MONTATURA!

Gli anarchici sono nemici dichiarati dello Stato e di tutte le concrete realizzazioni istituzionali che quest'ultimo si da per controllare e reprimere. Questa dichiarazione di principio, pur nella sua astrattezza, e una delle caratteristiche essenziali dell'anarchismo e non e mai stata messa in dubbio. Lo Stato sa benissimo che gli anarchici sono i suoi irriducibili nemici, coloro che, più o meno efficacemente, lo combatteranno fino alla fine. Ma sa anche che proprio per questa posizione di totale e radi cale inimicizia, gli anarchici non possono trovare alleati nella loro lotta contro lo Stato, se non nella partecipazione spontanea degli individui desiderosi di cambiare le condizioni di oppressione in cui viviamo tutti. Lontani da ogni gioco di potere, diamantini nella loro cristallina purezza di idee, gli anarchici han no costituito da sempre la spina nel fianco di ogni Stato, dal dispotico al democratico; da qui la particolare attenzione che gli organi di polizia di ogni genere hanno avuto nei loro confronti. E poiché polizia e magistratura sanno bene che gli anarchici, anche se alieni dal cercare alleanze politiche, riescono lo stesso a riscuotere la simpatia di coloro che non si sono definitivamente venduti, eccoli con tutti i mezzi cercare di coinvolgere gli anarchici in azioni che spesso non possono essere opera loro, non tanto per motivi di fatto ma proprio per scelte di fondo, per motivazioni di principio. Gli anarchici sono vicini a chi subisce l'oppressione spesso senza sapere come reagire, e questo lo sanno tutti. La loro vicinanza è qualche volta ideale, ma altre volte da una mano all'attacco contro gli interessi dei dominatori. Il sabotaggio costituisce un esempio facile da seguire, specialmente quando e realizzato con mezzi semplici e quindi risulta alla por tata di tutti. Ciò disturba. Gli anarchici hanno occhi aguzzi per individuare i luoghi dove le realizzazioni del dominio diventano appena appena visibili, e qui colpiscono. Il loro modo di procedere e sempre facilmente riconoscibile perché diretto ad essere riprodotto nella maniera più ampia possibile. Non hanno la pretesa di individuare cuori sensibili dello Stata o di arrogarsi la competenza di colpirli. Ciò disturba. Gli anarchici non accettano "sovvenzioni" e sostegni, per la loro lotta trovano da soli i propri mezzi. Di regola ricorrendo all'aiuto dei propri compagni, con sottoscrizioni o altro. Non amano prostituirsi. Per questo non han no il sacro rispetto per la proprietà dei ricchi. Quando qualcuno di loro, a titolo personale, perché così ha deciso, bussa alla porta di qualche banca, se qualcosa va male e pronto a pagare le conseguenze. Vivere liberi ha i suoi costi. Ciò disturba. Ma alcune cose non sono di sposti a farle. Non sono disposti ad ammazzare la gente indiscriminatamente, come fanno gli Sta ti nelle guerre ed anche nei periodi di cosiddetta "pace". Non accetterebbero mai la semplice idea di una strage indiscriminata di persone. Allo stesso modo gli anarchici sono contro il potere, qualsiasi carcere, anche quello che i sequestratori infliggono ai sequestrati in attesa che si decidano a pagare le somme richieste per il riscatto. Chiudere a chiave un uomo e pratica avvilente. Un'altra cosa che gli anarchici rifiutano e una struttura clandestina armata, dotata di organigramma, di regole di funzionamento, di progetti politici e tutto il resto. Quello che il linguaggio comune insiste nel definire "banda armata", e lontanissimo dall'idea che gli anarchici si fanno della propria contrapposizione allo Stato, contrapposizione che se qual che volta può anche essere violenta e quindi armata non sarà mai rigidamente fissata su canoni che risultano in definitiva mutuati dalla stessa struttura che si vuole combattere. Tutte le montature che negli ultimi decenni sono state costruite contro gli anarchici hanno quindi seguito due direttrici: da un lato gli organi dello Stato han no tenuto presente l'estrema pericolosità di un modello di vita e d'azione che se appena appena si generalizzasse o venisse conosciuto in maniera adeguata, potrebbe sconvolgere il presente assetto della società degli addormentati e dei consenzienti; dal l'altro lato hanno cercato di indicare gli anarchici come responsabili di stragi, di sequestri, di banda armata: proprio quello che gli anarchici non possono decidere di fare. Ma perché lo Stato cerca di "usare" gli anarchici? Perché con il loro modo di essere contrari ad ogni compromesso e ad ogni connivenza