Prima che
il fascismo di Mussolini (3) e D'Annunzio (4) si sviluppasse in Italia
intorno al 1919-1920 il termine antifascismo non
esisteva (tra l'altro, il termine fascio risulta vergognosamente ripreso
dai fasci dei lavoratori siciliani che in quegli anni
occuparono delle terre incolte. Ma si tratta comunque di braccianti socialisti
o anarchici).
Esisteva invece, un pensiero e una pratica che mirava si al miglioramento
nei posti di lavoro, all'igiene o ad una cultura stessa
per tutti gli esclusi e i dimenticati, ma che allo stesso tempo inaspriva
e accettava il conflitto contro i padroni schiavisti,
i governi che mandavano al macello milioni di uomini in guerra, il clero
bigotto e reazionario, il Re e la sua monarchia.
Erano i
tempi dei regicidi, delle campagne pro Sacco e Vanzetti5, pro Masetti6,
degli scontri di piazza finiti con decine di
mitragliati dall'esercito Italiano, degli espropri compiuti da soggetti
politicizzati per autosostentamento o per finanziare giornali
di movimento, gruppi rivoluzionari come ad esempio quello di B. Durruti
e Ascaso7, che durante la guerra civile spagnola hanno
combattuto con coraggio i fascisti di Franco.
Ma erano anche i tempi delle occupazioni delle terre, delle fabbriche
e degli scioperi serrati (oggi chiamati "selvaggi").
E proprio per fermare queste tensioni, i padroni di allora decisero di
finanziare gruppi mercenari di picchiatori fascisti, ex
combattenti della prima guerra mondiale (tornati in patria pieni di avversità
verso la società per la quale avevano combattuto
e che ora li dimenticava a li abbandonava alla disoccupazione), pronti
a svolgere questo sporco ruolo che voleva introdursi
nella storia mondiale come una rivoluzione.
Rivoluzione propensa a spingersi verso il nazionalismo, la gerarchia,
il maschilismo, il militarismo, il confino per i dissidenti
politici, il razzismo della prevaricazione su popolazioni inermi come
nel caso della Libia, l'Etiopia-Eritrea8, o il ghetto degli ebrei
a Roma9. Il tutto si può quasi riassumere come lo sviluppo dei
potenti sui cadaveri dei poveri.
Dalla breve lettura fino ad ora effettuata avrete sicuramente notato che
molte caratteristiche proprie del fascismo sono
tuttora utilizzate da forze politiche che si rifanno alla democrazia parlamentare
ma che per magia riescono (non sempre!!!) ad
occultare.
Trattiamo dunque il discorso agricolo parlando di...
|
Fare un
quadro generale di queste merde in doppio petto è in realtà
molto più difficile di quanto non sembri.
Nella storia recente hanno sempre svolto il ruolo di pompieri sociali
pronti a spegnere le tensioni radicali, le lotte, l'ansia
collettiva e le spinte rivoluzionarie di ogni tipo e colore. Si sono serviti
di sindacati, di loggie massoniche, della mafia,
dei mezzi di comunicazione...
Prima del fascismo c'erano i repubblicani, i socialisti e gli appena nati
comunisti. Tutti, o quasi, uniti per sconfiggere o
appunto incanalare le spinte sociali. Sempre pronti a chiamare alla calma
e al raziocinio; una volta contro l'esercito che
massacra i manifestanti e la volta dopo a favore dell'intervento nella
prima guerra mondiale, una volta per lo sciopero
generale, e quando il gioco si faceva duro e le fabbriche venivano occupate
facevano di tutto per prendere il controllo della
situazione e rimandare tutti a casa senza nessun risultato se non quello
di decine di compagni/e incarcerati e dimenticati.
Con la marcia su Roma10, a quanto pare si ebbe la sensazione che tutto
crollasse, e i nostri cari porci passarono con le
camicie nere11. Questo è un fatto importante che destabilizzò
la politica a livello nazionale perchè tra i traditori non c'erano
solo i sopra citati, ma purtroppo un numero enorme di persone che fino
a quel momento si erano dimostrate in "buona fede",
se di fede si può parlare.
In questo clima favorevole per i soliti padroni e vari gerarchi, avvennero
numerose vendette contro case del popolo,
cooperative agricole, di mutuo soccorso, sedi di giornali, di gruppi non
aderenti al fascismo.
La risposta delle forze democratiche fu praticamente nulla.
Le squadraccie agivano indisturbate, compiendo inaudite violenze laddove
trovavano un minimo di resistenza,
per far passare la voglia ai paesi vicini, di provare ad alzare la testa
come gli appena mal capitati12.
