Il
4 ottobre a Roma i capi di stato europei si incontreranno per dare
luogo alla Conferenza InterGovernativa (CIG) che aprirà i
lavori per la stesura definitiva e l'approvazione della Costituzione
Europea. In altre date, sempre a ottobre e negli altri mesi della
presidenza UE italiana, si incontreranno i tecnici e i ministri
UE per formulare le strategie comuni della Fortezza Europa.
Dopo
essersi accordati sulle politiche economiche e aver trasformato
il mercato del lavoro, adeguandosi alle necessitaà della
globalizzazione neoliberista, ora i padroni stanno dando una forma
alla struttura politica e militare dell'Europa nascente.
Nei
prossimi vertici, come in quelli appena passati (Barcellona, Siviglia
e Salonicco), l'agenda degli incontri prevede passaggi cruciali
e concreti per la realizzazione della politiche sociali comuni:
l'effettiva creazione della Fortezza Europa.
Tutti
gli sforzi sono direzionati all'allargamento delle frontiere ad
Est (per aprire nuovi mercati) e all'irrigidimento di queste, con
il finanziamento considerevole per lo sviluppo di sistemi di controllo
digitali (140 milioni di euro per VIS e SIS II) e militari (250
milioni di euro per costruire "campi di transito" fuori
i confini gestiti probabilmente da un corpo di polizia unificato).
La
libertà di movimento e di permanenza di milioni di donne
e uomini è sottomessa alla logica economicista della domanda/offerta,
dove il/la migrante deve rappresentare solo la forza lavoro di riserva
a più basso costo. Con la minaccia del terrorismo e la necessità
di portare la democrazia nel mondo (ovvero difendere le proprie
colonie) stanno costruendo (sarà compito della presidenza
italiana stabilire molti dettagli) l'esercito europeo, riformulando
i criteri di intervento delle Forze Armate comuni e creando l'Agenzia
Europea della Difesa.
Allo stesso modo la sorveglianza e il controllo dentro la stessa
Fortezza raggiungono livelli orwelliani in nome della sicurezza;
siamo così continuamente spiati, osservati, schedati e supervisionati
da tutta la tecnologia che dispiegano a difesa dei loro tesori e
dei loro privilegi.
Ma
non è solo la questione della Fortezza Europa. Simili meccanismi
di controllo, repressione e armamento sono l'espressione immediata
del capitalismo in tutto il mondo, in particolare nei paesi ricchi
(o recentemente arricchitisi) che si arroccano a difendere i propri
scrigni e vanno in giro a saccheggiare quel che ancora non hanno.
Il
nostro rifiuto della Fortezza Europa è in realtà il
rifiuto del capitalismo come modello di vita in genere. E' quindi
il rifiuto delle logiche del business, preferendo l'autogestione
come scelta di vita totale e di socialità. Quello che cerchiamo
è la rivoluzione nella vita di tutti i giorni: il rifiuto
di tutte le gerarchie, l'antisessismo e l'antifascismo come pratiche
costanti, l'autosufficienza e l'autoproduzione per uscire dal mercato,
l'azione diretta come strumento di conflitto e di riappropiazione,
l'ecologismo radicale come capo di battaglia, la controinformazione
in antitesi ai media, il rifiuto di ogni etichetta (anche "alternativa")
per la dignità individuale delle scelte di ognun@.
Questo
siamo e sappiamo di non essere gli/le unici/che.
Le
mobilitazioni contro i summit UE in Italia possono essere un'occasione
per molt* attivist* italiani, europei (e del mondo) di venire a
Roma. Crediamo sia positivo cogliere questa opportunità per
conoscersi, anche andando oltre le scadenze dei vertici, per magari
costruire insieme delle giornate di azione e in ogni caso scambiarci
esperienze.
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