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L'esportazione della violenza

LA POLITICA DI BUON VICINATO

Siamo stati bravi a mettere in pratica i suggerimenti avanzati da George Kennan? Abbiamo scrupolosamente accantonato ogni preoccupazione per quegli "obiettivi vaghi ed irreali come i diritti umani, il miglioramento del livello di vita, la democratizzazione"? Dopo aver analizzato nel precedente capitolo il nostro "impegno per la democrazia", affrontiamo ora altri due punti.
Prendiamo l'America Latina, osservando la situazione dal punto di vista dei diritti umani. Un saggio di Lars Schoultz, il più importante accademico specialista dell'argomento, dimostra come "gli aiuti americani tendano a privilegiare in modo sproporzionato quei governi latinoamericani che torturano i loro cittadini". Non conta quindi lo stato di necessità dei singoli stati, quanto la loro disponibilità a servire gli interessi della ricchezza e del privilegio. [14]

L'economista Edward Herman nelle sue approfondite ricerche ha evidenziato una stretta correlazione, in tutto il mondo, tra tortura e aiuti americani fornendo la seguente spiegazione: entrambi i fattori contribuiscono, ognuno indipendentemente dall'altro, a migliorare il clima per il mondo degli affari. Rispetto a questo supremo principio morale, questioni come la tortura e l'assassinio impallidiscono fino a perdere ogni significato.
Che cosa dire poi riguardo al miglioramento del livello di vita delle popolazioni latinoamericane? Si presume che l'Alleanza per il Progresso voluta dal presidente Kennedy fosse indirizzata a questo, ma il tipo di sviluppo imposto fu orientato soprattutto verso le esigenze degli investitori americani. L'Alleanza favorì il radicamento e l'estensione di un sistema già esistente, che costringeva l'America Latina a incentivare i raccolti destinati all'esportazione e a ridurre quelli destinati al mercato interno che, come il granoturco e i fagioli, garantiscono la sussistenza della popolazione. I programmi dell'Alleanza hanno portato, ad esempio, ad un aumento nella produzione di carne accompagnato ad una diminuzione del suo consumo interno.
Questo modello di sviluppo basato sull'esportazione agro-alimentare di solito conduce a quel "miracolo economico" per cui il Prodotto Nazionale Lordo cresce mentre gran parte della popolazione muore di fame. Quando si perseguono politiche di questo genere, è inevitabile che maturi un'opposizione popolare, che va quindi soppressa con il terrore e la tortura. [15]

(L'uso del terrore è profondamente radicato nel nostro carattere. Già nel 1818 John Quincy Adams elogiava la "salutare efficacia" del terrore nel trattare con le "orde di negri e di indiani senza legge". Lo scrisse per giustificare la furia scalmanata di Andrew Jackson, che in Florida annientò praticamente l'intera popolazione indigena portando la provincia spagnola sotto il controllo assoluto degli Stati Uniti, e la cui saggezza impressionò molto Thomas Jefferson ed altri.) [16]
Il primo passo da fare è utilizzare la polizia. I poliziotti sono elementi cruciali, in quanto sono in grado di individuare lo scontento sul nascere, e di eliminarlo prima che si rendano necessarie "operazioni chirurgiche di più vasta portata" (come la definiscono i documenti strategici). Se però la chirurgia su larga scala risultasse effettivamente necessaria, si può sempre contare sull'esercito. Se non si riesce più a controllare l'esercito di un paese latino americano - specie se della regione caraibica o centro-americana - significa che è giunto il momento di rovesciare il governo.
Quei paesi che hanno tentato di sottrarsi a questo schema, come il Guatemala con i governi democratico-capitalisti di Arévalo e di Arbenz, o come la Repubblica Dominicana con il regime democratico-capitalista di Bosch, sono diventati l'obiettivo dell'ostilità e della violenta statunitense.

Il secondo passo implica dunque l'uso delle forza militare. Gli Stati Uniti hanno sempre cercato di stabilire rapporti amichevoli con gli eserciti dei paesi stranieri - uno dei modi migliori per rovesciare un governo sfuggito di mano. È così che sono state poste le basi del golpe militare in Cile del 1973 e in Indonesia nel 1965. [17]
Prima dei colpi di stato, gli americani erano profondamente ostili ai governi cileno e indonesiano, eppure hanno continuato ad armarli. "Mantieniti in buoni rapporti con gli ufficiali giusti, e loro rovesceranno i propri governi per te". Lo stesso ragionamento stava alla base delle forniture di armi statunitensi all'Iran via Tel Aviv iniziato, secondo gli alti funzionari israeliani coinvolti, nei primissimi anni '80 e ben noto già nel 1982, cioè prima che sorgesse il problema degli ostaggi. [18]
Durante l'amministrazione Kennedy, il compito degli eserciti latinoamericani controllati dagli Usa passò dalla "difesa dell'emisfero" alla "sicurezza interna" (cioè, in pratica, la guerra contro la propria popolazione). Questa fatale decisione condusse alla "complicità diretta [degli Usa]" nell'uso di "metodi degni delle squadre di sterminio di Heinrich Himmler", secondo il giudizio retrospettivo di Charles Maechling, a capo della pianificazione anti-sovversiva dal 1961 al 1966.

