PER UN MONDO
CHE CONTENGA
TUTTI I MONDI


Viviamo un epoca di intensa colonizzazione dei rapporti umani. Ovunque, il medesimo sistema sociale che sottomette l'umanità alla legge del denaro rende uniforme la vita producendo miseria e devastazione. Di fronte alle rovine provocate da questa macchina travolgente, le resistenze e le pratiche che risalgono ad altri modi di vita, quando esistono, sembrano condannate all'isolamento.

È venuto il momento di rompere il circolo vizioso che impedisce all'umanità di mettere in comune le lotte, il malessere e la volontà di cambiamento.

In Messico, la ribellione armata delle comunità indigene del Chiapas organizzate nell'EZLN ha aperto la porta su un futuro differente. È dal primo gennaio 1994 che la lotta immaginativa degli zapatisti sprona i popoli del mondo a conoscersi e a creare alternative al neoliberismo fatto sistema. Le loro iniziative si realizzano fuori dal quadro istituzionale e politico tradizionale e cercano sempre di coinvolgere il maggior numero possibile di persone, soprattutto fra gli emarginati.

È con questo spirito che l'estate scorsa essi hanno organizzato il Primo Incontro Intercontinentale per l'Umanità e contro il Neoliberismo svoltosi in cinque comunità indigene del Chiapas, malgrado l'occupazione militare e l'assedio dell'esercito federale messicano. In quell'occasione, circa tre mila persone provenienti da 43 paesi dei cinque continenti hanno avuto la possibilità i conoscersi, riflettere ed esprimersi insieme, in un atto di solidarietà senza precedenti.

Quelle persone hanno osato varcare la porta aperta dagli zapatisti ed hanno provato a passare dall'altra parte dello specchio, dove tutti possiamo essere uguali proprio perché riusciamo ad essere differenti, dove non esiste un solo modo di vivere, dove si coniuga il rifiuto del sistema attuale con il desiderio di costruire un mondo che contiene molti mondi, l'umanità di cui parliamo.

Ovunque vi é gente che ne ha abbastanza dei valori dominanti, che cerca di cambiare la propria vita, di aprire nuovi spazi e di costruire un presente piú degno. Ovunque vi sono complici desiderosi di vivere l'avventura. Per questo vale la pena di continuare quanto iniziato in Chiapas e creare la rete di resistenza proposta durante l'Incontro. "Una rete intercontinentale di resistenze che si aiutino tra di loro, una rete senza una struttura organizzativa, senza un centro di direzione, senza un comando centrale, senza gerarchie. Una rete conformata da tutti coloro che resistono"

Per tutto ciò convochiamo il SECONDO INCONTRO INTERCONTINENTALE PER L'UMANITÀ E CONTRO IL NEOLIBERISMO la prossima estate...

Vogliamo fare un incontro di tutte le lotte contro il neoliberismo, un incontro di tutte le persone, organizzate o no, che si sentono scontente della vita che é loro imposta.

Vogliamo fare un incontro dove, al di sopra di conclusioni e risoluzioni prevalgano gli scambi di idee, di pratiche, di desideri. Vogliamo fare un incontro auto-organizzato, dove le persone che partecipano lo facciano proprio, si impegnino nella preparazione dei gruppi di lavoro e nei compiti pratici che lo renderanno possibile. Il processo di organizzazione è, crediamo, importante quanto l'incontro stesso.

Vogliamo fare un incontro che offra a tutti la possibilità di sperimentare nuove forme di politica. Vogliamo imparare ad aprire spazi auto-organizzati, vogliamo rompere con le nostre riserve e rompere con i cordoni informativi, politici e culturali che ci mantengono separati.

Vogliamo che tutti, uomini e donne, imparino a camminare insieme e si impadroniscano della propria vita.E vogliamo parlarne con tutti coloro che si sentono disposti a rendere possibile questo Secondo Incontro Intercontinentale per l'Umanità e contro il Neoliberismo.


Col.lectiu de Solidaritat amb la Rebel.lió Zapatista
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