3. VISITA DELLA ZONA NORD. 3.1. COMUNITA’ DI MISOPA-CHINAL Intervista realizzata con il presidente ejidale della Comunita’ Misopa-Chinal e con i rappresentanti delle Municipio di Tila. Situazione della zona Attualmente la zona Nord e’ la regione dello stato del Chiapas con il maggior livello di conflittualita’ e violenza. Fino ad oggi sono stati denunciati 60 assassinii, attribuiti tutti al gruppo paramilitare “Paz y Justizia”. Le persone intervistate smentiscono la notizia che siano stati liberati 300 prigionieri appartenenti alla base di appoggio dell’EZLN. Segnalano che si trattavano di prigionieri comuni, integranti il gruppo paramilitare Los Chinchulines. Secondo tutti i testimoni nelle comunita’ divise i bambini delle famiglie non iscritte al partito ufficiale non possono andare a scuola. In generale e’ necessario segnale che l’ambiente nelle comunita’ e’ di isolamento, di panico e di terrore. Il presidente ejidale manifesta alla Commissione il fatto che sono stati espulsi dalle loro terre per ordine di un latifondista estremamente ricco originario del Tabasco, che dice, di averle comprate dal governo. Il teste afferma che sono due anni che non le coltivano, perche’ potrebbero finire in carcere. Si tratta dei migliori terreni dell’ejido e il proprietario attuale, il latifondista Ramon Gil, le tiene incolte. La comunita’ sta cercando di dimostrare che le terre appartengono all’ ejido, ma il governo non riconosce i loro diritti; in questo modo sono obbligati a coltivare altre terre dell’ejido, che pero’ sono insufficienti alla sussistenza della comunita’. Il presidente spiega che ora hanno piantato la milpa in una parte del terreno di Ramon Gil, ora che il raccolto e’ pronto, li minacciano di arrestarli se vanno a raccogliere, perche’ il terreno ha un proprietario legale, quindi anche il raccolto risulta essere il suo. Afferma che il principale problema che esiste in Chiapas e’ la mancanza di terra per gli indigeni, a cui stanno rubando tutte le terre con vendite ai latifondisti. Il presidente denuncia la presenza delle Sicurezza Pubblica in collaborazione con “Paz y Justizia”. Dichiara che fanno molte foto e tutti i generi di domande. Vive con terrore, perche’ essere rappresentante ejidale e simpatizzante dell’EZLN e’ un motivo sufficiente perche’ lo accusino di qualsiasi cosa e lo incarcerino. Commenta anche che nel suo ejido ci sono 25 membri di “Paz y Justizia”. Nella Zona Nord la percentuale degli appartenenti a questo gruppo non arriva al 10%, il resto e’ tutta base di appoggio dell’EZLN. Denuncia nessun membro di “Paz y Justizia” e’ mai stato scacciato dalla sua comunita’, lavorano le loro terre e, inoltre, ricevono denaro dal governo. La comunita’ li rispetta, perche’ non vuole creare conflitti tra le persone interne, anche se lamenta che quando la situazione e’ ribaltata e la maggioranza nell’ejido e’ di “Paz y Justizia”, la minoranza dell’EZLN e’ costantemente aggredita e scacciata dalla comunita’, con la perdita di tutte le proprieta’. Il presidente denuncia il fatto che i medici non si recano piu’ alle comunita’ zapatiste per timore delle minacce che membri di “Paz y Justizia”. Queste comunita’ quindi non hanno accessi ai medicamenti e molte persone muoiono per malattie facilmente curabili. Dichiara che non possono muoversi liberamente a causa dei numerosi posti di blocco militari e perche’ hanno molto timore dei membri di “Paz y Justizia”, che nei posti di blocco li denunciano come colpevoli di furti o sequestri. Secondo il presidente municipale ci sono circa 1500 persone con ordine di cattura nella Zona Nord del Chiapas, accusate di traffico di droga o armi, i militari giustificano in questo modo la loro presenza. 