Sono cominciati oggi, 28 luglio, i lavori dei gruppi che si riuniscono ad
Almuñacar, in Andalusia. Nella mattinata si e´svolta l'ássemblea di
presentazione dei gruppi di lavoro, con le divisioni in tavoli e
sottotavoli. I partecipanti in Almuñacar sono il doppio di quelli che
erano previsti fino a qualche giorno fa, e questo ha creato non pochi
problemi nella suddivisione dei gruppi. Ci sono state diverse
contestazioni, sia nelle scelte originarie che erano state fatte all'atto
della convocazione, sia in quelle successive fatte in questi giorni. In
particolare, si contestavano alcune forme di divisione di temi che
replicavano le divisioni fatte dai governi per separare le lotte, e
dividere i conflitti sociali.
Il tavolo su "La questione dei prigionieri. Prigionieri di coscienza e
prigionieri sociali", ha visto il piu´grosso gruppo partecipante, oltre
cento persone, che non hanno accettato la proposta di dividersi in due
gruppi differenti con gli stessi temi, ne quella di dividere l'argomento in
due temi distinti e riunificarli dopo. Il gruppo era composto
prevalentemente da italiani, circa ottanta persone, in maggioranza giovani
e giovanissimi, da cinque francesi, alcuni tedeschi e americani, una decina
circa di spagnoli.
Sempre al tavolo sull'immigrazione, ma nel sottogruppo che si occupa degli
aspetti culturali delle migrazioni, l'elemento piú importante é stata la
presenza della delegazione gitana, che ha raccontato storicamente la
propria esistenza, dando informazioni sulle leggi che , a partire dal 1400,
hanno cercato di eliminare la cultura gitana attraverso il divieto
dell'utilizzo della propria lingua, la proibizione di lavorare nelle stesse
occupazioni degli spagnoli riconosciuti, l'imposizione di percorsi fissi.
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IIº Encuentro por la Humanidad y contra el Neoliberalismo
Sede de Almuñécar
Andalucía. Estado Español. Planeta Tierra...
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ESTAMOS PARTICIPANDO PARA QUE EN ESTE MUNDO QUEPAN MUCHOS MAS MUNDOS
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All'ultimo, si e`deciso che i gruppi che avevano problemi di
sovraffollamento si sarebbero visti a parte e avrebbero deciso caso per
caso quale metodo adottare. Subito dopo la chiusura della assemblea i
partecipanti si sono mossi in corteo verso la spiaggia di Almuñacar, per
rendere omaggio a tutti coloro che sono affogati nel tentativo di giungere
in Spagna dal Marocco, inseguendo il miraggio di una vita migliore. Alle
diciassette, finalmente, sono cominciati i lavori dei tavoli e dei
sottogruppi che si sono creati.
Al tavolo sull'immigrazione si e`parlato di come sono cambiati, anche per
la Spagna (ma vale per molti dei paesi europei) i rapporti nel passaggio da
paese di emigranti a paese di raccolta di emigranti. La spagna tende a
dimenticare il suo passato in questo senso, e sono solo le Ong che
stabiliscono una rete che consente di poter aiutare in qualche modo coloro
che giungono sulle coste della spagna, facendo ottenere permessi di
soggiorno, seppure temporanei.Si e´parlato anche di una serie di illegalita
operate dal governo spagnolo, come la costituzione di zone franche che
vengono utilizzate per confinare gli immigrati, dove la gestione
e´totalmente in mano alla polizia, senza nessun tipo di controllo o
rispetto delle leggi. Sono i campi di confino, presenti non solo sul
territorio spagnolo ma anche sul territorio africano, in zone a
giurisdizione spagnola.
Il secondo intervento ha riguardato il tema dell'immigrazione in Messico,
che da un lato fornisce mano d'opera per gli Stati Uniti, e dall'altro e'
ricettore di altra immigrazione dai paesi confinanti. Gli immigrati
messicani sono doppiamente sfruttati, sia sul posto di lavoro, dove
ricevono un salario inferiore a quello dovuto, sia nel momento di inviare
il denaro ai propri familiari, attraverso le speculazioni bancarie e gli
interessi lasciati maturare. L'invio di denaro dagli Stati Uniti e' uno dei
punti piu´forti della bilancia commerciale messicana. Questi temi sono
stati solo accennati nella giornata di oggi, non essendoci tempo per un
dibattito ma solo per una presentazione dei temi di discussione.
