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#8 - 5 aprile 2002 senza prezzo

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Dobbiamo fermare il massacro!


Le forze militari israeliane stanno giustiziando i prigionieri, bombardando gli ospedali, sparando su civili inermi, sparando sulle ambulanze, non permettendo neanche di soccorrere i feriti, impedendo ai palestinesi di seppellire i propri morti, sparando su chiunque possa testimoniare il massacro del popolo palestinese, non rispettando nemmeno la convenzione di Ginevra.
In questi giorni TV e giornali ci hanno perlopiù raccontato una storia molto distorta. Il governo israeliano guidato da Sharon avrebbe lanciato una campagna militare in Cisgiordania per mettere fine alle azioni terroriste dei kamikaze palestinesi alle quali Arafat non voleva opporsi, anzi ne era il mandante.

Sebbene non pensiamo che la soluzione magica del conflitto nell'area possa essere dato dalla separazione di Palestinesi e Israeliani in due stati separati ci rendiamo anche conto che le speranze di convivenza in un paese laico che possa accogliere tutti sono, ad oggi, molto lontane dal potersi realizzare. Certo la immensa prigione a cielo aperto che sta nei piani di Sharon cosa può far sperare?

Se si vuol fare un ragionamento con un minimo di logica, ed è il ragionamento che ripetono continuamente anche i pacifisti israeliani, bisogna distinguere causa ed effetto. La causa è l'occupazione militare di Cisgiordania e Gaza e l'insediamento di decine di colonie in questi territori dove Israele sta da decenni continuando a far insediare centiania di migliaia di coloni armati fino ai denti, con un sistema viario separato, con la sottrazione dei migliori terreni agricoli e delle risorse idriche, con un sistema di oppressione e controllo degli spostamenti per i palestinesi fatto di targhe separate, di carte d'identità separate e di tanti altri soprusi e controlli continui che hanno di fatto realizzato da una parte un regime di apartheid insieme a delle vere e proprie politiche miranti alla pulizia etnica, ad esempio a Gerusalemme dove è evidente la volontà degli Israeliani di impedire ai Palestinesi che vi abitano di continuare a stare lì con le loro famiglie, svilupparsi etc.

Il frutto avvelenato dell'albero di 35 anni di feroce oppressione militare israeliana senza speranza sono i kamikaze, che in disperati attacchi suicidi hanno fatto strage di civili israeliani mettendo la popolazione israeliana nella massima insicurezza malgrado il dispiegamento militare senza precedenti.
Ma cosa sta avvenendo in questi giorni in Palestina?

L'esercito israeliano ha lanciato un offensiva contro le città controllate dall'Autorità Nazionale Palestinese, ne ha assediato il presidente Arafat e sta uccidendo le forze militari ed i partigiani palestinesi che si stanno opponendo a questa occupazione, condannata anche dall'ONU che ne ha richiesto il ritiro con una risoluzione che ne ordina il ritiro immediato.

Sono ormai una decina le città palestinesi invase dall'esercito israeliano. In alcune di queste sono in corso combattimenti. In tutte l'esercito sta rastrellando casa per casa, eliminando i combattenti e le figure rappresentative della società civile palestinese, non disdegnando però l'uccisione di civili inermi e l'uccisione di prigionieri arresi. Le ambulanze vengono bloccate nei garage, i feriti vengono lasciati morire dissanguati, si spara contro i giornalisti, si spara contro i pacifisti contro gli attivisti dell'informazione indipendente. A Ramallah, dove Arafat è sotto assedio, sono stati costretti a scavare una fossa comune dentro il cortile dell'ospedale per seppellire i cadaveri ormai in numero tale da non poter più essere contenuti nell'obitorio. A Betlemme si bombarda con gli elicotteri Apache, si spara e si assedia la chiesa della Natività, si da fuoco alla Moschea di Omar che gli sta di fronte. Gli Israeliani, sicuri dell'impunità, si stanno abbandonando ad ogni violazione del diritto internazionale e delle convenzioni di guerra (come hanno del resto sempre fatto).

