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le ultime notizie sul server ECN finalmente dissequestrato il messaggio che non doveva essere letto e che ha fornito il pretesto per il sequestro


Perchè www.ecn.org non è ancora on-line?

Pianeta Terra, 2 luglio 1998
Questa mattina la Polizia Postale di Bologna ha riconsegnato presso il provider - dove sabato 27 giugno era stato eseguito il sequestro - il server dell’Associazione Isole nella Rete. Sequestro che, disposto il 23 giugno scorso dal Procuratore di Vicenza Paolo Pecori, non è stato convalidato dal GIP, ed è quindi decaduto già nella giornata di martedì 30 giugno.

Come mai le autorità di Polizia hanno riconsegnato il server solo oggi?

Allo scopo di verificare intromissioni illecite e/o manomissioni, abbiamo deciso di trasferire il server presso la sede di Milano dell’Associazione, dove i nostri tecnici potranno effettuare tutte le verifiche del caso. [...] Noi per primi siamo molto dispiaciuti e contrariati per questo ulteriore ritardo nel ripristino del servizio, che verrà prevedibilmente riattivato nella giornata di lunedì 6 luglio, ma riteniamo che sia prioritaria la tutela della privacy e dei diritti di chi collabora con noi e, in generale, di tutti i cittadini digitali.

Isole nella Rete


Milano, 27 giugno 1998

GRAVISSIMO ATTENTATO ALLA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE

logo inr Questa mattina, la Polizia Postale, su ordine della Procura di Vicenza, ha posto sotto sequestro il computer dell'associazione per la liberta' telematica Isole nella Rete, interrompendo il servizio Internet che l'associazione svolgeva, visitato ogni giorno da migliaia di persone in Italia e all'estero.

In sostanza, chiudendo lo spazio web di oltre un centinaio di associazioni, centri sociali, radio autogestite tra le quali la Lila, ASIcuba, il Telefono Viola, ADL (associazione di difesa dei lavoratori), Ya basta, USI (unione sindacale italiana), CNT spagnola, il Coordinamento nazione delle RSU; centri sociali (circa 40 centri sociali in tutta Italia); emittenti radiofoniche (Radio Onda d'Urto di Brescia e Milano, Radio Black Out di Torino, Radio Sherwood di Padova); riviste-on-line (.Zip e Necron di Torino, BandieraRossa di Milano, Freedom Press di Londra), gruppi musicali (99 posse, Sunscape, Electra, Petra Mescal), e molti altri ancora.

Ma non solo. Insieme alla chiusura del sito WWW, e' stato interrotto lo scambio di posta di numerose mailing list, tra le quali la lista in solidarietà con il Chiapas, quella di informazione e discussione sui nuovi diritti legati al digitale, quella delle comunita' gay italiane (l’unica di questo genere nel nostro paese), e sono state disattivate le caselle postali di centinaia di utenti.

Questo incredibile provvedimento e' avvenuto in seguito alla denuncia dell'agenzia di viaggi Turban Italia Srl, con sede a Milano, che, ritenutasi vilipesa da un messaggio inviato da un utente di Isole nella Rete, messaggio che riprendeva i contenuti di numerosi articoli di giornale pubblicati su di essa in cui la Turban Italia veniva additata come coinvolta negli interessi economici dell'ex-premier turco Tansu Ciller ed in cui si invitava a non servirsi di questa agenzia in solidarietà al popolo kurdo.

Il sequestro, disposto dal Procuratore della Repubblica presso la Pretura di Vicenza, dott. Paolo Pecori, e' un atto estremamente grave, poiche' non si e' limitato alla rimozione del messaggio incriminato, ma ha chiuso l'intero servizio offerto da Isole nella Rete, un atto che non ha precedenti nel nostro Paese.

Ci tocca constatare di nuovo l'incongruenza della legislazione vigente con i nuovi strumenti della comunicazione digitale, l'incompetenza degli organi giudiziari e la sostanziale arretratezza nella comprensione di cosa sia il fenomeno Internet, la comunicazione orizzontale, i nuovi diritti dell'era digitale.

Ma ci tocca anche lanciare una pesante accusa nei confronti di una magistratura gia' pronta a rendersi duttile strumento dei nuovi pontentati della comunicazione, colpendo con tanta durezza ogni tentativo significativo di dar voce a istanze sociali di base che rivendicano il diritto ad esistere ed a dire la loro senza dover passare sotto le forche caudine e censorie dei media istituzionali.

