Ultime della settimana e intervista ad Isaac Velazco portavoce del M.R.T.A.

Le ultime novita' della settimana che riguardano l'occupazione militare della residenza dell'ambasciatore giapponese da parte del Commando Edgard Sanchez delle forze speciali del M.R.T.A. c'e' la partenza di un emissario del governo giapponese per tentare di risolvere attraverso un giro tra il Peru', Cuba e Repubblica Dominicana per sbloccare la lunga crisi degli "ostaggi" che si protrae da ppiu' di tre mesi. Un' altra notizia e la ripresa del dialogo con la commissione dei garanti, i soliti Minim della CRI l'ambasciatore del Canada Anthony Vincent e Mons. Cipriani che e' il portavoce del nunzio apostolico a Lima.


Intervista a Isaac Velazco negli studi di Radio Onda Rossa di Roma (87.9fm)

D. - Chiediamo ad Isaac una sua valutazione sulla situazione attuale in Peru'

I.V. - Attualmente c'e' un atteggiamento di disperazione da parte del governo peruviano dato che e' stato scoperto il tentativo di liberare gli "ostaggi" attraverso il tunnel. Questo e' parte di un tentativo, ormai smascherato, per arrivare ad un soluzione militare del caso degli ostaggi. L'attacco contro un industria tessile evidenzia questo atteggiamento di disperazione non avendo altra soluzione a questa crisi che quella del negoziato che chiaramente implica il riconoscimento da parte del governo della sua sconfitta strategica, noi abbiamo affermato che in questa crisi c'e' una sola soluzione possibile la liberazione dei prigionieri politici e la responsabilita' alla ricerca ad una soluzione di questa crisi e' completamente nelle mani del governo spinto dalla necessita' di mantenersi al potere Fujimori vuole sacrificare la vita dei 72 prigionieri nell'ambasciata giapponese per mantenere l'atteggiamento duro del regime e salvare la faccia con l'opinione pubblica internazionale. Dandosi questa soluzione la responsabilta' spettera' ai governi peruviani e giapponese, cosi' come di tutta l'opinione pubblica se non sapra' trovare in tempo una soluzione a questo massacro. Oggi si compiono tre mesi dall'occupazione militare e la comunita' internazionale ha fatto molto poco per risolvere pacificamente questa crisi, speriamo che la partecipazione attiva degli uomini e delle donne progressiste del mondo impediscano questo massacro.

D. - Per quel che riguarda l'atteggiamento del governo giapponese per quel che riguarda la ricerca di una soluzione pacifica.

I.V. - Il governo giapponese potrebbe influire molto alla soluzione di questa crisi tenendo conto che ha molti interessi economici in Peru' potrebbe premere con questo potere economico verso il governo Fujimori, pero' ha appoggiato al contrario le misure adottate dal governo e sta ponendo a rischio la vita dei suoi concittadini, che secondo i servizi segreti delle forze armate, con un intervento armato da parte delle forze di sicurezza potrebbero morire per loro stessa resposabilita' gia' di questo sono stati avvertiti e quindi a questo livello c'e' solo una soluzione politica

D. - L'ultima domanda riguarda il ruolo e la disponibilita' da parte di Cuba per una soluzione pacifica della crisi

I.V. - Come gia' Fidel Castro, Cuba e' nelle condizioni di ricevere i compagni del M.R.T.A. se chiaramente viene richiesto dal governo peruviano, dalla commissione dei garanti, dal governo giapponese e chiaramente se noi lo accettiamo. Rispetto a questo abbiamo confermato che vogliamo rimanere in Peru'. Pero' c'e' chiaramente una realta' oggettiva: i prigionieri politici con gravi problemi di salute, compagni con tubercolosi in stato avanzato, compagne con cancro all'utero e chiaramente dobbiamo pensare prima a loro, e qualsiasi paese che garantisce l'integrita' fisica e la sicurezza sanitaria ci sarebbe da parte nostra la completa' disponibilita' di inviarli in questi paesi. Pero' continuare a discutere di questo argomento quando ancora non si e' risolta questa crisi, e nessun prigioniero politico e' stato ancora liberato, e' una perdita di tempo. Questo e' finora servito al governo Fujimori per creare una cortina di fumo sulle sue intenzioni che sono quelle di una soluzione militare.



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