Il sottogruppo su repressione e prigionia politica e sociale, riunito ad Almunecar, evidenzia un forte scollegamento tecnico-organizzativo-politico di tutto l'impianto, che lo ha reso difficoltoso e parziale.
Il fatto che nel programma non fosse menzionato il termine di prigionia politica, ha suscitato perplessita' e dubbi in gran parte dei compagni/e presenti, che hanno riprroposto la questione della prigionia politica in numerose "ponencias" (19 su 26).
La stessa ambiguita' ha fatto si che i compagni/e presenti nel tavolo sull'autodeterminazione dei popoli di "Ruesta" considerassero non adeguata l'espressione di un dibattito su tale tema (prigionia politica), che avvenisse in un contesto sfalsato come quello dell'emarginazione. La prigionia politica ha una sua forma e specificita', e non puo' essere considerata come una delle varianti della marginalita'. La scelta di utilizzare il termine prigionia di coscienza piuttosto che prigionia politica, ci sembra metta in discussione l'autodeterminazione delle forme di lotta (che possono anche essere determinate) dai popoli e dalla classe.
Infine il contributo da parte dei compagni/e presenti al tavolo di Ruesta (tra l'altro rappresentativi di realta' ) in cui si vive in maniera drammatica il problema della prigionia politica (kurdi, palestinesi, MRTA ecc..)ci sembra prezioso e fondamentale, ma ricordiamo che non si possono dividere la prigionia di quelli che lottanon, per l'autodeterminazione dei popoli, da coloro che lottano per una societa' piu' giusta, contro il sistema capitalistico. Ci sembra comunque opportuno che il nostro contributo sia integrato a queloo dei compagni/e di Ruesta. Nel frattempo stigmatizziamo le scelte di fondo che hanno reso possibili ambiguita', ma che comunque non hanno impedito che il nostro lavoro andasse avanti e che fosse alla fine propositivo.PROPOSTE
1) ci esprimiamo a favore di una campagnsa di mobilitazione internazionale per la liberazione di tutti/e i/le compaagni/e prigionieri/e politici/e, senza condizioni e nel rispetto della loro identita' rivoluzionaria, in particolare ci esprimiamo a favore della campagna di solidarieta' immediata di tutti/e i/le prigionieri/e politici baschi/e, che abia come obbiettivo il loro raggruppamento nei carceri di Euskal Herria.2) Ci esprimiamo a favore dell'abolizione assoluta di ogni forma di detenzione,(ne' un minuto, ne' un'ora, ne' un anno)di qualsiasi essere umano di ogni eta' e di ogni sesso in ogni parte del pianeta
Ci esprimiamo contro la differeziazione tra prigionieri/e politici/e e sociali: perche' i P P sono direttamente vittime dello scontro di classe.
I prigionieri sociali sono ugualmente vittime delle politiche del sistema neoliberista.3) Partendo dagli interventi tenutosi al nostro tavolo, tutti/e concordi nel denunciare il ruolo dei mass-media nel criminalizzare i soggetti sociali singoli o collettivi che vengono colpiti dalla repressione e parallelamente l'opera di censura svolta dall'informazione borghese sulle lotte e resistenze dei popoli del mondo in lotta contro il neoliberismo.
Partendo dalla lotta zapatista e dalla loro capacita' di uscire dall'isolamento, realizzando il primo incontro intercontinentale, proponiamo:
Una o piu' mobilitazioni internazionali da tenersi nei rispettivi paesi contemporaneamente, a partire dalla propria realta' concreta, per realizzare una giornata di lotta internazionale contro la repressione, nelle su varie forme di espressione, carceraria politica e comune, psichiatrica, militarista, contro i migranti e coloniale, mobilitazione volta a rompere la chiusura sdei Mass-Media.Proponiamo indicativamente alcune date:
2 Ottobbre: strage di studenti a Citta' del Messico (Plaza del las tres culturas)
10 Dicembre: Giornata internazionale dei "Diritti Umani"
19 Giugno: Giornata internazionale dei/le prigionieri/e politici/he (strage di "El Fronton" in Peru')4) proponiamo la costruzione di una rete internazionale di comunicazione e di lotta attraverso la creazione di un sito internet e di una "agenda" (per raccogliere indirizzi di gruppi, con una data organizzativa di qui a tre mesi, per creare una struttura di coordinamento), rete ch sia un luogo ideale di confronto e di scambio di comunicazione tra chi nel mondo lotta per l'umanita' e contro il neoliberismo. Rete che non puo' funzionare se non simunltaneamente sia a livello internazionale, che nazionale e locale; per questo e' necessario che in ogni paese si creino comitati locali contro il neoliberismo per perseguire obbiettivi comuni in tutti paesi:
5) Partendo dall'esigenza gia' espressa nel I Incontro in Chiapas di mantenere un confronto continuativo internazionale, proponiamo un incontro da tenersi a livello continentale per continuare a discutere e confrontarci sulla tematica della repressione, che sappia cogliere gli elementi comuni, per intraprendere forme di lotta concrete, nella direzione di un percorso di liberazione per i popoli della terra.
6) Nel tentativo di essere piu' concreti proponiamo una serie di mobilitazioni internazionaliste:
a) giorno di lotta internazionale da tenersi a livello locale contemporaneamente
b) incontro-dibattito su repressione e prigionia da tenersi a livello continentale (uno per ogni continente)
c) giorno di lotta internazionale da tenersi a livello continentale.