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giovedi' 28 settembre 1995
Io, violentata dall'elettroshock
ALDA MERINI - CHE COS'E' l'elettroshock? L'elettroshock E' una pratica
ormai caduta in disuso (ma di cui recentemente e' stata riaffermata la legittimita'
con una decisione presa dal Comitato di Bioetica), che mira soprattutto
alla sostituzione della volonta' del paziente con quella dello psichiatra.
Credo poi che in se si tratti di una contraddizione genetica basata sulla
supposizione che l'uomo sia un agglomerato di cellule e neuroni. Come ho
raccontato ne Il diario di una diversa, mentre ero ricoverata in ospedale
psichiatrico ne ho fatte ventisette di queste applicazioni. Di quell'esperienza
ricordo soltanto il grande spavento e la ritrosia che avevamo tutti a sottoporci
a questo trattamento di violenza. Una violenza che iniziava, prima dell'elettroshock,
quando provvedevano a iniettarci del curaro in modo che non si rompessero
le articolazioni. Non credo poi di rivelare un gran segreto affermando che
sono stati sottaciuti decessi avvenuti per cedimento del cuore del paziente
sottoposto a elettroshock. In seguito, ma gia' allora parlando con vari
neurologi e psichiatri, ho capito che questo trattamento vuole risolvere
rapidamente un dolore morale e rendere produttiva una persona che si e'
accasciata in una delusione o in una qualche afflizione dell'anima. L'artificio
meccanico interromperebbe dunque questo "flusso patologico negativo",
come lo chiamano i medici, per instaurare una pulsione verso la vita che
il soggetto non vuole piu'. Tuttavia, se in certi casi l'elettroshock mediato,
cioe' leggero, si e' rivelato efficace, in altri e' stato senz'altro distruttivo,
agendo nella profondita' dell'Io, dove abbiamo il terreno della creativita'
e del sogno. Da tutto cio' credo che derivino conseguenze che riguardano
anche i poeti. Persino certe manifestazioni dell'arte sono minacciate non
solo da una societa' ossessiva ma anche dalla paura degli elettroshock,
da questo intervento massificante che certo non agevola il pensiero. Si
tratta, va ripetuto, di una pratica contraria al bene della vita e soprattutto
di un voler interferire violentemente in quelli che per me sono i segni
del destino. So di molte persone di inclinazione semplicemente melanconica
che sono diventate aggressive solo dopo un trattamento da elettroshock.
La pazza della porta accanto, il mio ultimo libro, E' il racconto in fondo
terrificante delle violenze sociali che io ho subito dai miei vicini di
casa, memori appunto delle violenze psichiatriche, del mio passato di degente
psichiatrica. Ricordo che quando chiesi a Giorgio Manganelli di scrivermi
la prefazione al Diario di una diversa, si rifiuto'. Mi disse che non se
la sentiva. Provava troppo raccapriccio per il contenuto di quel testo.
Forse oso troppo dicendo che anche quel Diario ha contribuito, pur in minima
parte, a far chiudere i manicomi?