Ci sono volute due ore per mettersi daccordo sul modo di organizzare le
traduzioni, tanto che il gruppo tedesco ha preferito costituire un tavolo a
parte con chiunque fosse interessato, e ha dato vita ad un'altra mesa che
ha gia´iniziato a discutere. Nel tavolo grande, invece, le discussioni
inizieranno solo domani, perche´c'e`stato solo il tempo di elencare i temi
che verranno pio discussi.
Dalla Germania, parlera´un gruppo di sostegno all'obiezione di coscienza;
dall'EZLN arrivera´un intervento scritto sulla prigionia; il gruppo
anarchico polacco ha preparato anch'esso un intervento. Dalla Grecia, un
video sulle rivolte in carcere e all'universitá, e informazioni sullo
sciopero della fame degli anarchici.
Dagli Stati Uniti, un intervento sulla situazione dei prigionieri, in
particolare quelli di colore e di altre minoranze etniche, nonché della
prigionia politica.
Dall'italia, cinque interventi: il gruppo di Iniziativa Non Psichiatrica
parlerá sulla psichiatria come controllo sociale (e questo tema é stato
inserito all'atto della costituzione del tavolo di lavoro, considerando non
solo le prigionie fisiche ma anche quelle mentali); un gruppo di sostegno
veneto ha preparato un intervento sui prigionieri politicio baschi, mentre
il coordinamento Mumia Abu Jamal parlerá della prigionia politica. Poi
ancora, si tratterá delle politiche emergenziali come controllo sociale, e
infine di Silvia Baraldini.
Anche la Francia ha preparato un documento, sotto forma di fanzine,
sull'abolizione delle carceri e di sostegno ai prigionieri politici e
sociali. Affronteranno diversi aspetti della prigionia, legislativo,
sociale, relazionale, e produrranno un video su una prigione femminile alle
porte di Parigi.
E´in questo tavolo anche la delegata dei Paesi Baschi, e parlerá attraverso
quattro video sulla situazione nel suo paese.
Come si puó vedere, le relazioni sono moltissime, e riguardano
principalmente i paesi europei, sia come promotori che come temi di
discussione. Questo anche in polemica con l'organizzazione dell'incontro,
che non ha sottolineato il problema della prigionia politica e della
repressione in Europa in maniera piú evidente. In particolare, i baschi
contestano che, trovandosi in Spagna, non si sia dedicata attenzione al
problema delle lotte che nel loro paesee si conducono, e che anzi si sia
cercato, attraverso l'eliminazione del tavolo che doveva tenersi da loro,
di escludere totalmente il problema del popolo basco dall'incontro.
Di tutto questo si é parlato alla fine dell'incontro, in un sottogruppo
spontaneo che si è venuto a costituire attorno alla compagna basca, alla
quale sono state poste numerose domande, in particolare sui rapporti tra
i militanti baschi e la sinistra spagnola, e soprattutto con coloro che
hanno organizzato questo secondo incontro.
Ci é sembrato di capire (ma avremo modo di parlarne meglio nella giornata
di domani) che non esistano interlocutori possibili per loro in questo
paese, non essendoci movimenti rivoluzionari che siano di sostegno concreto
e di lotta per obiettivi con loro compatibili. Si é parlato molto anche
della situazione attuale in cui si trova l'ETA a seguito degli ultimi
avvenimenti, anche se per queste questioni la maggior parte delle risposte
sono state rimandate al 1 agosto, quando ci si incontrerá a El Indiano
anche con il compagno basco che in questo momento é lá e che é qui
appositamente per parlarne. Il tema che invece si intende affrontare in
questo tavolo é quello esclusivo della prigionia politica, partendo dal
gruppo di cui la compagna fa parte, e che é un gruppo di sostegno ai
familiari dei militanti baschi prigionieri nelle carceri non solo spagnole,
ma anche di altri paesi come le Canarie e altri stati del Centro e Sud
America.