Anche gli attentati contro Mussolini fallirono13 .
I confini dell'Italia del Duce vide oltrepassare centinaia e centinaia
di rivoluzionari perseguitati dalla polizia (O.V.R.A.).
Venivano chiamati fuoriusciti, come per evidenziare che queste persone
abbandonavano il paese in un momento di "grande
splendore " e crescita. Ma in nessun luogo pubblico si sentiva parlare
dei "fuoriusciti" come dei confinati coatti dal regime.
Le loro mete erano per lo più la Francia14 (da sempre terra di
rifugiati politici) e gli Stati Uniti. Le varie implicazioni e
responsabilità, a livello nazionale e internazionale sono state
come nel caso della monarchia italiana (riabilitata dal team
berlusconiano), o come il bolscevismo russo (che meriterebbe un approfondimento
a parte), di enorme importanza; senza
parlare poi del vaticano di cui è responsabile al giorno d'oggi
quel reggiccaccole di Woitjla che ha avuto parole di disprezzo
un po' per tutti, tranne che per il fascismo che i suoi precedenti appoggiarono
( e che li arricchì ulteriormente).
La politica attuata dalla dittatura fu soprattutto di tipo populista,
fatto di enormi sacrifici e qualche piccolo contentino
sfruttato puntualmente per la propaganda.
Portò migliaia di operai e contadini dal nord est per bonificare
le paludi dell'agro pontino (opera in verità iniziata sia nel
periodo degli imperatori romani, che all' inizio del XX secolo).
Consegnò le terre ai nuovi arrivati per farle lavorare, aumentò
il prodotto lordo interno.
Stimolò con soldi e privilegi la crescita demografica. L'Italia
fascista ebbe più figli.
Al popolino sembrava che tutto andava per il meglio, la colonizzazione
dei territori africani dimostrava ancora
una volta che il Duce era il condottiero delle masse
il nuovo imperatore.
Poi arrivò Hitler, gli accordi folli tra i due
la guerra.
E a quel punto la ricchezza prodotta dalle braccia dei lavoratori finanziò
l'impresa. I figli della dittatura partirono per il fronte.
Le fabbriche non produssero quasi più trattori ma migliaia di carri
armati, cannoni, sottomarini, aeroplani e bombe
tante bombe.
Solo
allora si incominciò a capire quale era la vera intenzione del
Duce quando voleva aumentare la produzione e la
crescita demografica.
Tutti sappiamo più o meno come andò il resto.
Siamo praticamente arrivati alla resistenza15, è l'ora conclusiva.
Mai come in questo frangente la situazione diventa
favorevole per gli antifascisti che da molti mesi si organizzano. Bisogna
intensificare gli attacchi, comunicare con la
popolazione che è ormai stanca e affamata16. La resistenza, dopo
tante sconfitte riesce ad avere la meglio, gli alleati
presenti nel territorio (americani e inglesi) non vorrebbero appoggiare
i ribelli ma la loro presenza militare in qualche modo
aiuta. E' una popolazione in armi, piena di vigore, che si sente solidale,
che odia ogni traccia della dittatura fascista e forse
anche di più l'occupazione nazista. La Repubblica di Salò
finisce come merita. Il Duce viene trucidato a Piazzale Loreto, i
nazisti se ne vanno. Il fermento, ancora una volta tocca il cielo. Qualcuno
azzarda a dire che la rivoluzione è vicina.
Gli alleati non ci stanno, vogliono un governo provvisorio, vogliono metterci
le loro basi militari e vogliono una parte del
bottino. E' a questo punto che riaffiora il vecchio spirito delle forze
democratiche che fino a quel momento avevano
combattuto il fascismo. La situazione è sicuramente caotica. Riformare
un governo? Non se ne parla nemmeno; e poi ci sono
ancora tanti squadristi, e gerarchi fascisti liberi
troppi conti
da saldare.
I vari politicanti17 che spingeranno per una costituzione e di conseguenza
per un governo stabile che sia il frutto di una lotta
portata agli stremi dalla situazione, si opporranno abilmente alle tensioni
popolari di resistenza. -Per molto tempo questo fu un
cavallo da battaglia tra i partiti democratici: "anche noi abbiamo
sconfitto il fascismo, ora dovete votare perché siete liberi, la
democrazia in Italia si basa sul lavoro e sui doveri". <certo,
dovete farvi i cazzi vostri e lavorare>.- Un tipico esempio di mossa
antirivoluzionaria da parte dei democratici fu quella di dare l'appellativo
di banditi a tutte quelle forze che dopo la "fine storica"
del fascismo continuarono a colpire persone e obbiettivi che ancora si
rifacevano a quella ideologia come la volante rossa o
altri gruppi che in Sicilia o in Calabria lottavano armati e si finanziavano
con l'esproprio. Molte di queste persone finirono in
galera o fucilati dalla mafia, sempre con il nominativo di banditi o briganti
e mai come ribelli, o meglio: rivoluzionari.