Le città occupate ad oggi sono Ramallah, Betlemme, Nablus, Tulkarem, Qalqilya, Tubas, Tamun, Tiasir, Salfit e Jenin. L'operazione è tutt'ora in corso e Israele ha mobilitato 50.000 riservisti per rafforzare l'esercito (uno degli eserciti più forti del mondo).
In questi giorni anche molti attivisti internazionali pacifisti e dei movimenti di solidarietà con il popolo palestinese si stanno mettendo di fronte ai carri armati israeliani, dentro i campi profughi e negli ospedali per cercare di impedire i massacri di cui sono sempre stati vittima i palestinesi. Massacri operati da Israele ma, storicamente, anche dai regimi arabi confinanti.

FERMARE IL MASSACRO - IMPORRE AD ISRAELE IL RISPETTO DEL DIRITTO UMANITARIO E DI GUERRA
BASTA CON LE ESECUZIONI DEI COMBATTENTI CATTURATI, CON LE UCCISIONI DI MEDICI E CON L'IMPOSSIBILITA' DI SOCCORRERE I FERITI, LASCIATI MORIRE DISSANGUATI PER LE STRADE
RITIRO DELL'ESERCITO E DELLE COLONIE ISRAELIANE DA CISGIORDANIA E GAZA


Cronaca del Conflitto mediorientale (fonte Indymedia)

