Tula centro dell'entroterra della sardegna, conta 1700 abitanti 10 bar e una sola chiesa.
La storia: Protagonista negli anni 50 nelle lotte per la collettivizzazione delle terre, nascono le prime cooperative agricole.
Aspre lotte contro i latifondisti provocano morti tra i contadini. per buona parte del decennio successivo si realizza in parte il sogno della terra a chi la lavora, ma nonostante ciò il latifondo spalleggiato da leggi "su misura" cancella anni di lotte, ai contadini vengono riservate terre improduttive con dazi insostenibili che arrivano a seconda delle stagioni al 200%, muore così l'agricoltura.
Con il boom economico degli anni sessanta, dai porti della Sardegna partono i nostri padri, ad offrire al padronato del nord le loro mani e il loro sudore. negli anni 70 col rientro dei primi emigrati, si approfondiscono ma non si sviluppano teorie ed ideologie rivoluzionarie a causa dei difficili contatti con i movimenti operai e sindacali che non si rifacevano alle strategie politiche adottate dall'allora PCI. Anni 70 insomma, omologati alla realtà politica nazionale che vedeva nascere e morire l'illusione collettiva di un compromesso storico con la borghesia.
Gli anni 80 riflettono l'apatica superficialità politica che caratterizza il craxismo allora tanto di moda, anche a Tula spuntano putridi garofani. Gli anni 90 non si discostano dal decennio precedente, illusioni, contraddizioni caratteristiche del nascente PDS, porta all'unione del pensiero debole di tutti i tempi, la socialdemocrazia uccide per la seconda volta i sogni di coloro che morirono 40 anni fa.

Non ci sentiamo di formulare alcuna critica al nemico di sempre, poichè sarebbe come sparare ad un'ambulanza, il loro cervello non ha conosciuto evoluzioni, la loro insignificante esistenza non merita...