3.1.1. INTERVISTA CON UN EX-PRIGIONIERO, REALIZZATA NELLA COMUNITA’ MISOPA-CHINAL L’ex-prigioniero racconta che 15 uomini armati e 3 elicotteri arrivarono un giorno alla sua casa e lo portarono a Tuxla e da li’ al carcere di Cerro Hueco. Dice che con lui furono incarcerate altre 8 persone, senza aver mai saputo in nessun momento di quale delitto fossero accusati e quali fossero i loro diritti. Dichiarano che usciro’ dal carcere pagando una cauzione di 3.655 pesos per persona e li si accusa del sequestro di un membro di “Paz y Justizia”. Puntualizza che ci sono 23 persone della sua comunita’ con ordine di detenzione per denunce di membri di “Paz y Justizia”. Perche’ si effettui la detenzione e’ sufficiente una denuncia di un qualsiasi membro di “Paz y Justizia”. Non esiste nessun membro di “Paz y Justizia” in carcere, nonostante esistano molte denunce contro di loro. Sono imprigionati solo i colpevoli del massacro di Acteal, dovuto al fatto che ha avuto molta risonanza. Spiega che ci sono molti membri di “Paz y Justizia” che disertano perche’ non vogliono continuare la violenza, ma sono minacciati dallo loro stesso gruppo, che arriva anche all’omicidio, incolpando poi gli zapatisti del fatto. Denuncia con nomi i membri di “Paz y Justizia”, che accusa di saccheggi di fattorie e bestiame e li accusa di essere presenti spesso nei posti di blocchi militari armati: Abel Diaz Arcos, Luciano Gutierrez Diaz, Romulo Gutierrez Diaz, Eladio Diaz Perez, Candido Diaz Arcos, Pulinario Diaz Arcos, Aurelio Gutierrez Diaz, Peñito Gutierrez Diaz, Marcelino Gutierrez Diaz, Fidel Martinez Lopez, Domingo Gutierrez Diaz, appartemenenti tutti alla comunita’ di Carmen Primera*. 3.1.2. INTERVISTA CON PERSONE “DESPLAZADOS” DELLA ZONA NORD, REALIZZATA IL 19 FEBBRAIO NEL MUNICIPIO DI TILA, COMUNITA’MISOPA CHINAL Intervista n°1: Il dichiarante Domingo Ramirez Lopez afferma che il 1 agosto 1997, la sua famiglia, formata da sua moglie Magdalena Lopez Martinez e i suoi cinque figli accompagnati da suo suocero, sua cognata Guadalupe Lopez Martinez e i suoi due figli dovettero fuggire dalla comunita’ dopo essere stati aggrediti da vari membri del gruppo “Paz y Justizia”, appartenenti alle comunita’ de El Crucero e Nuevo Limar. Gli aggressori erano comandati da Antonio Lopez Vasquez e sono: Julio Lopez Vasquez, Mateo Ramirez Lopez. Queste persone violarono Magdalena e Guadalupe alla presenza dei loro figli. Fuggirono fino a rifugiarsi nel municipio di Tila, lasciando tutte le loro proprieta’: milpa, semina di caffe’ ed animali. Le persone che le aggredirono portavano armi di grosso calibro, date loro dal Presidente Municipale di El Crucero. Inoltre presenziarono all’uccisione a colpi di machete del signor Mateo Arcos Guzman. Attualmente vivono nella comunita’ in una piccola capanna di pali e coperta di foglie di palma, vivendo di quel poco che la comunita’ puo’ loro offrire. Magdalena Lopez Martinez soffre di problemi mestruali molto gravi ed emorragie, che le hanno causato un’anemia perniciosa che la debilita in maniera estrema. Guadalupe Lopez Martinez ha partorito recentemente e il suo stato di salute e’ molto precario. La situazione della famiglia e’ tanto critica che sono disposti a ritornare ai loro luoghi di origine a rischio della stessa vita, per cercare di recuperare qualcosa delle loro proprieta’ e la loro casa di lamiera. Manifestano che mai ebbero problemi nella loro comunita’ e che il loro unico delitto e’quello di considerarsi base d’appoggio zapatista. Chiedono alla Commissione di rendere pubblici questi fatti ed esigono alle autorita’ di indagare sugli stessi e di restituire loro le terre e i beni. Intervista n°2: "Sono sette mesi che siamo profughi, vorremmo ritornare alle nostre comunità però non possiamo, non vediamo come. Gli alimenti sono carenti, sono già vari mesi che andiamo avanti senza avere sufficiente