E' ovvio che tutto questo non sara' sufficiente a metterci a tacere, che questo gravissimo attentato alla liberta' di espressione non avra' altro risultato che incoraggiarci ancor piu' e dare maggior visibilita' al nostro lavoro, e che quanto prima il server di Isole nella Rete e di tutti quei soggetti che vi trovano voce, sara' di nuovo on-line all'indirizzo web http://www.ecn.org

Associazione Isole nella Rete
(organizzazione non lucrativa di utilita' sociale)

free speech on line


Sabato 27 giugno alle 10.30 di mattina il server internet di Isole Nella Rete, l'associazione no-profit che fornisce spazio e comunicazione a centri sociali, organizzazioni e radio di movimento, associazioni di base e di volontariato sociale, e' stato posto sotto sequestro dalla Polizia Postale di Bologna. Da oggi quindi, e non sappiamo per quanto tempo ancora, il server non risponderà più all'indirizzo http://www.ecn.org, non saranno più visibili le pagine web, ne' potranno essere disponibili i servizi di posta elettronica che hanno permesso in questi anni di costruire una fitta rete di solidarietà fra vasti settori del movimento e dell'autorganizzazione. Il sequestro è avvenuto nei locali del provider che ospitava il server, su ordine del Pubblico Ministero della Procura di Vicenza Paolo Pecori ed e' stato eseguito dagli ufficiali di Polizia Postale del Compartimento di Bologna.

Si tratta di un sequestro preventivo ipotizzante il reato di diffamazione continuata ai danni di una agenzia di viaggi. Motivo del sequestro sarebbe la pubblicazione web di un messaggio inserito da un collettivo di Vicenza, fedele trascrizione di un volantino stampato su carta e normalmente distribuito in pubblico. Questo messaggio è stato originariamente inviato a una lista di discussione (cslist) ospitata dal server di Isole Nella Rete e successivamente - in modo automatico come normalmente avviene - pubblicato sul web.

Sebbene il decreto di sequestro non citi espressamente ancora nessuna persona formalmente indagata, il magistrato ha evidentemente ritenuto l'associazione Isole Nella Rete responsabile per il contenuto di quanto ospitato sul proprio server Internet. La questione della responsabilità dei provider è in realtà materia di discussione accesissima in tutto il mondo e ben lontana dall'essere risolta. L'orientamento prevalente sembra tuttavia essere quello di NON considerare i provider responsabili dei contenuti che veicolano, se non altro per ragioni di possibilità tecniche e di convenienza commerciale.

L'ordine di sequestro dell'intero server, inoltre, appare assolutamente inaudito poiché riguarda un servizio utilizzato da migliaia di utenti italiani e di ogni parte del mondo, del tutto estranei alla vicenda che ha portato a ipotizzare il reato di diffamazione, e che si vedono improvvisamente privati di un mezzo di comunicazione indispensabile. Stiamo cercando di analizzare la situazione per trovare le migliori soluzioni a quello che ci sembra un caso gravissimo e che avrà, comunque vada a finire, un'altissima risonanza.

Informiamo che il server web www.ecn.org, tutte le mailing e tutti gli indirizzi di posta elettronica ivi ospitati sono attualmente fuori servizio. Stiamo lavorando per ripristinare un server di backup al più presto possibile.
Informazioni aggiornate sono reperibili agli url: http://strano.net/news http://geocities.com/Hollywood/Set/2184/inr.html e nella mailing list hackmeeting@kyuzz.org


spanish clik here



 

Il "messaggio in oggetto", postato sulla mailing list cslist, è il seguente:

solidarietà al popolo kurdo

From: "Collettivo Spartakus" <sparta@goldnet.it>
Subject: solidarietà al popolo kurdoDate: Fri, 16 Jan 1998 01:47:06 +0100

SOLIDARIETA' AL POPOLO KURDO
BOICOTTIAMO IL TURISMO IN TURCHIA

Ogni lira data al regime turco con il turismo è una pallottola in più contro i partigiani, le donne, i bambini kurdi; questo bisogna dirlo forte e chiaro per non rendersi complici del tentativo di genocidio operato dallo stato turco contro il popolo curdo.

