Spezzare la rete conformista dell'omertà

(dicembre 2000)

La questione è archiviata. Il caso è risolto. La commissione etica del “Movimento” (ci viene da ridere a chiamarlo così..) ha deliberato: Davide è uno stupratore. I moldavi sono stupratori. Li abbiamo allontanati. Le femministe le abbiamo rimesse al loro posto con quattro urla e strappandogli i manifesti.. a quelli di Magliana neanche rispondiamo. Ok si può fare politica adesso. C’è Nizza, e poi viene Haider, e poi ci sono gli sfratti ( lo sappiamo bene), la Palestina ( per quello che si fa..poi..) mica vorremo parlare di rapporti fra i generi, di quelle stronzate dell’autocoscienza, di prostituzione e sfruttamento sessuale, di stupro, del sessismo, delle libere scelte sessuali (siamo andati al GAY PRIDE che si vuole di più? ) del machismo\maschilismo, delle TRA, del diritto all’aborto e bla bla bla ?!?! Dobbiamo fare i concerti, le iniziative di (auto?) finanziamento, i cortei, le assemblee, i manifesti, le lettere, e poi ci sono i fascisti, le guardie: queste sono cose serie!!

E invece no. O meglio. Non che queste cose non siano serie. Anzi. Proprio per questo andrebbero affrontate in ben altri modi. Ma questa è un’altra storia. Affrontare queste cose però non basta, non ci sono solo queste tematiche, ma anche e soprattutto le questioni di genere con tutto il portato di contraddizioni e di germi di liberazione che hanno in sé: il Patriarcato è il sistema di sfruttamento più antico e radicato che si conosce. Le questioni di genere riguardano Uomini e Donne e non solo l’altra metà del cielo, soprattutto le dinamiche relative a stupri, violenze sopraffazioni, sessismo insomma, in tutti i suoi aspetti. Anzi sarebbe giusto dire che riguardano soprattutto noi Uomini, come genere, visto che siamo noi i carnefici e\o i complici; quelli che stanno in silenzio, quelli che fanno finta di niente, quelli che avallano, quelli che fanno i giustizieri. Comunque e sempre noi. Inventori e responsabili quindi, indirettamente o direttamente, poco importa ciò se la linea che può dividere e separare dal maschilismo è troppo sottile.

Per quanto vogliamo ancora far finta che non sia così ? Va bene. Che si continui pure con il silenzio, i paraocchi, l’omertà. Noi non ci stiamo. Preferiamo provare a fare altro. Per esempio? Facciamo i grilli parlanti. Antipatici eh?!?!

Poco importa. Vogliamo dire qualcos’altro. Di radicalmente diverso, di Rivoluzionario. Riprendendo fili già intessuti. Fili rossi. Presuntuosi eh?? Per niente.

Siamo arrabbiati per l’ennesimo caso di violenza sessuale che arriva alle nostre orecchie. Una storia vecchia. Una brutta brutta storia. Di cui veniamo a conoscenza solo grazie al senso di responsabilità di un compagno

Ma pur essendo una storia vecchia l’infame che se ne è reso protagonista continua a girare fra i compagni e le compagne come se nulla fosse. Le risposta arrivate alle nostre domande sono confuse, troppo confuse ( “è una storia personale, brutta, risolta tempo fa.. lui fu allontanato..” ; “la versione è diversa, ce n’è più d’una”; “non è stata una vera violenza sessuale ma solo un pestaggio” ) Sta di fatto che il “compagno” in questione è ancora fra noi. Che dire ? Rabbia. Assoluta.

E questa cosa la sommiamo al fatto che Davide continua a girare impunemente in Via dei Volsci nonostante l’ostracismo decantato successivamente alle inchieste e alle riunioni fatte e ai comunicati stilati. Siamo sicuri che se fosse stato un fascista le cose sarebbero andate diversamente…

Comunque sia questo non è argomento da salotto, implica riflessioni più profonde, non bastano due slogan facili da confezionare; e non servono davvero cavalieri giustizieri (strano che però non se ne siano visti in questo caso ..), anzi sono parte integrante delle cultura dello stupro e del sessismo, sono l’altra faccia della medaglia:entrano in azione quando bisogna attuare dinamiche di “protezione”, di “rispetto” per la “merce-donna”. Lo abbiamo già scritto e lo riscriviamo: sono come i familiari e gli amici maschi della donna violentata che lavano l’onta con la vendetta, pulendosi la coscienza e facendo calare un muro di silenzio e di omertà che avalla la cultura dello stupro e che lascia spazio al riprodursi delle stesse dinamiche di violenza. Per lei solo vergogna e silenzio. In un angolo.

Scrivere di quest’ultima violenza ci ha permesso anche di riflettere sul fatto che spesso la donna non vuole denunciare pubblicamente la violenza. Su questo c’è il massimo rispetto. Innanzitutto perché è un dolore di una portata immensa che noi neanche possiamo immaginare, una devastazione psicologica immensa, la rottura di ogni equilibrio emotivo. Poi, viste le reazioni che si manifestano, come fare a darle torto? Lo abbiamo già scritto:come nei Tribunali Borghesi la donna da vittima diventa imputata.

