tmcrew infozone

La clandestinita' alla luce dello spettacolo

Si. Abbiamo scelto la clandestinita’...

In questo mondo dello spettacolo, dove per esistere ed essere e’ assolutamente primario l’apparire in qualsiasi forma mass-mediata della realta’, rifuggiamo volontariamente da qualsiasi sinistra luce giornalistica. La nostra clandestinita’ e’ volitiva e volontaria, ma anche necessaria. Infatti nel caso contrario, nel momento in cui volessimo partecipare ai riti dell’informazione della societa’ del domino, ci troveremmo di nuovo di fronte alla clandestinita’ del nostro io, della nostra identita’ politica, che verrebbe distorta, stereotipata, resa merce immateriale abbellita e sfavillante. Veri e propri "medium" della societa’ di massa, Tv, giornali, riviste d’opinione di largo consumo sono, con i propri oracoli, unicamente finalizzati al profitto ed al sostegno dello status quo. Parlano di "squatters" scrivono di "disagio giovanile", elaborano categorie sociologiche per ridurre cio’ che e’ evidente in qualcosa di fittizio, ma utile per depistare, per causare corto circuiti informativi, per far si che non si capiscano le ragioni del nostro agire ed anche per confondere noi stessi tentando di farci immergere di ritorno nell’ombra della nostra identita’. Ombra creata dalla luce dello spettacolo con l’intento di una identificazione in essa: l’ombra che diviene essa stessa statuto politico dell'io.

Ma la nostra clandestinita’ non e’ solo in relazione al mondo della cultura ufficiale e dell'informazione, essa e anche rispetto all'universo della politica. Noi anarchici rivendichiamo l'inesistenza di canali di comunicazione con istituzioni e politici di qualsivoglia risma. La storia ci insegna che il dialogo con le istituzioni e’ uno dei principali strumenti di recupero del totalitarismo democratico, col quale quest’ultimo normalizza la societa’ al fianco dell'intramontabile repressione.

Cio’ che si vuole reprimere e proprio l'irriducibilita’ delle azioni e delle identita’, l’azione diretta (intendendo con cio’ qualsiasi pratica, anche spontanea, non gerarchica e non delegata di resistenza ed attacco ad ogni forma di dominio) e in se stessa irriducibile alla democrazia, cosi come l’anarchia, in quanto teoria e prassi sociale, politica ed esistenziale, non e’ plasmabile da nessuna societa autoritaria, seppur pacificata. Hanno ammazzato Edo e Sole, il loro amore, la loro vita, per celare, con mostri e morte, i propositi di distruzione dell'ambiente, dell'economia locale, del senso della vita perseguiti con il TAV, Vogliono annientare Silvano, Luca e Patrizia perché in loro scorgono l'intima partecipazione ideale con ogni ammutinamento sociale ed individuale che si verifichi in qualsivoglia loco del pianeta.

Non si creda che tutto cio riguardi solo le terre del Nord Italia. Anche qui a Roma l’aria e alquanto greve: 13 denunciati (2 agli arresti domiciliari) in meno di dieci giorni ed allucinazioni giudiziarie che giungono a contestare il reato di "sequestro di persona" solo perche’ un noto provocatore fascista e’ stato allontanato da una piazza romana ( 5 giorni di prognosi equivalgono ad un colpo di freddo ad un occhio, sempre che il fascista Buontempo decida su quale dei due si e’ fatto male). Comunque il vero punto nodale che lega tra loro i diversi garbugli giudiziari che vanno dalla montatura di Marini e Ionta, transitando per Laudi e Tatangelo, fino ai corollari giudiziari di questi ultimi mesi riguardanti Torino e Roma (dove si elucubrano imputazioni che hanno i1 senso del meraviglioso come "devastazione", "sequestro di persona", "tentato omicidio") e’ il nuovo metodo inquisitoriale della "strategia della prevenzione". La nuova strategia di attacco alle istanze popolari e degli esclusi e’ di tipo preventivo e la sua attuazione e’ lasciata all'autonomia ed al decentramento giurisdizionale, ma, seppur portata avanti da ambizioni personali e da esigenze di carriera professionale, essa e’ elaborata altrove e da decenni. Non crediamo che vi sia un grande regista, ma vi e’ di certo un dibattito al riguardo delle emergenze "eversive" e progetti che mirano, in Europa, alla normalizzazione sociale. Ci riferiamo al piano TREVI (sigla che indica l’ambito tematico: Terrorismo, Radicalismo, Eversione e Violenza) che vede, dalla fine degli anni '70, il disegno di riorganizzazione europea dell'azione dei dicasteri degli interni e della giustizia.

