INTRODUZIONE:
Innanzitutto ci teniamo a precisare che questa conferenza stampa e'
organizzata e gestita
politicamente dai compagni dell'MRTA che qui a Milano hanno la piena
capacita' organizzativa
per realizzare questo evento pertanto a noi non ci resta che presentare il
compagno Isaac
Velazco rappresentante europeo dell'MRTA .
Ci teniamo a ringraziare i compagni dell'associazione Ya Basta, il centro
sociale Leoncavallo e il
gruppo consigliare di Rifondazione Comunista che sono riusciti ad ottenere
questa bellissima
sala del Comune di Milano.
Inoltre vogliamo ricordare a tutti la manifestazione in appoggio alla lotta
e alle richieste dei
compagni dell'MRTA di venerdi' 17 gennaio sotto il consolato del Peru' di
Milano, in Via
Giacosa.
ISAAC VELAZCO:
Per prima cosa voglio ingraziare tutti i compagni e le compagne presenti qui
oggi, non so se
valga di piu' la pena che voi mi poniate domande o sia meglio se comincio io
ad esporre.
DOMANDA:
Si parla in queste ore di trattative per gli ostaggi che sono nella
residenza giapponese che in
questo momento sono diventate ferrate, si parla di rappresentanti della
Nazioni Unite vicino alla
residenza, volevo sapere se questo e' vero se corrisponde alla realta' se
possiamo aspettarci
gia' nelle prossime ore la liberazione degli ostaggi?
ISAAC VELAZCO:
La prima cosa che vorrei precisare e' che non ci sono ostaggi, in questo
momento esistono
prigionieri di guerra nell'ambasciata di Lima.
Quello che esiste da molto tempo in Peru' e' una guerra interna che ha visto
affrontarsi da una
parte lo stato dall'altra parte i movimenti rivoluzionari: e' lo stato in
realta' che promuove il
terrorismo.
Il terrorismo e' sempre stato applicato dallo stato per poter giungere al
neoliberalismo.
Siamo arrivati a questa operazione all'interno dell'ambasciata a Lima per
evitare l'assassinio
lento dei prigionieri politici detenuti in questo momento in Peru'.
L'intransigenza di Alberto Fujimori, l'attuale presidente del Peru' ha fatto
in modo che si
arrivasse a questo stato di cose.
Durante la settimana che si sta oggi concludendo sono ricominciate le
trattative, il governo e'
rappresentato dal ministro dell'educazione Palermo ed Ernesto Certa
Cartolini, il comandante
Huerta.
Sara' certamente un processo molto lento pero' riteniamo che alla fine si
arrivera' ad una
positiva soluzione politica.
Per questo ci siamo rivolti a tutti gli uomini e le donne progressisti
perche' facciano pressione
per questa soluzione.
DOMANDA:
Si dice a Lima che Victor Polay stia incidendo nelle trattative e oggi su La
Repubblica veniva
confermato che era in effetti possibile che dal carcere Polay stesse
partecipando alle trattative
dal carcere, puo' essere vero?
ISAAC VELAZCO:
Non sono in grado di confermare questa. voce, non si puo' dire in questo
momento,
conoscendo quelle che sono le condizioni carcerarie peruviane, che Polay
possa esssere
davvero coinvolto in questa trattativa, quello che e' certo e' che l'unica
persona che e'
autorizzata dall'MRTA per questa trattativa e' Ernesto Certa Cartolini, il
comandante Huerta.
Questo e' dovuto ad un elementare criterio politico e di sicurezza, in
effetti Victo Polay Campos
in questo momento e' prigioniero del nemico. Trovandosi in mano al nemico e'
chiaro che puo'
essere sottoposto a tortutre psicologiche e fisiche che non gli permettono
una serena
partecipazione alla trattativa .
DOMANDA:
Sappiamo che il presidente Fujimori e' entrato in carcere a Lima, volevamo
sapere se stanno
realmente prendendo accordi per la liberazione dei progionieri nelle carcere
o se si sta
pensando a un salvacondotto per altri paesi dei compagni che stanno
partecipando
all'operazione.
IAASC VELAZCO:
Siamo un'organizzazione che non ha mai negato l'apppoggio e l'aiuto ai
compagni prigionieri,
gia' una volta, anni fa, c'e' stata un'evasione da un carcere di massima
sicurezza nel 1990, gia'
una volta lo abbiamo fatto, e come quella volta anche oggi non
dimentichiamo i compagni in
carcere.