1882 Leo Pfinsker scrive "Autoemancipazione".
In seguito nasceranno le Associazioni "Chowewe Zion" (Simpatizzanti di Sion) per la colonizzazione ebraica della Palestina.
1896 Theodor Hertze scrive "Der Judenstaat" (lo stato degli Ebrei) e fonda il Movimento Sionistico.
1917 (2 Novembre) Impegno di Lord Balfour per l'istituzione di una sede nazionale degli Ebrei in Palestina.
1920 Istituzione di un mandato Britannico sulla Palestina (Protettorato) nonostante la Dichiarazione Balfour del 1917. Scontri continui fra Ebrei e Arabi.
1936 Rivolta araba contro l'amministrazione inglese e guerra civile Ebraico-Araba con pesante intervento dell'esercito inglese.
1937 Prima proposta di spartizione, da parte del governo britannico, respinta sia dagli Arabi sia dagli Ebrei.
1939 Libro Bianco sulla Palestina conl'imposizione di limitare l'immigrazione ebrea a 1500 unità al mese, ma aumenta l'immigrazione clandestina anche a causa delle persecuzioni tedesche.
1945 Boicottaggio dei paesi Arabi.
1947 Risoluzione ONU 181 (II), Futuro Governo della Palestina, che prevede una nuova spartizione, con la costituzione di uno stato AraboPalestinese e uno Ebreo, e con l'internazionalizzazione di Jerusalem.
1948 (14 Maggio) Proclamazione dello Stato di Israele da parte del Consiglio Nazionale Ebraico presieduto da Ben Gurion, senza preventiva consultazione con il mondo arabo, che attacca Israele. Mediazione dell'ONU che interrompe i combattimenti (Giugno Luglio). L'assassinio del mediatore ONU, Conte Ernadotte, da parte di terroristi ebrei, interrompe il processo di pace e i combattimenti ricominciano nel Negev con la conquista israeliana di Eilat.
Circa un milione di Palestinesi sono espulsi dagli invasori israeliani o fuggono dalla loro terra di origine.
1949 Le trattative fra Febbraio e Giugno, portano ad un armistizio bilaterale che congela lo status quo (definizione dei confini dello Stato di Israele che durante la guerra aveva occupato il 77% dell'intera Palestina) e determina la spartizione di Gerusalemme fra Israele, Giordania e Egitto. Inizia la vera e propria costruzione dello Stato di Israele con regolari elezioni e la formazione della Knesset (parlamento), con Weizmann Presidente e Ben Gurion Primo Ministro. Il previsto Stato della Palestina invece non nasce e i restanti territori restano sotto l'occupazione di Egitto e Giordania.
Continua l'imponente esodo dei Palestinesi nei paesi limitrofi.
1949-1956 Immigrazione organizzata di massa di Ebrei da tutto il mondo ("Magic Carpet" con 47.000 ebrei dallo Yemen, "Ali Baba" con 113.000 dall'Iraq, etc.). Nascono i primi Mosclavin (villaggi cooperativistici) e Kibbutzin (fattorie fortificate autonome), strutture che costituiscono l'ossatura organizzativa dello stato. I Kibbutzin vengono utilizzati per modificare i confini attraverso l'acquisto di terreni e l'insediamento oltreconfine.
1956 Le pressioni sui confini spingono l'Egitto ad applicare un embargo con la chiusura del Canale di Suez e del porto di Eilat. I confini fra Israele e Egitto assumono contorni sfumati
e si instaura un clima di tensione, con frequenti sconfinamenti reciproci di pattuglie. Iniziano i sabotaggi. Nell'Ottobre, Israele attacca l'Egitto.
1957 L'intervento dell'ONU determina la riapertura del porto di Eilat e la consegna all'ONU da parte di Israele di tutti i territori occupati (Sinai, Striscia di Gaza).
1959 Nasce (Al) Fatah, movimento di resistenza fondato, fra gli altri, da Yasser Arafat.
1962 A causa della sua politica aggressiva, gli stati arabi rifiutano l'uso delle acque del Giordano a Israele, con il conseguente aumento delle tensioni ai confini e con frequenti scontri isolati. La tensione crescerà negli anni seguenti.
1964 Nasce l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), formato da diversi movimenti palestinesi di resistenza, fra cui Al Fatah che ne assume da subito la leadership. Tensioni per il controllo delle fonti di approvvigionamento dell'acqua.
1965 Al Fatah attacca punti nevralgici del sistema idrico israeliano.
1967 Frequenti scontri fra pattuglie di confine egiziane e israeliane. Fra il 15 e il 22 Maggio Israele ed Egitto ammassano truppe nel Sinai. Guerra dei 6 Giorni (5-10 Giugno) con l'occupazione da parte israeliana di tutti
i territori palestinesi rimanenti, inclusi quelli controllati da Egitto e Giordania (West Bank e striscia di Gaza).
Inizia un secondo esodo di massa dei Palestinesi (oltre 500.000). Il 22 Novembre l'ONU emana la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 242 che impone a Israele il ritiro e la restituzione di tutti i territtori occupati.
1968 Insediamento in massa di coloni ebrei a Hebron, che sancisce l'inizio della sistematica colonizzazione israeliana dei territori palestinesi.