In coincidenza con i periodi estivi e natalizi su alcuni quotidiani e settimanali è riapparsa la pubblicità a piena pagina della Turbanitalia che invita a visitare "la Turchia più bella". Eppure dovrebbe essere ormai di dominio pubblico quante e quali siano le ripetute violazioni dei Diritti Umani operate dal regime turco, soprattutto contro il popolo curdo: torture nelle caserme e nei commissariati, detenzioni illegali, sparizioni di oppositori ad opera di veri e propri squadroni della morte parastatali...per non parlare dell'occupazione da parte dell'esercito turco del Kurdistan "iracheno" con bombardamenti di villaggi e campi profughi. L'invito della Turbanitalia ai tours e soggiorni al mare nella "Turchia più bella" è decisamente un pugno nello stomaco se confrontato con le notizie che quasi ogni settimana giungono dalle zone martoriate del Kurdistan. Nel Kurdistan "turco" 25 milioni di persone vivono sotto il giogo di 500.000 soldati e per mantenere la sua "guerra sporca" contro questo popolo lo stato turco fa affidamento soprattutto sulla valuta pregiata del turismo che frutta ogni anno oltre dieci miliardi di dollari. Non esiste città turca nelle cui prigioni non si torturi, nei cui dintorni non sorgano bidonvilles di sfollati dai 3500 villaggi curdi distrutti. Le proteste dei prigionieri vengono regolarmente represse a colpi di spranga e i familiari riescono con difficoltà a farsi restituire i cadaveri. Intanto nei campi profughi assediati dall'esercito e da miliziani filoturchi i bambini muoiono di stenti. Anche recentemente l'utilizzo del napalm da parte dell'aviazione turca (forse gli stessi piloti che vengono addestrati nelle basi NATO del Veneto) ha provocato vittime soprattutto tra i civili. In questo deserto di repressione e sofferenza i paradisi turistici decantati da Turbanitalia sono soltanto oasi blindate. Tra l'altro è risaputo che agli affari della Turban è direttamente interessata l'ex premier Ciller, ispiratrice degli squadroni della morte che hanno provocato la morte di centinaia di oppositori, kurdi e turchi.

Invitiamo quindi a boicottare le agenzie di viaggi che offrono i tours in Turchia e anche i giornali che li pubblicizzano, come gesto di solidarietà verso un popolo fiero e perseguitato.

Lega per i Diritti e la Liberazione dei Popoli (sez. di Vicenza)
Collettivo Spartakus
Per adesioni: Tel/fax/segr.:0444/301818
e-mail:sparta@goldnet.it
f.i.p Via Quadri, 75
Vicenza, 12 gennaio 199



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ENGLISH TRANSLATION
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                           Seized!

 Saturday, June 27th at 10.30am the server of Islands in the Net (the
Italian no-profit association that offers communication spaces to social
centres, free radios and collectives of the movement) has been seized by
the Postal Police of Bologna. Starting from now, thus, and who knows for
how long, the server at http://www.ecn.org will be down, the web pages will
not be available anymore and will not work the email services that
permitted in the last years the construction of a strong solidarity network
among several self-organized collectives.
 The seizure happened in the rooms of the Internet provider that hosted the
server, it was ordered by the State Prosecutor of Vicenza Paolo Pecori and
was executed by officers of the Postal Police of Bologna.
 It is a 'preventive' seizure claiming the crime of 'prolonged defamation'
toward a travel agency. The reason for the seizure would be the web
publication of a message posted by an Italian collective, accurate
transcription of a printed flyer publicly distributed. This message was
first sent to a mailing list (cslist) hosted by the server of Islands in
the Net and then published on the web through the usual automatic procedure.
 Although the seizure order still does not explicitly mention any person
formally charged with the crime of defamation, the judge that ordered this
action evidently holds Islands in the Net liable for the content of
anything hosted by its Internet server. The liability of the providers for
the contents they carry is actually a very hot topic worldwide still far
from a viable solution. However, the main direction is that Internet
providers should NOT being hold liable for the contents they carry, at
least on grounds both of technical feasibility and commercial suitability.
 The order of seizure of the entire server, furthermore, seems
exceptionally harmful because it hits a service used by hundreds of users
in Italy and abroad, completely unrelated to the events that conducted to
the charge, and that are suddenly deprived of an indispensable
communication medium.
 We are currently analyzing the situation in order to find the best
solutions to what seems to us an extremely serious event that will, in any
case, be known far and wide.
 We inform that the web server www.ecn.org, all the mailing lists and all
the e-mail addresses hosted by the server are currently down. We are
working to set up a backup server as soon as possible.
 you can read the last news at: http://strano.net/news
http://geocities.com/Hollywood/Set/2184/inr.html or in the mailing list
hackmeeting@kyuzz.org


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