Colpevoli di solidarietà

Ancora costruzioni pazzesche e perquisizioni ai danni degli anarchici

manifesto Vorremo tanto parlarvi di cose belle, dell'amore senza calcoli, dei bambini che giocano rumorosamente, della diserzione da ogni obbedienza, dei rapporti liberi dalla costrizione, delle fabbriche di nocività chiuse per sempre, dei soldi che bruciano; insomma, della vita piena che si manifesta.

Ma è la repressione, con tutta la sua arroganza, a prenderci la parola.

Qualche mese fa, in alcune città d'Italia comprese Rovereto e Trento, vi era stata una serie di perquisizioni ai danni di un buon numero di anarchici. Il pretesto era quello di una fantasiosa "associazione sovversiva" e con finalità di terrorismo di cui i perquisiti, a giudizio degli uomini del Giudizio, erano parte. Ovviamente, non avendo gli anarchici alcuna organizzazione del genere, tanto meno con capi, gerarchie e tutto il resto, l'operazione si risolse con un pugno di mosche (cioè con una proroga delle indagini). Ora. visto che l' "associazione sovversiva" non esiste, una banda - questa si armata - di giudici di Roma ha deciso di ripetere le perquisizioni. Così, all'alba di giovedi 16 novembre, a Napoli, a Roma, a Firenze, a Pinerolo e qui a Rovereto cinque abitazioni sono state messe a soqquadro dai carabinieri, fedeli nei secoli. Ma questa volta ai reati contestati si sono aggiunti nientemeno che banda armata, "rapine e attentato a impianti di pubblica utilità". Come sempre. chili di libri, giornali e agende sequestrati assieme al solito computer - niente di più.

Per evitare che il prossimo giro lo zelo degli uomini di legge si spinga fino al tentativo di incriminazione per "strage di infanti" o traffico internazionale di organi . sarà il caso di spiegare qual 6 il nostro vero crimine: la solidarietà. Solidarietà, a dispetto di ogni repressione e di ogni criminalizzazione, verso chi vuole la libertà, tutta la libertà.

Il Potere vorrebbe che all'arresto di qualunque individuo che non si lascia governare seguisse il silenzio o, meglio ancora, la presa di distanza. Ma così non è avvenuto in mille casi, Come non è avvenuto quando in carcere sono finiti quattro anarchici che, senza soldi e ostili allo sfruttamento, hanno alleggerito i forzieri di una banca. Eccoli strillano i servitori dell'autorità "è tutta una banda armata, sono tutti rapinatori". Colpevoli di solidarietà, è questa l'annunciata sentenza.
Un crimine semplice, come si vede, di una parola sola. Un crimine che non ci stancheremo mai di commettere.

anarchici roveretani

sip via s.maria, 5 rovereto 16/l1/95