politica con gli attuali e con i futuri dominatori, si presta no benissimo ad essere utilizzati in questo senso. Chi troveranno che li difenderà? Chi sposerà la loro causa? Nessuna persona dabbene potrebbe farlo, ed e proprio per tenersi buone le persone dabbene che lo Stato controlla, ruba, massacra e tutto il resto. Certo, lo Stato potrebbe accontentarsi di mettere in carcere gli anarchici semplicemente accusandoli di comportamento antisociale, di professare una dottrina pericolosa, di vilipendio de gli organi istituzionali, di apologia di reati vari, di incitamento alla rivolta. Decine e decine, per non dire centinaia, di processi del genere sono stati celebrati e non ci sono mai state condanne serie: da qualche mese a qualche anno. Ma gli anarchici disturbano la quiete dorata dei benpensanti, possono costituire la piccola fiamma che fa divampare l'incendio, e con i tempi che corrono occorre tenere pronta una strategia ade guata per metterli completamente fuori gioco. Ecco venire alla luce un sig. Antonio Marini, sostituto procuratore in quel di Roma. Un signo re dai denti aguzzi e dal cervello fertile nell'inventare storie. Ha alle spalle l'esperienza di processi come quelli per il caso Moro o per l'attentato al Papa, quindi non c'è persona più adatta di lui per la bisogna: mai e poi mai potrebbe capire come ragionano gli anarchici e di cosa a termini di legge essi sono costantemente responsabili. Ecco quindi l'egregio Marini porsi sulla scia dei suoi illustri predecessori e costruire il proprio teorema: gli anarchici sono i responsabili di migliaia di azioni contro lo Stato e contro le sue propaggini economiche che negli ultimi anni si sono diffuse in tutto il territorio nazionale. Ora, poi ché il teorema fa acqua, come si fa a dimostrare che pochi anarchici hanno buttato giù centinaia di tralicci o incendiato le filiali Standa del sig. Berlusconi? Non lo si può. Occorre quindi che li si ponga al centro di ben altre faccende, più grandi: stragi non ce ne sono a portata di mano (in futuro non si sa, vedremo), ma ci sono i sequestri. Ecco quindi attribuire loro il fatto, davvero sconvolgente, di avere avuto mano in tutti i più importanti sequestri degli ultimi anni. Che importa se gli anarchici sono contro qualsiasi forma di prigionia: questo il buon Marini non lo sa. Posto il teorema, condito con il corollario della banda armata, si trova anche una giova ne che sostiene di conoscerli, gli anarchici, di conoscerli bene, di avere persino fatto una rapina con alcuni di loro. Il resto verrà da sé. Andiamo signori, si parte per l'ennesima sceneggiata. A suo tempo furono le bombe alla Fiera campionaria di Milano. Alcuni compagni anarchici di Milano vennero accusati di strage e tenuti in carcere per quasi un anno. Al processo tutto si sgonfio. Montatura. Poi la strage di piazza Fontana, con decine di morti. Gli anarchici responsabili. L'uccisione di Pinelli, buttato giù da una finestra della questura di Milano. Oggi la stessa magistratura, dopo un quarto di secolo, ha dovuto ammettere che a piazzare le bombe furono i servizi segreti dello Stato democratico italiano. Montatura. Nel 1980 decine di arresti in tutta Italia di anarchici che vengono accusati di rapine, di banda armata e di insurrezione contro lo Stato. L'inchiesta non supera nemmeno la fase istruttoria. Montatura. Dal 1984 al 1988 almeno quattro tentativi di coinvolgere gli anarchici nella faccenda dei tra licci dell'alta tensione tagliati un po' dappertutto in Italia. Dai tanti processi celebrati nei diversi gradi dal primo alla cassazione nessuna condanna. Montatura. Nel 1989 tentativo di costruire un'associazione sovversiva dopo l'arresto di alcuni compagni anarchici nel corso di un tentativo di rapina. L'azione giudiziaria abortisce. Montatura. Nel 1991 clamorosa operazione diretta a coinvolgere un presunto gruppo "Anarchismo e provocazione" nel sequestro Silocchi. Il gruppo si rivela inesistente, mentre esistono da molto tempo sia una rivista che si chiama "Anarchismo" che un giornale che si chiama "Provocazione". Il tentativo di dare vita a questa mostruosa macchinazione abortisce. Montatura. Nel 1994 perquisizione a Firenze della redazione del settimanale anarchico "Canenero" (negli stessi locali poco prima era stata rinvenuta una microspia) e con segna di 3 avvisi di garanzia ad altrettanti compagni per reati relativi agli attentati incendiari contro la Standa di Berlusconi. Anche in questo caso l'inchiesta non supera neanche la fase istruttoria. Montatura.