Non siamo cosi' pazzi da mettere a repentaglio la vita dei compagni che sono
dentro
l'ambasciata, se avessero voluto loro se ne sarebbero andati gia' prima
quando erano in
clandestinita', se fosse stato questo l'obiettivo non avrebbero avuto
bisogno di prendere
l'ambasciata.
L'organizzazione ha una tale struttura politica che permette comuque la
fuoriuscita di chi vuole
uscire dal paese, la riprova di questo e' il fatto che io sono qui oggi. In
effetti tre anni fa sono
uscito dal Peru' e oggi sono qui per condizioni di cecita' fisica.
Se non vengono liberati i prigionieri politici non ci sara' una soluzione in
questa crisi.
DOMANDA:
Quanti combattenti ha in questo momento l'MRTA sul terreno, quindi non solo
quelli del
commando.
L'MRTA ha ripetuto che dopo questa operazione c'e' comunque la richiesta
politica di un
accordo di pace con il governo, su che contenuti si fonderebbe questo
accordo di pace?
ISAAC VELAZCO:
Alla prima domanda rispondo che siamo in numero sufficente per portare
avanti ancora per
molti anni questa guerra contro lo stato, rispetto alla seconda domanda non
c'e' stata richiesta
da parte nostra di trattative di pace nei confronti del governo, l'unica
cosa che abbiamo detto e'
che come organizzazione politica agiamo in modo politico e se la politica si
sviluppa nel senso
di un dibattito e di uno scambio di idee e di punti di vista allora si siamo
disposti a parlare col
governo, pero' se ci viene chiusa e ci viene negata questa possibilita' non
c'e' altro cammino,
non c'e' possibilita' di trattativa.
Proprio questo che e' successo: e' stato negato ogni spazio al dibattito per
questo e' nata la
guerra.
L'unica possibilita' che c'e' di mettere fine a questa guerra e' che vengano
date risposte alle
necessita del popolo.
Nel Peru' ci sono in questo momento piu' di 7.000.000 di persone che sono
poste alla miseria
piu' estrema. 13.000.000 sono quelli in condizioni di poverta'.
Ci sono in questo momento 5.000 imprese che hanno chiuso i battenti per cui
il tasso di
disoccupazione e' altissimo, c'e' in atto un processo di privatizzazione
delle aziende pubbliche
che porta ad un rialzo dei prezzi spaventoso, tuto questo ha fatto in modo
che lo squilibrio
sociale arrivasse a degli estremi paurosi, se non si fa fronte a tutti
questi problemi non ci puo'
essere pace senza la giustizia sociale.
DOMANDA:
Comunque dall'evoluzione delle trattative non sembra che Fujimori ne il
governo siano disposti a
trattare sulla liberazione dei prigionieri politici, c'e' stato un silenzio
incredibile durato vari giorni
che ovviamente ha indebolito anche la posizione del commando. Se il governo
continua a dire
che i prigionieri politici dell'MRTA non escono quale puo' essere
l'evoluzione per uscire da
questa situazione
ISAAC VELAZCO:
Noi altri abbiamo gia' detto che il nostro principale obiettivo e' la
liberazione dei prigionieri
politici, se questo non avverra' i nostri militari e i prigionieri di guerra
resteranno dentro
all'ambasciata per un tempo indefinito, d'altronde abbiamo gia' detto che la
parola d'ordine di
questa operazione e' ROMPENDO IL SILENZIO, IL POPOLO LI VUOLE LIBERI.
Si e' rotto questo silenzio per cui in tutto il mondo si conosce quella che
e' la brutalita' del
governo Fujimori. Adesso si sa in tutto il mondo che il governo Fujimori
promuove il terrorismo
di stato per poi garantirgli l'impunita'.
Nonostante questo la comunita' internazionale continua a considerare
Fujimori, come
democratico cosi' come il suo governo democratico.
Adesso, dopo questa azione a livello internazionale si sta mascherando il
regime Fujimori per
cui adesso lui dovra' rispondere di questo
Il regime Fujimori ha usato sistemi assolutamente fascisti per assassinare e
bruciare sia
fisicamente che psicologicamente tutti i dissidenti.
Possono continuare le anime nobili ha permettere che tutto questo continui
nel Peru'.
DOMANDA:
Volevo sapere qual e' il ruolo che sta svolgendo il Vescovo di Iacuzia,
Monsignore Cipriani in
questa trattativa?