Scelta difficile parlarne e scriverne per noi, quindi. Ma non troppo. Perché pensiamo che non serva parlare del singolo caso facendolo diventare mero oggetto di cronaca, pettegolezzo becero, chiacchiera da bar. Si può parlare di violenza senza nomi, testimoni, scene del fatto, fotografie e quant’altro. Se ne può parlare denunciando un clima schifoso, del perché del riprodursi in continuazione di queste dinamiche, del fatto che è intollerabile la presenza di questi infami fra noi, della necessità di costruire momenti di discussione pubblici e collettivi, di interrogarsi a fondo nelle rispettive situazioni, di capire che gli stupri e le violenze avvengono nei nostri quartieri, nelle nostre strade e nelle case vicino alle nostre case e nelle case vicino alle nostre sedi, oltre che all’interno dell’ex Movimento ovviamente… Il rispetto assoluto per il dolore e le sofferenze fisiche e psicologiche delle persona che ha subito la violenza in questione non vogliamo in alcun modo amplificarle. Non c’è bisogno di aprire la caccia agli stupratori e ai molestatori (anche se saremmo propensi a farla), né di convocare assemblee sui singoli “casi” (quella che convocammo a Luglio a Magliana fu un disastro). C’è bisogno di reagire però. Ne siamo certi. Questo ambiente si colloca sempre di più fra gli ambienti socialmente e culturalmente degradati il cui composto principale è la violenza: ma non quella rivoluzionaria, bensì quella sulle donne, sui compagni che dissentono, su chi “critica” la presenza di spacciatori nelle sedi.

Proviamo a spezzare questa rete conformista.

E la chiamiamo conformista perché quello che resta del Movimento Antagonista ha assunto comportamenti e modi di pensare completamente omologati a quelli prodotti e riprodotti dalle relazioni sociali borghesi- capitalistici patriarcali…

Comunque di quello che accade nella Rete Conformista non ci scandalizziamo più. Lo sappiamo che queste cose sono sempre accadute. Ci ricordiamo bene la storia di Marinella e le vergognose prese di posizione della “Banda Bassotti/Gridalo Forte”. Il silenzio complice di tanti compagni, le donne che si schierarono a favore dei loro maschietti “ingiustamente offesi da quelle isteriche delle femministe”. Ci ricordiamo bene degli insulti sotto il Campidoglio nel lontano ‘94 alle compagne definite “galline” da “compagni” maschilisti e sessisti incazzati perché qualcuna\o osava contestare una politica fatta di personalismi, rapporti istituzionali, e tanti tanti tanti voti a quel boia di Rutelli. Ce le ricordiamo queste cose.

Ma abbiamo ancora voglia di lottare e provare a cambiare lo stato di cose presenti, ma tutto lo stato di cose presenti: non limitandoci ai rapporti di classe. Vogliamo cambiare anche quelli di genere, ma non dopo.. successivamente… dopo la rivoluzione politica..dopo la rivoluzione sociale.. e bla bla bla. A partire da subito. A partire da noi.

Tutto e subito.

Vogliamo ancora il pane e le rose.

E crediamo di non essere i soli a volerlo. Ci auguriamo che questa lettera faccia riflettere, prendere la parola, aprire il dibattito, urlare, arrabbiare che smuova qualcosa insomma, qualcosa di Antagonista, Antisessista,Libertario capace di rompere tutte le catene, di spezzare la rete conformista dell’omertà.

Siamo stati assenti. Lo sappiamo. Abbiamo avallato comportamenti sessisti e maschilisti, prevaricatori, non rispondendo colpo su colpo, non combattendo nel quotidiano questa infame cultura borghese e patriarcale, atteggiamenti che non andavano semplicemente stigmatizzati ma fermati. Con ogni mezzo necessario.

E oggi siamo sempre più stanchi di un ex Movimento fatto di coattagine, di sopraffazione, di violenza, di spaccio, di omertà ( ne abbiamo abbastanza nelle strade del nostro quartiere ), siamo stanchi di una politica fatta di tatticismi e prevaricazioni fisiche-militari e gerarchiche ( ci bastano già i partiti e i sindacati e le organizzazioni M-L ).

Vogliamo lanciare un nuovo grido di rabbia, paura, odio.

Vogliamo aprire una riflessione collettiva.

Vogliamo fermare tutto il resto.

Vogliamo che le strutture di lotta, i singoli e le singole intelligenti e sensibili escano allo scoperto, prendano la parola, si interroghino a fondo proprio così come stiamo cercando di fare noi. Faticosamente, consapevoli dei nostri limiti, delle contraddizioni che manifestiamo ma comunque fermi e risoluti sulla strada da seguire.

Nessuno può chiamarsi fuori.

Nessuno ha alibi.

STANCHI DI AVALLARE, STANCHI DI TOLLERARE, STANCHI DI TACERE

CONTRO IL SESSISMO

CONTRO IL FASCISMO

CONTRO IL RAZZISMO

CONTRO IL CAPITALISMO

MILITANZA RIVOLUZIONARIA LIBERTARIA!!!!

 

i compagni del centro sociale occupato autogestito “Mascchia Rossa” – Magliana
Via Pieve Fosciana, 56\82 – Tel\Fax 0655260306 E MAIL: csoamacchiarossa@tiscalinet.it


- -