicloattivismo in Italia. Non bastavano più le associazioni e si prendeva la strada dell’azione diretta e del riprendersi le strade.
La prima Critical Mass di Roma del 2002 aprì la strada a diversi anni di cicloattivismo furioso in città, abbiamo anche visto il sorgere delle ciclofficine popolari e di tantissime iniziative, fino all’idea della CIEMMONA del 2004 una grandissima Critical Mass che invitava a Roma gli attivisti di tutta Italia e oltre, e invitava tutti i romani a prendersi le strade con le loro bici. Fu un successo grande e forse inaspettato che si è replicato per tanti anni a Roma per poi prendere anche a girovagare per le altre città italiane.
Nel frattempo in questi 15 anni la quantità di ciclisti, gente che gira in bici, commuter, ciclomobilisti ecc. si è moltiplicata mentre le condizioni delle strade, del traffico e della sicurezza per chi va in bici o a piedi sono rimaste invariate. Pessime.
Pessime però soprattutto a Roma mentre altre città anche italiane hanno capito che la strada ad una migliore qualità della vita nella metropoli passa sicuramente anche dal favorire la ciclabilità e disincentivare l’uso dell’auto privata.
Roma vive oggi una grandissima crisi a tutto campo. Si è pensato che a risolvere i disastri economici prodotti dall’economia neoliberista applicata pedissequamente da governi di centro destra e sinistra potesse essere il creare paura, indicando negli stranieri e nei non omologati la causa della crisi. La promessa di mettere al centro la mobilità alternativa a partire dalle biciclette e il trasporto pubblico è stata brutalmente tradita. Per le bici non si è fatto praticamente nulla e si moltiplicano gli episodi tesi ad ostacolare anziché facilitare l’uso della bici. Per il trasporto pubblico la situazione è drammatica, le fermate della metro del centro di Roma sono chiuse da mesi, gli autobus saltano le corse ed intere linee non prendono servizio, per non parlare delle decine di mezzi che sono finiti incendiati durante il servizio.
In queste condizioni torna la Ciemmona a Roma a rimettere al centro la mobilità ciclistica. Noi siamo il traffico e ci prenderemo le strade.
Il 31 maggio, 1 e 2 giugno 2019 chiamiamo la ciemmona interplanetaria a Roma.
Dalla Massa Critica della CM alla Ciemmona siamo pronti a pedalare.
Massa Critica perchè critica è la Massa che, attraverso la ciclometafora, condivide i suoi contenuti antirazzisti, antifascisti, antisessisti.
Per ogni salita che incontra, più energeticamente pedalerà e con forza festosa verrà ribadita la libera cicrcolazione di contenuti ogni qual volta si cercherà di ostacolarla.
Dalla CM alla Ciemmona ci passa un “ona” ed in quell’ona c’è la potenza che scavalca i confini interplanetari dove la città assapora la mescolanza di lingue, colori, culture differenti, ma pedalanti nella stessa direzione: quella che va contro ogni discriminazione e sostiene la libera circolazione di persone, idee e cultura.
Dal 2004, ogni ultimo fine settimana di maggio, casualmente ci troviamo, raggiungiamo e superiamo la Massa Critica per ribadire e definire la nostra libertà.
Nell’Interplanetaria, la bicicletta, da sempre mezzo di resistenza che sostiene le esigenze di movimento di ogni individuo, diventa Massa acefala, colorata e gioiosa.
Nel suo stesso essere da’ forma ad un modo altro di rapportarsi all’esistente:
La Massa crea e percorre spazi prima ritenuti impercorribili ed inaccessibili, e sostiene e festeggia il principio di autodeterminazione di individui e popoli, che siano liberi di muoversi autonomamente, senza restrizioni e confini, attraverso mari e terre non più resi ostili.
La Massa non conosce mai il proprio percorso, ma ha ben chiara la strada da percorrere, quindi rivendica la libera circolazione di idee, dando vita ad uno spazio orizzontale e libero in cui sia concepita ogni possibile sfumatura di pensiero e pratica antifascista, antirazzista ed antisessista, creatrice di pensiero e capace di arricchire e stimolare il senso critico.
La Massa raccoglie tuttx e dall’apporto di ognun@ prende forma, riconoscendo la differenza di età, genere, cultura, percorso, fisionomia come propria e contro ogni discriminazione.
La Massa porterà con i suoi contenuti una boccata di aria fresca, pulita e priva di polveri troppo sottili; invaderà le strade intasate da carcasse metalliche troppo pesanti,
perchè in una città che corre troppo, andando con lentezza impareremo ad essere liberi!
Siete tutti invitati a partecipare alla 16^ Critical Mass Interplanetaria a Roma!!!
LIBERTA’ PER OLIVIER THERON
fondatore della Velorution di Tolosa
:::Cosa?
Il 30 novembre scorso Olivier Théron, fondatore della vélorution tolosana, è
stato incarcerato presso la prigione di Seysses a seguito della decisione del
Procuratore di Tolosa per scontare una pena detentiva di 7 mesi. La detenzione
per il lancio di yogurt sull’automobile ministeriale di Sarkozy nel febbraio 2004.
:::Cosa posso Fare?
Scrivi al comitato per la sua liberazione: >>>> olivier.libre@no-log.org <<<<
Manda messaggi di solidarieta' a Olivier all'indirizzo:
Olivier Théron
N ecrou: 10569
cellule: 143A 1er MH2
maison d'arrêt de Seysses
31603 Seysses
FRANCE
:::Chi e' Olivier Theron?
Olivier si Racconta su:
http://www.velocite-movies.com/index.php?option=com_content&task=view&id=37&Itemid=34
:::Chi si sta muovendo?