ISAAC VELAZCO:
Per prima cosa bisogna sottolineare che Mons. Cipriani e' un degno
rappresentante dell'opus
dei, che ha benedetto le armi che hanno ucciso molti peruviani.
Come amico personale di Alberto Fujimori si sta attivando per tirarlo fuori
dalla situazione in cui
si e' trovato coinvolto.
Nonostante tutto credo che questa sua presenza si positiva.
Beh se non ci sono altre domande tutti voi per l'appoggio che mi avete dato
e vi chiediamo di
rivolgervi alla comunita' internazionale perche' di arrivi ad una soluzione
politica positiva della
vicenda.
DOMANDA:
Prima quando si e' parlato delle rivendicazioni dell'MRTA non si e' parlato
delle carceri, delle
condizioni dei prigionieri politici in carcere e dei processi.
Noi abbiamo avuto qualche testimonianza, qualche intervista, addirittura
qualche consulente
italiano delle Nazioni Unite come il giudice Imposimato che e' stato in
Peru' e che ha scritto un
rapporto durissimo sul Peru' e su come venivano gestiti i processi senza
cioe' nessun aspetto
legale. Ci puo' descrivere come viene gestito un processo?
ISAAC VELAZCO:
In Peru' dopo l'autogolpe di Fujimori del 92' la legislazione e' stata
completamente modificata.
Innanzitutto la presunzione di colpevolezza chi subisce il processo deve
dimostrare la sua
innocenza.
Chi viene arrestato dalla polizia puo' restare 15 giorni in isolamento nelle
mani di questa per
poter fare le indagini e, su richiesta della polizia, si puo' restare altri
15 giorni di isolamento.
In questo periodo il detenuto viene sottoposto a brutali torture e
l'arrestato non ha diritto ad un
avvocato di fiducia ma nemmeno alla presenza della pubblica accusa. Dopo di
che viene
passato ai tribunali. Una volta in tribunale l'atto di accusa stilato dalla
polizia diventa gia' una
prova contundente e i giudici sono senza volto, cioe' mascherati.
Questi tribunali emettono le sentenze entro 24, 48 ore al massimo. Molte
volte non c'e' neanche
la possibilita' di un avvocato di difesa e, se c'e' questo puo' prendere
atto dei documenti
d'accusa solo due ore prima del processo e quindi e' impossibilitato a
preparare una difesa
giuridica. Le sentenze nei processi politici implicano condanne a 20 o 30
anni, se non
l'ergastolo.
In base alla legge sui pentiti, su richiesta della polizia il prigioniero
puo' denunciare 15 o 20
persone indicate dalla polizia, e tutte queste persone non hanno diritto al
confronto con
l'accusatore.
Nella maggior parte dei casi gli imputati sono stati condannati con la
costruzione delle prove
artificiale.
La condizione dei prigionieri e' pessima.
Per tutto il primo anno ai prigionieri e' negato alcun contatto con
familiari onde evitare ogni
possibilita' di contatto e di informazione con la stampa. I prigionieri non
hanno neanche la
possibilita' di ora d'aria.
Dopo il primo anno hanno diritto a mezz'ora d'aria e possono vedere i
parenti piu' stretti (madre,
padre e fratelli) per mezz'ora al mese, i figli invece si possono vedere
mezz'ora ogni tre mesi.
Il vitto assolutamente scarso e' integrato da porcherie varie inventate dai
secondini come chiodi,
vetri sbriciolati, topi morti ecc.
Non hanno diritto alcuno alle cure mediche, qualsiasi problemi di ordine
medico possono avere i
prigionieri viene data loro un'aspirina.
DOMANDA:
Dall'insurrezione in Chiapas all'iniziativa in corso in questo momento e' un
po' di tempo che da
questa parte del mondo arrivano notizie di sollevazione di movimenti di lotta.
Ai di la' della vicenda in corso ci puoi dare un giudizio politico di cosa
sta succedendo e quali
chiavi di lettura possiamo avere noi di queste vicende.
ISAAC VELAZCO:
Dopo molti anni in cui siamo stati costretti a sopravvivere ora vogliamo
cominciare a vivere e
chiediamo contro i modelli neoliberalisti il rispetto dei nostri diritti.
(Trascrizione a cura dell'ASSOCIAZIONE YA BASTA, PER LA DIGNITA' DEI POPOLI CONTRO IL NEOLIBERISMO)