L'amministrazione Kennedy spianò la strada al golpe militare brasiliano del 1964, contribuendo a distruggere la democrazia di quel paese che stava diventando troppo indipendente. Gli Usa appoggiarono entusiasticamente il putsch, mentre i generali istituivano uno stato di sicurezza nazionale di stampo neo-nazista, con torture, repressione, eccetera. Ciò ispirò una serie di sviluppi analoghi in Argentina, Cile e un po' ovunque nel sub-continente, che si susseguirono dalla metà degli anni '60 fino alla fine degli anni '80 - un periodo terribilmente sanguinoso.
(Io penso che, dal punto di vista legale, ci sarebbero motivi per chiedere l'impeachment di tutti i presidenti americani dalla II guerra mondiale in poi. Quelli che non sono stati criminali di guerra esse stessi, quanto meno sono stati coinvolti in gravissimi delitti.)
Gli eserciti generalmente portano il paese al disastro economico, spesso seguendo le indicazioni dei consiglieri americani, e alla fine decidono di scaricare il problema affidandone l'amministrazione ai civili. Grazie ai nuovi strumenti oggi disponibili, infatti, non è più necessario il dominio diretto dei militari - ad esempio, attraverso i controlli esercitati dal Fondo Monetario Internazionale (che, come la Banca Mondiale, presta al Terzo Mondo fondi provenienti in realtà dalle grandi potenze industriali).

In cambio di prestiti, il Fmi impose al paese la "liberalizzazione": un'economia aperta alla penetrazione e al controllo dei capitali stranieri, tagli molto drastici ai servizi per la popolazione, eccetera. Queste misure mettono ancor più saldamente il potere nelle mani delle classi agiate e degli investitori ("stabilità") e rafforzano la classica struttura a due livelli delle società del Terzo Mondo - gli ultraricchi (con una classe relativamente agiata di professionisti al loro servizio) e un'enorme massa di gente poverissima e sofferente.
L'indebitamento e il caos economico lasciati dai militari costituiscono la garanzia che le regole del Fondo Monetario verranno seguite scrupolosamente - a meno che le forze popolari non tentino di entrare nell'arena politica, nel qual caso i militari potrebbero essere costretti a ripristinare la "stabilità".
Il Brasile è, da questo punto di vista, un caso istruttivo. È talmente dotato di risorse naturali, che dovrebbe essere uno dei paesi piò ricchi del mondo. Inoltre può contare su un elevato grado di sviluppo industriale. Ma, grazie soprattutto al golpe del 1964 e al tanto lodato "miracolo economico" che ad esso ha fatto seguito (per non parlare di torture, omicidi e altri metodi di "controllo della popolazione"), la situazione di molti brasiliani è oggi paragonabile a quella degli abitanti dell'Etiopia - e molto peggiore, ad esempio, di quella dell'Europa Orientale.

Il Ministero dell'Istruzione Pubblica brasiliano riferisce che oltre un terzo del bilancio scolastico viene speso per i pasti dei bambini, dal momento che la maggior parte degli studenti che vanno alle scuole statali, o mangia a scuola o non mangia affatto.
Secondo South (una rivista economica specializzata sul Terzo Mondo) il tasso di mortalità infantile in Brasile è superiore a quello dello Sri Lanka. Un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e "sette milioni di bambini abbandonati chiedono l'elemosina, rubano, sniffano colla nelle strade. Per decine di milioni, la casa è una baracca in una favela... o, sempre più spesso, un fazzoletto di terra sotto un ponte".
Questo è il Brasile, una delle regioni del mondo più ricche di risorse naturali.
La situazione è simile in tutta l'America Latina. Solo in America Centrale, il numero delle persone uccise dalle forze appoggiate dagli Stati Uniti a partire dalla fine degli anni '70 sfiora le 200.000: i movimenti popolari che invocavano democrazia e riforme sociali sono stati decimati. Questi risultati conferiscono agli Usa il titolo di "ispiratori del trionfo della democrazia nella nostra era", per usare l'ammirata espressione del New Republic, giornale liberal. Tom Wolfe ci dice che gli anni '80 sono stati "una delle più grandi età dell'oro mai vissute dall'umanità". Come diceva Stalin, soffriamo di "vertigini di successo". [19]


NOTE

14. Chomsky, Turning the Tide, p. 157s.
15. Chomsky, Turning the Tide, 1.8 e fonti citate; Robert William, Export Agri-colture and the Crisis in Central America, University of North Carolina Press, 1986.
16. Chomsky, Deterring Democracy, p. 34s.
17. Chomsky, On Power and Ideology, Prima conferenza; Turning the Tide, p. 216.
18. Chomsky, Fatefull Triangle, p. 475s; Turning the Tide, pp. 130-131; Culture of Terrorism, cap. 8.
19. Chomsky, Deterring Democracy, cap. 7; Commissione per il sud, The Challenge to the South, Oxford University Press, 1990.


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