* In francia: Il comitato di sostegno di Tolosa per Olivier ha creato un
indirizzo per tutte le comunicazioni: olivier.libre@no-log.org
Stanno aprendo un conto corrente per raccolta fondi, principalmente per supporto
legale/avvocato.
Segui le iniziative su:
https://olivierlibre.toulousecampus.info/wiki
http://toulouse.indymedia.org/
* In Italia: A Roma rivolgiti alle Ciclofficine ExSnia (Prenestino) Macchia
Rossa (Magliana) dove ci sono in programma cene di finanziamento per le spese
legali. A Milano avvicina la Critical Mass per i volantinaggi ai consolati.
:::Materiali
Infos: https://olivierlibre.toulousecampus.info/wiki
Vignetta in francese: http://toulouse.indymedia.org/article.php3?id_article=17848
Vignetta in italiano: http://www.flickr.com/photos/9270274@N05/2105775204/
:::Perche' l'arresto?
I conflitti di Olivier con la giustizia tolosana sono cominciati nel 2002, anno
dell'apertura del primo laboratorio della Vélorution, quando è stato incolpato
per "oltraggio a pubblico ufficiale" seguito ad un fermo per essere passato con
il semaforo rosso in bici. Dopo avere denunciato pubblicamente alcune menzogne e
macchinazioni della polizia in seguito al suo arresto, si è ritrovato nel mirino
di una piccola frangia di questa corporazione professionale a Tolosa. Il lancio
di yogurt sull'automobile ministeriale nel febbraio 2004 a seguito delle sue
confessioni pubbliche e mediatiche sulla natura del suo atto, ha permesso un
accanimento contro di lui da parte della polizia e dei magistrati che ha
inaugurato l'era di Sarkosy in Francia.
La decisione del procuratore di mettere in cella Olivier è una decisione
POLITICA. Nessuno dei fatti incriminati ha causato danni corporali, materiali o
finanziari se non quelli subiti dall'associazione e da Olivier stesso. La sola
ragione per la quale si trova oggi in prigione, è che non ha mai voluto
sottomettersi, né alle ingiustizie né alle intimidazioni né alle pratiche di
certi poliziotti che fanno i propri comodi con le leggi e godono di un
privilegio sempre più insopportabile in questo paese, quello di non essere mai
disturbati o messi sotto accusa. È andato fino in fondo del suo percorso senza
perdere mai il suo coraggio. È la ragione per la quale è oggi in prigione.
Perché per il resto, si occupa di biciclette e dedica il suo tempo e la sua
energia a quelli e quelle che le prendono in prestito. Coi laboratori di
riparazione, di recupero e di riciclaggio, ha messo in opera uno strumento
collettivo prezioso per l'autonomia dei ciclisti. Raggiunto da altri
vélorutionnaires, ha aperto una breccia, un'alternativa concreta, per rompere la
logica della dipendenza dall'automobile con le sue ripercussioni nefaste sul
controllo delle nostre vite.
Temiamo che gli venga riservato un trattamento duro in prigione perché
l'obiettivo è non solo di isolarlo, ma di renderlo fragile.
Il nostro solo obiettivo, che tutti sappiano, è che esca di prigione! Subito!
:::Come?
Non conosciamo ancora le circostanze esatte del suo arresto, tuttavia sappiamo
che i poliziotti l'avevano avvicinato il martedì precedente al mercato bio del
Campidoglio dove aveva appena installato il "garage-volante" e hanno
confiscato-rubato il suo stand e la cassetta degli attrezzi dell'associazione.
Sono stati ritrovati più tardi presso il deposito della polizia, senza che
nessuna segnalazione di questo intervento fosse registrata al commissariato.
Colmo della stranezza Olivier si era recato personalmente al commissariato
mercoledì 28 novembre, in seguito alla scomparsa delle sue cose, gli era stato
comunicato che non c'era mandato di cattura al suo riguardo.
Giovedì pomeriggio i poliziotti l'hanno avvicinato di nuovo alla ciclofficina o
nei dintorni della ciclofficina dell'associazione sita a Mix'Art Myrys. Gli
avvenimenti successivi non possono essere comunicati perché ancora parziali, ma
ciò che si delinea, sono delle condizioni di arresto completamente fuori dalla
procedura "normale" con un passaggio al commissariato caratterizzato da nuove
violenze e durante il quale è apparso chiaro che i poliziotti hanno
deliberatamente approfittato dei funerali del figlio di un amico che riuniva
molte persone del suo ambiente, venerdì, per agire contro Olivier.
Olivier ed i membri dell'associazione Velorution non hanno mai smesso di
contestare e di denunciare la detenzione a danno di Olivier.
I capi d'imputazione a suo carico sono:
* oltraggio a ministro per lancio di yogurt sull'automobile di Sarkosy (4 mesi)
* intralcio alla circolazione e resistenza a pubblico ufficiale all'epoca del
suo arresto nell'aprile 2005 alla fine di una manifestazione di ciclisti (2 mesi)
* oltraggio a magistrato sotto forma di lettera inviata al giudice (1 mese),
lettera che enuncia i molteplici impedimenti ai diritti elementari della difesa
come per esempio il rifiuto sistematico di fornire la copia del dossier di
accusa, l'insabbiamento di qualsiasi elemento e prova che attesti i
maltrattamenti e i metodi irregolari adoperati dalla polizia, il rifiuto di
accogliere i reclami (denunce) depositati dall'associazione e da Olivier stesso,
e, in modo generale, le condizioni nelle quali si sono svolti i processi.