Ultim'ora Tiziano Andreozzi ha ottenuto gli arresti domiciliari ed è uscito da Rebibbia il 10 dicembre

Comitato Difesa Anarchici - El Paso Occupato

Aggiornamenti sull'inchiesta Marini

Lunedì 16 dicembre 1996


Four anarchists have been found guilty of robbery again in Trento (two years imprisonment each). Preliminary trial in Rome for the national Marini's inquiry against some 60 Italian anarchists has been postponed to 16th January, 1997.

Venerdi' 13 dicembre a Trento si e' conclusa la seconda udienza del
processo d'appello a Carlo Tesseri, Christos Stratigopulos, Jean Weir e
Antonio Budini, i 4 anarchici arrestati nel settembre '94 dopo una
rapina a Serravalle di Trento. Questo processo riguardava altre due
rapine effettuate nel luglio '94 in contemporanea a due banche di Ravina
di Trento.

La Corte ha emesso la sentenza di condanna solo verso le 23.30: due anni
di carcere per ognuno con la continuazione di reato, considerando quindi
la prima condanna di 5 anni a testa -6 per Carlo perch‚ recidivo.

Questo processo d'appello si e' tenuto per verificare le testimonianze
di un impiegato rapinato, del Maresciallo Farino (il bel graduato che
convinse l'eintreneuse a redimersi, pentirsi e parlare delle rapine,
della banda armata etc, attualmente suo convivente) e della `pentita'
stessa, Mojdeh Namsetchi.

L'impiegato -l'unico su 8 teste ad avere effettuato una ricognizione
abbastanza certa di uno degli imputati- si e' contraddetto sul colore
della pelle della donna che avrebbe partecipato all'azione; ricordiamo
che la `pentita' si era autoaccusata della rapina dicendo che sarebbe
stata quindi lei -e non la Weir- a fare il colpo (da qui l'importanza
del colore della pelle, decisamente chiaro quella della Weir, scozzese,
scuro quello della Namsetchi, di origine iraniana). Inoltre il teste ha
ribadito la freddezza della rapinatrice che, mentre lo teneva sotto
tiro, aggirava il bancone e svuotava i cassetti.

Il maresciallo Farino non si e' presentato perch‚ nei giorni precedenti
e' stato ferito a colpi d'arma da fuoco in circostanze finora non
chiarite. Gli sono stati dati 6 mesi di prognosi.

La `pentita' ha testimoniato a porte chiuse, protetta da un separ‚ e
circondata da 4 agenti dei ROS. Tra lacrime, lamenti, balbettii e
mugolii ha non solo non confermato le sue precedenti dichiarazioni ma si
e' ulteriormente contraddetta dicendo che stavolta la gang sarebbe
arrivata a piedi dalla stazione alla banca con le armi infilate nella
cintole, quindi che all'uscita sarebbero saliti in auto in 5 mentre un
testimone oculare (un poliziotto) avrebbe visto 4 persone entrare in
macchina. Continua a non ricordarsi nulla di nulla della rapina.

Sulle precedenti incredibili dichiarazioni non vi e' nulla da
aggiungere, basti rileggersi il comico dibattimento del processo di
primo grado. Gli avvocati della difesa hanno ribadito la totale assenza
di ogni riscontro oggettivo nella sua testimonianza e la totale mancanza
di indizi in generale sulla colpevolezza dei 4. Persino l'accusa ha
esordito ponendo in secondo piano la testimonianza della `pentita' come
fulcro del castello accusatorio.

Ma nonostante tutto la corte - il presidente Cordella e i giudici a
latere Santaniello e Chiaro - li ha condannati, obbedendo cosi' alle
disposizioni superiori, quelle del magistrato Marini che rischiava di
vedersi inficiare la principale e unica prova sulla quale ha costruito
la sua accusa di banda armata contro 68 anarchici.

Li hanno condannati senza pronunciarsi sulla credibilita' della pentita:
se le hanno creduto, dovevano assolvere almeno Jean Weir; se no,
dovevano dichiararlo, pur condannando tutti. E invece hanno salvato
capra e cavoli, ricondannandoli senza esporsi con un giudizio su di lei
e quindi dandole giudiziariamente una legittimazione che risulta
preziosa per la maxi inchiesta. Questo e' un segnale forte e chiaro di
polizia e magistratura e non solo nei confronti degli anarchici.

Al processo hanno assistito una settantina di anarchici giunti anche
dall'estero, che hanno accolto la sentenza con insulti alla corte che si
e' rapidamente ritirata. Le forze dell'ordine hanno poi rapidamente
sgomberato il tribunale ormai deserto. Nessun incidente.

Ricordiamo anche che da due settimane a Tiziano Andreozzi sono stati
concessi gli arresti domiciliari. Giuseppina Riccobono, ai domiciliari
dal 22 novembre, puo' usufruire di due permessi giornalieri d'uscita di
2 ore ma non puo' ancora ricevere posta e telefonate; ha potuto pero'
venire di persona all'udienza preliminare del 10 dicembre a Roma con
mezzi propri.

L'udienza preliminare dell'inchiesta Marini e' stata rinviata per motivi
tecnici al 16, 17, 21 e 24 Gennaio 1997, ma non si terra' piu' al
Tribunale bensi' nell'aula bunker del carcere di Rebibbia. Alle udienze
preliminari non e' ammesso in aula il pubblico a parte gli imputati, ma
evidentemente Marini & C. vogliono essere ancora piu' sicuri di essere
al riparo da occhi ed orecchie indiscrete. La stampa in toto approva
silenziosamente.

Ricordiamo ancora due iniziative per il Comitato Difesa Anarchici
previste per sabato 21 Dicembre, una a Brescia e una a Napoli. Preghiamo
tutte le realta' di farci pervenire documenti o informazioni sulle
iniziative in proposito (anche passate).

Ogni aggiornamento sulla situazione si puo' leggere sul settimanale
anarchico Canenero. Potete richiederne copie, un minimo di 15-
telefonando allo 055-63.14.13 o scrivendo alla Casella Postale 4120, cap
50135, Firenze. Canenero si puo' anche trovare per via telematica:
http://www.ecn.org/zero/canenero.htm

Per ulteriori contatti: Comitato Difesa Anarchici c/o
El Paso Occupato, Via Passo Buole 47, 10127, Torino, tel. 011-317.41.07.
Per informazioni e contatti urgenti tel. 0360-554.094 (Mario).
Altre notizie e aggiornamenti si possono trovare per via telematica:
mailing list A-INFOS@LGLOBAL.COM e CSLIST@ECN.ORG e pagine web
http://www.ecn.org/zero/anarchy.htm


---
Key fngrprnt (since 1993) =  52 DB 96 92 FA 1D CE 71  0D 63 96 E5 9A 9B 07 0A
http://www.ecn.org/zero



back to the anarchist home page