Marco Mostallino de "L'Unione Sarda" intervista il padre generale dei gesuiti, Peter Hans Kolvenbach, sui temi del liberismo economico e dell'occupazione dell'ambasciata di Lima.

D) Padre Kolvenbach, l’occupazione, da parte dei Tupac Amaru, dell’ambasciata giapponese a Lima ha ricordato al mondo il problema dei popoli del Sud America: come affrontarlo?

R) La violenza dovrebbe essere rifiutata come mezzo per ottenere cambiamenti sociali. D’altra parte l’esplosione di un grande gruppo di persone discriminate e ignorate per così tanto tempo non è incomprensibile. Spero che la crisi di Lima si risolva in modo pacifico, ma anche che ciò sia di sprone ai governi dell’America Latina per accelerare le riforme necessarie per una più giusta distribuzione delle risorse e per dedicare più attenzione ai segmenti più deboli della popolazione, in particolare alle popolazioni indigene emarginate.

D) Liberismo economico: qual è la posizione della Compagnia di Gesù verso questa dottrina?

R) I Provinciali - i responsabili dei gesuiti in ogni nazione, ndr - dell’America Latina hanno pubblicato una lettera al riguardo che, anche se non è una risposta completa a una questione difficile, enfatizza alcuni principi senza i quali non possono essere accettate le nuove dottrine socio politiche del liberismo rampante. In questa lettera i Provinciali gettano luce su alcuni dei pericoli che di un capitalismo senza regole e, allo stesso tempo, propongono alcuni punti. Sebbene le forze del mercato, essi affermano, possano essere utili strumenti per per migliorare la vita della gente, queste non possono diventare uno scopo in se stesse. Il valore e la dignità degli esseri umani non possono dipendere soltanto da semplici fattori economici e monetari. La Santa Sede e molte Conferenze episcopali si sono sollevate contro un sistema economico che non è al servizio dell’umanità.

Marco Mostallino



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