Riportare tutto alla normalità, questo il compito riservato a tutti
quei partititi, sindacati, associazioni ex combattenti, ex
partigiani ex tutto il resto; tranne che spingersi oltre quel limite imposto
sempre da qualcuno. Quel qualcuno che sa sempre
come e in quale momento accarezzare con il "tocco di San Francesco"
gli animali ribelli.
Ma noi del
potere e delle bandiere non sappiamo cosa farcene, abbiamo sempre saputo
dove andare. I nemici per chi fa
politica, cambiano di volta in volta, chi sta alla maggioranza, chi all'opposizione
.in
realtà i nostri nemici non crediamo che
siano così distanti e così diversi tra di loro. Li abbiamo
sempre identificati e denunciati pubblicamente sia ieri che oggi.
E ci teniamo a dire, per non fare un errore già commesso in passato
che l'antifascismo da solo non conta nulla.
Essere antifascisti significa anche avere disprezzo per tutto ciò
che ripropone potere, sottomissione, dominio che sono tutte
facce della stessa medaglia.
Sentirsi antifascisti perché odiamo quei fottuti pelati vestiti
da parata è molto minimale. I vermi di questo tipo fanno parte
di
un disegno sicuramente più ampio e macchinoso, sta a noi comunque
individuare i fascisti tra chi ci circonda.
Preti, sbirri, professori, giudici, genitori autoritari, c'è sempre
qualcuno pronto a dirci cosa dobbiamo fare per diventare
"qualcuno" o qualcosa.
Per riempirci
la testa di cazzate dalla mattina alla sera in TV.
Ci vogliono addomesticare al dominio. Se ti ribelli sei un terrorista.
|
Se usi la
violenza, l'intelligenza e la volontà contro chi fa della tua esistenza
un secchio di piscio, invece sei proprio grande.
Non permettiamo che ci sommergano di materiale nocivo per noi e per la
natura oltraggiata. Guardiamoci intorno, siamo
circondati da antenne, ripetitori, radar, discariche, palazzi, alberghi,
municipi, caserme. Se per voi chi progetta questo futuro
non è un fascista forse ci siamo sbagliati
embè, si
se tutte ste cose stanno ancora in piedi vor di
che non sò
fascisti
allora. Scusate er disturbo
davero.
|
1. www.almanaccodeimisteri.info/bologna2004.htm
2. www.archivio900.it/cronologia/piazzaFontana.htm
La strage di stato
3. La figura (politica) di Mussolini si sviluppa in Romagna, nelle lotte
anarco-socialiste dei contadini che si opponevano alla
proprietà privata. Il suo impegno anticlericale e antimilitarista
lo costringono a rifugiarsi in Svizzera. Al suo rientro diventa
direttore del settimanale La lotta di classe. Contrario alla guerra italo-turca
partecipa alle dimostrazioni antimilitariste nel
forlivese (dove ci furono azioni contro i binari della ferrovia), per
questo fatto, fu condannato a 5 mesi di carcere insieme a
Pietro Nenni.
Nel'12 passò all'ala più intransigente del partito socialista,
il quale diventava sempre più riformista e accomodante.
In questo stesso anno diviene il direttore dell'Avanti!, organo ufficiale
del partito.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, dapprima si dimostra intollerante
verso il conflitto in corso, ma il 18 ottobre
del 1914 sull'Avanti! Annulla il passaggio dalla neutralità assoluta
al bisogno dell'intervento a favore dell'intesa.
Questo voltagabbana avvenne grazie agli aiuti finanziari provenienti dalla
Massoneria Francese che con questo conflitto
sperava in una ipotatica quanto assurda rivoluzione sociale (?).
Benito venne espulso dal partito nel'15. Con i soldi riscossi creò
il giornale Il Popolo d'Italia che servì in qualche modo a
radunare intorno a sé i fasci della prima ora o "fasci italiani
di combattimento". Nel'21, con il massiccio appoggio finanziario
del grande capitale industriale e degli agrari, Mussolini venne eletto
alla camera per la lista "Blocco Nazionale", formato da liberali
di destra e fascisti. Il resto lo trovate su quasi tutti i libri di storia.