cibo. Speriamo che si sappia della nostra situazione visto che noi manchiamo dei mezzi per farla conoscere. Nella nostra comunità di origine c'è attualmente un accampamento di Sicurezza Pubblica, a circa mezz’ora di cammino. Sono quelli della Sicurezza Pubblica che sono arrivati da Tuxtla Gutiérrez. Questa Sicurezza Pubblica non è a nostro favore, sono con quelli di "Pace e Giustizia". Se vogliamo parlare con la Sicurezza Pubblica non ci appoggiano. Quelli di Pace e Giustizia" possono farci quello lo che vogliono perché non abbiamo di ché difenderci. Non possiamo andare a parlare con le autorità perché non si può uscire, non siamo rispettati. Siamo in una organizzazione, sì, ne abbiamo diritto. Io sono messicano e ho diritto a combattere per i miei diritti. Però restiamo così, soli. Ci hanno accusato quelli di "Pace e Giustizia". Non hanno portato in carcere nessuno della mia comunità, ma perché siamo stati tre giorni nascosti in montagna. Io credo che se ci avessero trovato ci avrebbero portato in carcere. Siamo scappati con un cambio di abbigliamento. Sono scappati tutti lì in montagna, non si mangiava niente, non c’era neppure acqua. Io me ne andai, dormii anche in montagna, soffrendo per la mosca. Verso le undici di notte mandai a cercare la mia famiglia. Io non andai. Altri camminarono fino a Salto de Agua. Dissi ai miei familiari che se ne andassero però quelli di "Pace e Giustizia" non diedero loro chance. Chiusero il cammino, armati, non lasciarono uscire... Al giorno seguente già stavano volando gli elicotteri. Immediatamente scesi fino alla comunità e allora uscii. Questa e' la mia parola." Alle domande degli osservatori l’interlocutore risponde che camminarono per otto giorni, senza cibo, fino ad arrivare a Salto de Agua "dove ci sono compagni" che gli offrirono rifugio. Nello stesso modo afferma che suo padre ebbe paura dei soldati e rimase nell’antica comunità. "Dicono che ancora vive lì " Dichiara che i membri di "Pace e Giustizia" sono rimasti con il suo raccolto di mais e fagioli. Intervista nº3: "Noi non ci stiamo organizzando per ucciderci tra indigeni. Ci stiamo organizzando per lavorare. Quelli di "Pace e Giustizia" sono arrivati da altre comunità. A Cruz Palenque sono arrivati verso le cinque di mattina e hanno circondato la comunità con le loro armi. Allora cominciarono a sparare all’aria e in tutte le case e noi uscimmo scappando per la collina con i nostri figli e familiari. Questo successe il primo di agosto. Successe così. Ad alcuni spararono quando stavano scappando. Uccisero un signore che si chiama Nicolás Maya Gutiérrez, di cinquant’anni. Gli spararono. Lì uccisero anche un giovane di tredici anni. Si chiamava Miguel Gutiérrez Peñate. Lo sequestrarono e riapparve morto. La Sicurezza Pubblica portò il cadavere, e lo abbiamo seppellito. C'è stato un grave problema a Cruz Palenque, scappammo e quelli che non scapparono li uccisero lì. Siamo tredici famiglie, fuggimmo in 96 . Ci rifugiammo un mese a Salto de Agua e dopo dovemmo cercare una comunità dove vivere tranquilli. Non possiamo rimanere lì nella città perché ci succederà lo stesso . Tutti i nostri averi li abbiamo persi là a Cruz Palenque. Tutto il nostro bestiame. Vogliamo chiedere a chi ci ascolta di recuperare quegli animali. Il governo non risponde su come risolvere questo problema. Sono già sette mesi che stiamo soffrendo qui in Misopá, senza mangiare e senza niente. Nessuno ci appoggia. Un deputato della camera là in Messico ci appoggiò. Inviò otto tonnellate di mais e ciò e' quello che stiamo mangiando. Non so di che partito e'. Io creo che sia del PRD, non so. Però questo finirà. Stiamo pensando come potremo acquistare il nostro mais perché qui non c'è dove lavorare, dove ottenere denaro." Alla domanda se si sentono