Aggiornamenti processo contro gli anarchici
Interventi della difesa

[13.04.2000]

Il processo è oggi proseguito con ulteriori interventi della difesa: hanno parlato due avvocati per singole persone, uno per un imputato marginalmente coinvolto nell’inchiesta e l’altro, l’avvocato Menzio, che ha evidenziato il caso della sua assistita, inserita nel processo con il metodo sintomatico di tutta l’inchiesta: anarchica da anni, nota per l’appoggio, la solidarietà e la presenza militante nel corso di decenni, compare tra gli imputati solo in quanto -nonostante incongruenze assolutamente inaccettabili- citata dalla ‘pentita’ come una delle persone con le quali avrebbe... cenato. Tanto vale, ha ribadito il suo difensore, per farne l’appartenente ad una organizzazione.

L’intervento dell’avvocato Di Maggio è stato senz’altro uno dei più incisivi e pesanti che si siano sentiti, assieme a quello dell’avvocato Calia, in questo dibattimento: ha iniziato difendendo la sua assistita dalle accuse di reati specifici (due rapine e la strage) attaccando l’accusa basata solo sulle testimonianze di uno degli Sforza (la famiglia di collaboratori di giustizia), testimonianaze in evidente contraddizione con quelle rese ad esempio dai testimoni di una delle rapine, in contrasto con particolari materiali assolutamente verificabili, incredibili anche per senso logico, e giudiziario, tant’è che contrastano persino con quello delle sentenze già emesse per simili eventi da altre corti.

La Di Maggio ha quindi iniziato a evidenziare la stranezza dell’atteggiamento del pm Marini e degli inquirenti chiedendosi se quella dei ‘pentiti’ sia stata solo compiacenza verso l’ipotesi accusatoria e ion quel caso perchè il pm non abbia rilevato tante e tali discordanze.

Citando anche lo zelo col quale il pm stesso si sia dato da fare per comparire sabato scorso dinanzi alle telecamere per ribadire il suo teorema accusatorio, ha insistito sul fatto che tutte le testimonianze rese di fronte alla corte fossero da verificare nei fatti, anche quelle rese dagli ufficiali inquirenti dell’Arma e del ROS (il maggiore Pagliccia in particolare) che altro non hanno fatto che ribadire tesi e supposizioni dell’accusa senza fornirne il minimo supporto probatorio. Ha quindi puntato il dito direttamente sull’accusa, ricordando, verbali alla mano, mostrando come sovente con i collaboratori di giustizia si sia insistito per avere nomi, nomi da citare e basta nonostante le reiterate negazioni degli stessi, come non siano state citati in aula particolari e indagini di senso opposto al teorema giudiziario, di come si siano taciute anche delle sentenze che contrastavano apertamente con la tanto declamata credibilità dei ‘pentiti’.

Concludendo l’avv.to Di Maggio ha apertamente parlato di fraudolenza dell’accusa nella strutturazione non solo dell’inchiesta, ma anche nella conduzione del procedimento in aula volto canonicamente a dimostrare le accuse ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’ e ha ulteriormente ribadito il carattere fortemente antianarchico di questo processo che si è voluto basato sulla aperta ed evidente ostilità degli imputati alle istituzioni, caratteristica non ancora punibile giuridicamente se non nel momento in cui non vengono provati specifici episodi criminosi.

Ha quindi chiesto l’assoluzione per tutti i suoi assistiti.

Le udienze riprenderanno in queste date: 17, 18, 19, 22 e 24 maggio 2000

Durante la mattinata si è svolto in Piazza di Spagna, sotto l’ambasciata spagnola presso il Vaticano, un presidio non autorizzato di protesta in solidarietà con i detenuti del FIES in lotta.

from: pasica@ecn.org