Ore 14.45
Polizia e carabinieri bloccano ormai l'accesso a Piazza Navona, dove sono rimasti ormai soltanto una trentina di radicali e qualche giornalista. Una cintura impenetrabile di agenti isola la piazza. Cominciano a crearsi, con l'afflusso dei primi dimostranti, i primi gruppi di persone, a Palazzo Madama, in Piazza S. Pantaleo (sull'altro lato di Corso Vittorio nel punto in cui sbuca via dei Baullari), a S. Andrea della Valle.


Ore 15.00
I primi tafferugli, piccoli incidenti. Agenti e carabinieri mostrano chiaramente di avere avuto ordine di usare le maniere pesanti nei contatti diretti. Davanti a Palazzo Madama un primo pestaggio ha come vittima un gruppo di giovani radicali che portavano un tavolo per la raccolta delle firme per i referendum e il deputato di Democrazia proletaria Mimmo Pinto. Per tutta risposta, una decina di radicali decide di sedersi per terra, a braccia alzate, davanti al Senato, per rispondere in forma non violenta all'atteggiamento della polizia. Di nuovo battibecchi poi la prima carica, condotta da una trentina di carabinieri armati di fucile. I carabinieri piombano addosso ai dimostranti seduti, adoperano il calcio dei fucili come sfollagente. Tre giovani sono duramente picchiati, ammanettati, caricati su un cellulare e condotti via. Vengono spintonati e picchiati anche giornalisti e fotografi: a questi ultimi si impone di consegnare i rullini impressionati.

Ore 15.30
Pannella giunge davanti a Palazzo Madama, chiede di parlare con il responsabile del servizio d'ordine. La richiesta è respinta. Da un telefono nell'atrio del Senato Pannella chiama allora l'on. Ingrao, presidente della Camera, per informarlo di quanto sta accadendo. "La polizia tiene un comportamento che fatalmente turba l'ordine pubblico. Si sta creando una situazione dalle conseguenze imprevedibili. E' una provocazione deliberata".
Pannella annuncia a Ingrao il suo proposito di recarsi di lì a poco a Montecitorio per chiedere, non appena cominciata la seduta, che il ministro dell'Interno vada subito in aula a dare spiegazioni sull'impiego delle forze di polizia intorno a Piazza Navona.

Ore 15.45
In piazza S. Pantaleo un funzionario di P.S. attraversa Corso Vittorio avvicinandosi al gruppo dei dimostranti raccoltosi allo sbocco di via dei Baullari. C'è uno scambio di improperi, e subito viene ordinato il lancio di lacrimogeni. C'è un fuggi fuggi generale, la polizia spara lacrimogeni anche da S. Andrea della Valle. I dimostranti vengono inseguiti sia verso Campo de' Fiori sia verso largo Argentina e via Arenula. Le strade sono affollate, il traffico su Corso Vittorio resta bloccato. Ci sono scene di panico.
Come a un segnale concordato, anche in altri punti presidiati dalla polizia parte all'attacco. Un piccolo gruppo di persone è disperso con l'uso di lacrimogeni a Piazza delle Cinque Lune, un reparto di polizia arriva a caricare un gruppo di giovani che si era raccolto in via del Plebiscito. Il cronista de "Il Messaggero" scrive: "Contro giovani che sostano sotto un arco avanza un'altro reparto di P.S. . Partono slogan e il solito grido di "scemi scemi". La polizia risponde con sette-otto candelotti sparati ad altezza uomo. I manifestanti si ritirano, poi torneranno indietro e la scena si ripeterà. Fino a questo momento nella zona dei disordini non si sono visti "sanpietrini" nè molotov".