Mussolini il fascino di un dittatore, Antonio Spinosa.
ed. Oscar Mondadori. Mussolini in camicia, Armando Borghi, ed. Samizdat.
4. www.gabrieledannunzio.net/eroe_1915.htm
5. Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, arrestati sotto l'accusa di aver
ucciso per rapina un cassiere e una guardia di una
officina di South Braintree (1920), furono condannati a morte dalla corte
suprema del Massachusetts (1921). Nonostante le
dichiarazioni di un altro condannato, Madeiros, che li scagionava. L'opinione
pubblica li considerava come vittime di un vero e
proprio movimento xenofobo. I due italiani furono giustiziati nel 1927
sotto lo sguardo impotente di milioni di persone che
solidarizzarono con i due anarchici.
6. Muratore di tendenze anarchiche, chiamato per compiere il servizio
militare. Al momento di partire armi in mano, sparò
contro il suo superiore dicendo: viva l'anarchia. Anche per il coraggio
dimostrato guadagnò la simpatia dei militanti rivoluzionari
che fecero un campagna per la sua liberazione.
7. Anarchici di origine spagnola, effettuarono numerosi espropri in tutto
il sud America per finanziare le forze rivoluzionarie
iberiche. Durante la guerra civile dimostrarono ancora una volta il loro
impegno contro il fascismo
per l'anarchia. Durruti e la
rivoluzione spagnola, tomo 2. ed. Biblioteca f. Serrantini, La Fiaccola,
Zero in Condotta.
8. www.volint.it/scuoleris/razzismo/italia.htm
www.intermax.com/ossto/giusti.htm
9. Idem.
10. La marcia su Roma (28 ottobre 1922) purtroppo non trovò grosse
resistenze se non in qualche città agguerrita
particolarmente come Civitavecchia. Per il fascismo nascente, questo evento
ha una importanza primaria: solo due giorni
dopo, Giolitti consegnerà l'Italia al Duce, chiedendogli di formare
un governo che lo sostituisca.
11. Andare a scoprire i motivi individuali di chi si inserì nel
fascismo pur non essendolo mai stato è impossibile. Bisogna dire
però, che agli occhi di chi al fascismo non aderì, vedere
i propri compagni girare le spalle e passare con gli oppressori influenzò
molto la volontà di reazione.
12. Non tutte le città reagirono allo stesso modo. I morti per
mano delle squadraccie furono, nel periodo di assestamento del
fascismo (1920-1926) circa tremila.
I fascisti assassinati poco più di trecento. Ci furono città
molto combattive che non a caso vennero lasciate per ultimo nella
"conquista" delle camicie nere. Una di queste fu Parma, famosa
per le barricate, per la volontà e la solidarietà dimostrata
dalla
sua popolazione da sempre ribelle. Parma Libertaria, Gianni Furlotti ed.
Biblioteca Franco Serrantini.
13. Gli attentati contro il Duce furono quattro, e altri due "sventati"
prima che venissero eseguiti. Sono molti i libri a parlarne:
Gino Lucetti l'attentato contro il Duce, Riccardo Lucetti ed. La Coop.
Tipolitografica Carrara.
14. Fu proprio in questo paese che
" verso la fine del 1924
si incominciò a sussurrare tra i profughi che costui (Ricciotti
Garibaldi parente diretto di Giuseppe Garibaldi) stava armando una legione
per la rivoluzione in Italia"; si scoprì poi (1926)
che il Ricciotti era pagato attraverso un poliziotto La Polla, e attraverso
l'ambasciatore italiano a Parigi Romano Avezzana dal
governo italiano. Mezzo secolo di anarchia, Armando Borghi, ed. Anarchismo
15. Anche se la storia ufficiale vorrebbe inserire l'anno d'inizio della
resistenza italiana nel 1943, noi non vorremmo dimenticare
una formazione che si caratterizzò per il suo agire antifascista
e antiborghese nel 1920: Gli Arditi del Popolo. Gruppi che in
alcune zone, dove il numero e l'organizzazione lo permise, arrivò
allo scontro a fuoco con i fascisti e con le forze dell'ordine.
16. Roma ribelle , ed. Sensibili alle foglie.
17. Tra i "vari politicanti" c'era tra l'altro un personaggio
che s'insinuò con forza nella politica italiana : Giulio Andreotti
www.zaratustra.it/relazionegladioandreotti.htm
|