sicuri nella comunità dove vivono attualmente l’interlocutore rispose di no, che stanno soffrendo perché sono fuori dalle loro case e non hanno da mangiare. Intervista n°4: RIASSUNTO DELLA LETTURA DI UNA LETTERA DI SUPPLICA ALLA COMMISSIONE DI OSSERVAZIONE Si descrive come il gruppo "Pace e Giustizia" si organizza nel 1995 per agire contro la loro "organizzazione" - nome con il quale le basi di appoggio descrivono la struttura civile dell’EZLN- Si spiega in questa lettera che loro non sono nell’ "organizzazione" per uccidersi tra indigeni e che il governo ha fomentato la creazione del gruppo paramilitare per dare origine a problemi nelle comunità. Si relaziona anche sui fatti accaduti il 1º agosto 1997, nei quali fuggirono dalla loro comunità di origine a causa di questi problemi. Gli attacchi si produssero in maniera sincronizzata in vari punti della comunità di Cruz Palenque. Dà il nome delle persone che rimasero uccise in questo attacco, i già citati Nicolás Maya Gutiérrez, di 50 anni e il giovane Miguel Gutiérrez Peñate, di 13 anni di età. E di un’altra persona morta ad Aguascalientes, di nome Mateo Arcos Guzmán di 60 anni. Narra anche il soggiorno del gruppo di profughi a Salto de Agua, per un mese, e l’assegnazione di un terreno in Misopá. Descrive le carenze alimentari e di medicine che soffre il gruppo di profughi e la mancanza di risorse economiche e accusa "Pace e Giustizia" di appropriarsi del loro bestiame, animali da fattoria, utensili, vestiti e altri averi. Afferma che vogliono che queste perdite siano compensate ed esigono una soluzione dal governo. Intervista nº 5: Parla una persona della comunità Ojo de Agua che si dice sfollata dalla sua comunità di origine per l’azione violenta dell’organizzazione "Pace e Giustizia" dal 13 di dicembre 1995, vive da allora come sfollato accanto alle sette famiglie che formano la sua comunità nel villaggio di Passo Chinal. L’attacco che si descrive come causa dell’allontanamento lo fecero, sempre secondo la sua testimonianza, circa 150 persone armate appartenenti al gruppo "Pace e Giustizia". Nella fuga gli abitanti di questa comunità lasciarono le loro case. Mette a conoscenza degli osservatori questa situazione perché la comunità internazionale sappia quello che sta succedendo in Chiapas poiché già non vogliamo continuare con questa sofferenza. Esige una soluzione di questi problemi da parte del governo, poi descrive la mancanza di risorse della loro comunità, segnalando carenza di alimenti e medicine. Sollecita appoggio. Intervista n°6: La seguente testimonianza fu raccolta il 19 febbraio 1998 nel municipio di Tila, comunita’ di Misopa Chinal. Il dichiarante Jose Lopez Lopez e’ il rappresentante dei “desplazados” della Colonia Pantanija. Il 1 agosto 1997 furono scacciati dalla colonia di Pantanija. Il signor Don Mateo Arcos Guzman fu assassinato e il cadavere venne nascosto in montagna e fino ad ora non e’stato trovato. Fino a oggi il Governo non ha fatto giustizia, dato che e’il mandante di “Paz y Justizia” perche’ uccida gli indigeni. Nessuno degli assassini e’stato incarcerato; sono di Crucero, Miguel Aleman, Masoja Chico, Nuevo Limar, Agua Fria, Cruz Palenque, Pantanija. Gli scacciati hanno perduto tutto, gli utensili da cucina, il pollame, il caffe’, il mais, i fagioli. Fino ad oggi hanno sofferto la mancanza di alimenti e di indumenti. I figli sono malati. Soffrono anche per la mancanza di risorse economiche e di risorse di vita, dato che sono lontani dalla loro comunita’. I membri di “Paz y Justizia” stanno approfittando delle loro proprieta’ e dei loro terreni. In questo momento le loro case sono state distrutte, sono sette mesi da che furono scacciati e i loro figli non vanno a scuola. Reclamano garanzie per poter tornare ai loro luoghi di origine.