Ore 16.00
Un reparto militare si attesta in piazza della Cancelleria, fronteggiato a distanza, verso Campo de' Fiori, da un gruppo di circa 150 dimostranti. Qui vengono notati per la prima volta uomini in borghese armati di pistola o pistola mitragliatrice, apparentemente in buoni rapporti con i poliziotti.
Vengono sparati lacrimogeni a decine. I dimostranti si dividono in vari gruppi e si disperdono per i vicoli circostanti Campo de' Fiori, per sfuggire alle cariche della polizia. Un gruppo ricompare in via dei Baullari, verso Corso Vittorio. La polizia carica di nuovo, violentemente: una quindicina di persone tra cui molte ragazze e una donna anziana, vengono travolte, cadono. Gli agenti circondano i caduti e colpiscono indiscriminatamente tutti con calci e manganellate. Viene colpita anche la donna anziana. Alcuni candelotti vengono sparati ad altezza d'uomo, altri contro le finestre e la gente che vi si affaccia: in via dei Baullari e in vicolo dell'Aquila.


Ore 16.15
Una colonna si mette in movimento a Corso Vittorio, a sirene spiegate, preceduta da due pulmini blindati. All'angolo di via dei Baullari c'è un giovane che sta camminando: dall'ultima camionetta parte un candelotto che lo colpisce in pieno, alle spalle e lo fa finire tramortito a terra. Cinque agenti scendono, infuriano a calci sul giovane, poi risalgono sulla camionetta. La colonna prosegue fino a piazza Venezia, seguita da due Alfa beige con il capo dell'Ufficio politico, Improta e un vice questore.
A Campo de' Fiori gli scontri si susseguono. In piazza della Cancelleria i dimostranti riescono a mettere di traverso alcune auto. La polizia lancia una serie di cariche: in questa occasione si sentono i primi colpi di pistola. Alcune pallottole si conficcano sopra l'insegna di un negozio.
Un agente sferra una manganellata alla nuca al fotografo Rino Barillari, del "Il Tempo". Barillari cade, viene portato all'Ospedale: guarirà in dieci giorni. Un altro fotografo, Sandro Marinelli de "Il Messaggero" viene colpito da un sasso alla nuca: sei giorni di prognosi.


Ore 16.20
I vigili del fuoco intervengono in Corso Vittorio, all'angolo del cinema Augusto, per bloccare l'incendio di alcune auto.
In via S. Agostino un reparto dei carabinieri risponde al grido di "scemi scemi" con un lancio di candelotti ad altezza d'uomo. Un giovane viene colpito e rimane a terra.


Ore 16.30
Anche Largo Argentina e le strade adiacenti sono coinvolte nell'aggressione. C'è un tentativo di formare barricate con auto in sosta. L'aria è irrespirabile per il fumo dei candelotti. Gli autobus carichi di passeggeri si trovano intrappolati nei fumi tossici. Dieci persone a bordo di un autobus della linea 87 vengono colte da malore: vengono trasportate all'Ospedale, gli si diagnostica un'intossicazione. La polizia carica i dimostranti in via Arenula, in via del Plebiscito, in piazza del Gesù.


Ore 17.00
Circa 1500 dimostranti si riuniscono in piazza S. Maria Liberatrice, nel quartiere di Testaccio. Scandiscono slogan contro Cossiga e si avviano verso piazza Mastai, a Trastevere. In Viale Trastevere, all'imbocco di Ponte Garibaldi, cominciano ad affluire anche molti dei dimostranti caricati dalla polizia intorno a Piazza Navona e a Campo de' Fiori. Della benzina viene versata per terra e poi incendiata, per rendere difficile la manovra delle auto della polizia.
Prima da Ponte Sisto poi da via Arenula, polizia e carabinieri lanciano le prime cariche nella zona, ormai completamente sconvolta. Il traffico è impazzito. Tutto il centro storico è paralizzato, i lungo tevere bloccati in più punti. Gli autobus non completano le loro corse, i passeggeri vengono fatti scendere a fermate improvvisate, la confusione aumenta ancora.

continua

......1977.....IL MOVIMENTO



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