1970-1971 Tensioni e continuati atti di guerra ai confini. Guerra civile in Giordania che coinvolge direttamente anche i Palestinesi (massacri di palestinesi da parte delle truppe beduine del re di Giordania [settembre nero]) e costringe l'OLP a trasferirsi in Libano.
1973 Guerra del Kippur (6-24 Ottobre) e embargo petrolifero nei con-fronti di Israele (17 Ottobre). Il 19 Ottobre, il Governo USA invia un supporto economico a Israele pari a 2.200 milioni di dollari per l'acquisto di armamenti, inizio di una collaborazione strettissima fra i due paesi. Il 22 Ottobre l'ONU emana la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 338 e il 5 Novembre H. Kissinger viene inviato in MO per una mediazione diplomatica.
1974 L'Assemblea Generale dell'ONU
afferma l'inalienabile diritto dei Palestinesi all'autodeterminazione e all'indipendenza, e auspica un ritorno dei profughi.
1975-1977 L'ONU emana la Risoluzione "Zionism is Racism" (Il Sionismo è Razzismo). L'Assemblea Generale dell'ONU conferisce lo status di Osservatore all'OLP.
1977 Inizia un primo serio tentativo di distensione e di pacificazione dell'area, tentativo che porta il Presidente
Egiziano Sadat in visita a Jerusalem (19 Novembre).
1978 Il 17 Settembre viene firmato l'accordo di Camp David
1979 Il 26 Marzo, Egitto e Israele firmano il trattato di pace.
1981 La tensione torna a salire. Il 7 Giugno, Israele bombarda il Reattore Nucleare Iraqeno di Osiraq. Il 6 Ottobre, il Presidente Egiziano Anwar Sadat rimane vittima di un attentato mortale.
1982 In applicazione del trattato di pace del 1978, Israele si ritira completamente dal Sinai. L'OLP decide il disarmo unilaterale e la fine delle ostilità. Si destabilizza la situazione in Libano. Il 16-17 Settembre, miliziani libanesi e truppe israeliane, guidate da Ariel Sharon (allora Ministro della Difesa), operano il massacro nei campi profughi di Sabra e Chatila. Un'indagine ufficiale israeliana riconosce le pesanti reponsabilità di Sharon, che non viene però punito in alcun modo.
1983 Bombardamento USA a Beirut.
1985 Dopo anni di guerriglia e di guerra civile in Libano, Israele ritira le sue truppe (mantenendo però il controllo del sud del Libano). Ma le tensioni continuano.
1985-1986 Continue pressioni Israeliane nei confronti della popolazione Palestinese e diverse risposte terroristiche da parte di vari gruppi palestinesi (7 Ottobre: Achille Lauro).
1987 Inizia la prima "intifada" (rivolta popolare disarmata) con un gran numero di morti fra la popolazione palestinese.
Tensioni e scontri continueranno per anni.
1991 Inizio della (seconda) Guerra del Golfo che spinge Israele ad armarsi ulteriormente. Gli USA promettono agli Arabi di affrontare la questione palestinese e, il 30 Ottobre, si apre la Conferenza di Madrid con l'obiettivo di raggiungere una pace definitiva in Palestina. Il 16 Dicembre, l'ONU rilancia la risoluzione "Zionism is Racism".
1993 Il 19 Gennaio, Israele interrompe le trattative con l'OLP per poi riprenderli segretamente e arrivare all'Accordo di Oslo del 30 Agosto, con il reciproco riconoscimento ufficiale (9 Settembre) e la Dichiarazione dei Principi di Autogoverno (13 Settembre a Washington DC). Ma nei territori palestinesi occupati la tensione torna a salire per le ripetute provocazioni israeliane e per i mai interrotti nuovi insediamenti ebrei, con confische sistematiche di case e di terra e la sempre maggiore limitazione dei diritti civili.
1994 La tensione culmina il 25 Febbraio, con il massacro di Hebron e l'uccisione di 29 Palestinesi. Israele si ritira da Jericho e da gran parte della striscia di Gaza (nuova sede dell'OLP e di Arafat). Rabin, Peres e Arafat ricevono il Nobel per la Pace. A fine anno, parte della Cisgiordania è governato dai Palestinesi. Firma del trattato di pace Israele-Giordania.
1995 Firma dell'accordo "Oslo II". Assassinio da parte di estremisti ebrei israeliani del Primo Ministro israeliano Yitzhak Rabin.
1996 Prime elezioni democratiche in Palestina con Arafat Presidente.
1997 Israele si ritira da Hebron, ma continua la sua politica espansionista con numerosi nuovi insediamenti nelle aree palestinesi. L'ONU condanna la colonizzazione di Har Homa.
2000 Israele si ritira unilaterlamente dal Sud del Libano (mantenendo alcune basi). Summit di Camp David.
28 Settembre 2000 Ariel Sharon, allora capo dell'opposizione, visita la Spianata del Tempio (scortato da 200 soldati).
29 Settembre 2000 Esplode la protesta palestinese con una violentissima repressione israeliana. Inizia la seconda Intifada (al aqsa).
2001 Il 6 Febbraio Ariel Sharon diventa Primo Ministro.
2001-2002 Inarrestabile crescendo di violenza, che culmina con l'ivasione israeliana di Ramallah e l'assedio di Arafat.


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