SECONDO INCONTRO INTERCONTINENTALE PER L'UMANITĀ E CONTRO IL NEOLIBERISMO


Si va verso la chiusura : "El Indiano"

Il viaggio e' lungo e si arriva dopo una giornata in cui si concludono le "mesas" di Barcellona con una festa/concerto in un parco.
Diciotto ore in treno per arrivare ad Utrera, paesino dell'Andalusia.
In corteo arriviamo ai pullman, destinazione Puerto Serrano, dove ci sistemeremo per la notte, visto che a "El Indiano", un podere occupato dal SOC ( Sindacato Obrero Campesino) non sono in grado di garantire la presenza delle 3000 persone partecipanti al II Incontro, come era invece previsto.
Comunque, ci dicono, "El Indiano" si trova a pochi Km e l'indomani mattina alle sette, perche' piu' tardi il sole renderebbe tutto molto piu' difficile, ci arriveremo con circa mezz'ora di cammino. A Puerto Serrano la sera ci attende una piccola manifestazione, una "comida" e il saluto da parte degli organizzatori locali. Il paese e la sua gente sono accoglienti con i compagni e le compagne venuti sin qui per le conclusioni del II Incontro. Certo, ci guardano un po' come se fossimo marziani ,arrivare stracarichi di zaini, tende, taniche di acqua: si staranno dicendo che deve esserci una ragione molto forte per spingerci in quest'angolo dell'Andalusia. La notte non e' delle migliori: si dorme all'aperto nei cortili di alcune scuole ed alcuni di noi dovranno star svegli a turno per assicurare la "seguridad". Al mattino e' il freddo prima che il sole a svegliarci. Dopo esserci lavati i denti e aver portato gli zaini in un luogo chiuso ci avviamo per "El Indiano" formando uno spontaneo e lungo serpentone. Il podere occupato, sottratto ad una multinazionale mafiosa da questi lavoratori della terra e' un territorio brullo: superato un piccolo torrente si arriva ai piedi di una collinetta sulla cui sommita' c'e' il casale che fa da cucina, refettorio e che ospita i diversi locali dell'organizzazione: il sole si fa gia' sentire. Ci sono delle parti coperte da alcuni capannoni e teloni che forniranno l'ombra necessaria per assistere alla lettura delle conclusioni delle diverse "mesas". la confusione e' tanta, ma l'organizzazione risponde adeguatamente alle esigenze dei diversi "encuentristi". Al contrario, per quanto riguarda la lettura delle conclusioni, siamo nel pieno caos: il momento d'inizio si rinvia di ora in ora, e si iniziera' dopo le tredici. Cio' e' essenzialmente dovuto al semplice motivo che molti gruppi non hanno finito di discutere e di riassumere il dibattito in un documento la cui lettura non puo' durare piu' di 7 minuti. Come e' successo al tavolo dell'informazione, dove si tenta un improbabile incontro con i partecipanti e le partecipanti all'omonimo tavolo di Madrid (noi eravamo a Barcellona). Poi si discute di "come fare per fare" la conclusione: quando finalmente si legge un breve " reasume" molto generico, si apre una piccola discussione su punti specifici da modificare o da aggiungere.

Quattro o cinque persone si appartano e si mettono a scrivere: forse fanno parte di quella schiera di mozionanti presenti in ogni movimento. Ma l" Encuentro" ormai e' finito: le mozioni, pardon, le conclusioni, specialmente sui temi riguardanti l'informazione , i media alternativi , la rete intercontinentale , contano relativamente poco. In questo caso i fatti contano piu' delle parole: il lavoro svolto dai compagni e dalle compagne della radio e di TMCREW e' piu`' esaustivo di qualsiasi intervento: ne saranno entusiasti pure i compagni dell'EZLN a cui possiamo far vedere la pagia Web realizzata per l'incontro. Altro valore assume invece la conclusione del tavolo sulla prigionia politica, dove una parola in piu' o in meno puo' avere un efffetto carico di significato. Forse e' per questo che alcun@ compagn@ sin dall'inizio della lettura delle prime conclusioni si mettono ai piedi del palco: per timore che qualcosa venga tagliato e modificato da parte degli organizzatori (?) . Di fatto la lettura avviene tra gli applausi: dopo una prima parte polemica con gli organizzatori colpevoli di aver genericamente confuso il tema della prigionia politica con la prigionia sociale, la conclusione si apre per accogliere un intervento distribuito anche come volantino a Ruesta (Pirenei) per tornare poi a quanto emerso ad Almuņacar, sottolineando "l'amnistia non come perdono di Stato, ma come soluzione di un rapporto di forza politico" e in particolare con un adesione alla lotta de@ prigionier@ basch@ e per il loro raggruppamento. Tutto va a finire che il tempo supera di gran lunga quello a disposizione rendendo impossibile per gli organizzatori la lettura delle conclusioni degli altri sottogruppi del tavolo 6, su "Animalismo e antispecismo " e di quello sulla sessualita': qualcuno tra la folla commentava : " sui punti siamo d'accordo, ma occorrerebbe un po' piu' di sintesi". Ora di pranzo, la fila e' interminabile, mentre si continua a leggere le conclusioni. Stasera sara' baldoria, perche' l'incontro e' per l'umanita' per fare incontrarci non solo per discutere ma anche per divertirci, senno' che umanita' saremmo?


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