Ora, a fronte di una situazione sociale dai contorni oggettivamente minacciosi per le autorita’ costituite, la necessita’ di un'opera preventiva nei confronti dei movimenti di radicalita’ sociale che incutono timore germoglia con la banalita’ di un istinto. La "strategia della prevenzione" per realizzarsi abbisogna di un idoneo modulo per inquisire. Per sopperire a futuri ed eventuali conflitti violenti non organizzati e per contrastare le pratiche di azione diretta che gli anarchici propugnano e che oggi rischiano di godere di un terreno fertile per la loro diffusione, questa procedura d’inchiesta giudiziaria si adegua ai tempi e si struttura pragmaticamente in maniera che escogitando ipotesi di reati associativi, senza prova alcuna, si possa agire penalmente nei confronti dei refrattari all'ordine sociale presente. Dato come assioma la colpevolezza o, comunque, la pericolosita’ sociale di questi ultimi e delle loro idee, il fine di tutto cio' non e’ quello formale indicato nell'indagine, ossia appurare l'esistenza o meno di "associazioni sovversive" e "bande armate", ma l'inquisire in se, distribuendo cosi' anni di carcere preventivo a chiunque si ribelli.

L’unico problema e’ la costruzione di prove graniticamente false, prima e durante i periodi di detenzione cautelare, per darsi una ragione plausibile e spendibile agli occhi de1 pubblico. Ma, in fondo, neanche cio' e’ determinante, in quanto l'alibi serve per la sua immediatezza. La montatura, per conseguire i suoi obiettivi e la sua funzionalita’ non esige d essere conclusa, Se vi si riesce, bene; altrimenti, poco male, sara’ per la prossima volta. I castelli accusatori sono giuridicamente e visibilmente carenti, ma efficaci come deterrente nei conflitti sociali. In questo quadro l’ausilio del mondo dei media e’ di capitale importanza, senza giornali e TV asservite sarebbe impossibile colpire i nemici dello stato e del capitale, perché' cio' che piu' interessa e’ la creazione di una pubblica opinione favorevole allo "status quo", fare terra bruciata intorno alle realta’ potenzialmente sovversive di modo che sia precluso il tentativo di qualsiasi ipotesi di reale trasformazione sociale.

La colonizzazione della societa da parte del dominio mira ad un mutamento antropologico, alla creazioni di strutture mentali che siano incapaci non solo di critica, ma anche del semplice percepire e codificare qualsiasi disagio esistenziale.

La societa’ post-moderna produce il post-esistenzialismo. E’ il cittadino il vero pilastro del nuovo medio evo democratico. La clandestinita’ alla luce del sole, fuori dallo spettacolo, dalla politica e dal mercato, e’ l'unica profilassi per l'immunita’ dell'io dalla peste della nuova ideologia. Questa e’ sempre stata la nostra posizione, indipendentemente dallo straparlare giornalistico di questi giorni noi continuiamo a seguire la nostra attualita'.

Liberta' per Fabio e Pippo
Liberta' per Silvano, Luca e Patrizia
Liberta' per tutti e tutte

Collettivo Anarchico Territoriale



tmcrew infozone