Colombia:
un posto pericoloso per i sindacalisti
Autore:
Amnesty International
Data: 30/04/04
Versione originale: http://news.amnesty.org/mav/index/ENGAMR2330042004
Traduzione: COCS - Comitato Cambia lo Sponsor - www.boicottaggi.it
Il
20 aprile 2004 Gabriel Remolina, cognato del Presidente della sezione
Barrancabermeja del SINALTRAINAL e la sua compagna Fanny Robles,
sono stati uccisi da miliziani non identificati. E' stato documentato
che i miliziani hanno fatto irruzione in casa di Gabriel Remolina
a Bucaramanga, provincia di Santander, e hanno aperto il fuoco all'impazzata.
Tre dei suoi bambini sono stati feriti nell'attacco e uno di loro,
Robinson Remolina, è morto poco dopo in ospedale.
Gabriel Remolina lavorava per la Coca-Cola e gli omicidi hanno fatto
seguito alle numerose minacce di morte, uccisioni e attentati alla
vita dei lavoratori del Sinaltrainal perpetrati negli ultimi anni
da parte dei paramilitari con la copertura dell'esercito .
Il
22 agosto 2003 vi fu un attentato alla vita di Juan Carlos Galvis,
vice presidente della sezione Barrancabermeja del SINALTRAINAL,
e dirigente della sezione Barrancabermeja del CUT. L'attacco avvenne
durante la conduzione delle trattative sindacali tra la dirigenza
del locale impianto di imbottigliamento di Barrancabermeja e il
sindacato.
L'impianto
fu rilevato dalla FEMSA- Messico (NdT - al 40% di proprietà
della Coca-Cola Company di Atlanta), quando l'azienda comprò
la Panamco, il maggior imbottigliatore della Coca-Cola Colombia
il 24 Dicembre 2002. L'attentato alla vita di Juan Carlos Galvis
e le successive minacce di morte arrivarono nel momento in cui l'azienda
stava informando i lavoratori del fatto che sarebbero stati messi
in mobilità.
I
membri del SINALTRAINAL che lavoravano per la Coca-Cola iniziarono
uno sciopero della fame a livello nazionale il 15 Marzo 2004, come
manifestazione di protesta nell'ambito delle trattative sindacali
con l'azienda. I dirigenti sindacaliaffermarono successivamente
di aver ricevuto minacce di morte. Lo sciopero della fame fu portato
avanti fino al 27 Marzo, quando il sindacato raggiunse un accordo
con l'azienda.
Oltre
il 70% delle uccisioni e delle minacce contro i sindacalisti si
verificano nel corso di trattative sindacali. I sindacalisti presi
particolarmente di mira sono: dirigenti delle confederazioni sindacali,
quelli coinvolti direttamente nelle trattative e quelli di enti
pubblici impegnati in campagne anti-privatizzazioni, inclusi quelli
della sanità e della scuola, ed anche sindacalisti di settori
strategici per l'economia della Colombia, come quello dell'industria
petrolifera.
Più
di 80 sindacalisti risultano uccisi o scomparsi solo nel 2003. La
stragrande maggioranza degli abusi contro i loro diritti umani sono
stati attribuiti alle forze di sicurezza e agli alleati paramilitari,
anche se pure le forze della guerriglia sono state ritenute responsabili
di molti abusi. Sebbene il numero totale di sindacalisti uccisi
è minore rispetto a quello del 2002, Amnesty International
ha osservato che il Governo Colombiano ha fallito nell'assicurare
un sostanziale miglioramento della situazione di sicurezza dei sindacalisti.
Nell'ultimo decennio , le cifre sulle violazioni dei diritti umani
contro i sindacalisti sono oscillate, di anno in anno, tra alti
e bassi. Comunque non ci sono segni che la situazione della sicurezza
sia migliorata: nel 2003 le minacce di morte sono quasi raddoppiate
e l'impunità nei casi di violazione dei diritti umani è
praticamente garantita. La soglia di attenzione alla sicurezza dei
sindacalisti si è innalzata, non solo a causa dell'ultima
uccisone di Gabriel Remolina e dei membri della sua famiglia, ma
anche per il continuo fallimento nel portare di fronte alla giustizia
coloro che uccidono e minacciano i sindacalisti.
Amnesty
International è certa che l'unico modo per migliorare le
attuali condizioni di sicurezza sia quello di assicurare la piena
implementazione delle risoluzioni ONU sui diritti umani e assicurare
che la Conferenza Internazionale sul Lavoro prevista per giugno
2004 deliberi un monitoraggio ravvicinato della crisi sui diritti
umani riguardante i sindacalisti colombiani.
Feature, 30/04/2004
On 20 April 2004, Gabriel Remolina, the brother-in-law of the president
of the Bucaramanga Branch of SINALTRAINAL (Sindicato Nacional de
Trabajadores de la Industria de Alimentos - the National Union of
Food Industry Workers) and his partner, Fanny Robles, were killed
by unidentified gunmen. The gunmen are reported to have forced their
way into Gabriel Remolina's home in Bucaramanga, department of Santander,
and opened fire indiscriminately. Three of his children were injured
in the attack and one of them, Robinson Remolina, died shortly afterwards
in hospital.
Gabriel Remolina worked for Coca Cola and the killings followed
numerous death threats, killings and attempts on the lives of SINALTRAINAL
workers by army-backed paramilitaries in recent years.
An attempt was made on the life of Juan Carlos Galvis, vice-president
of the Barrancabermeja section of SINALTRAINAL, and a leader of
the Barrancabermeja section of CUT (Central Unitaria de Trabajadores
- the Trade Union Confederation), on 22 August 2003. The attack
happened during on-going labour disputes between the management
of the local bottling plant in Barrancabermeja and the union.
The plant was taken over by Mexico-based FEMSA when the company
bought Colombia's Coca-Cola largest bottler, Panamco, on 24 December
2002. The attempt on Juan Carlos Galvis' life and subsequent death
threats came as the company was informing several workers that they
were being made redundant.
SINALTRAINAL members working for Coca Cola began a national hunger
strike on 15 March 2004, as part of their on-going labour disputes
with the company. The union's leaders subsequently reported that
they had received death threats. The hunger strike was liftedon
27 March when the union reached an agreement with the company.
Over 70% of killings and threats against trade unionists occur within
the context of labour disputes. Trade unionists particularly targeted
are leaders of trade union confederations; those involved in labour
disputes; trade unionists in state enterprises who campaign against
privatization, including those in the health and education sectors
and trade unionists in strategic sectors of the Colombian economy
such as the oil industry.
At least 80 trade unionists were killed or "disappeared"
in 2003. The vast majority of human rights abuses against trade
unionists were attributed to the security forces and paramilitary
allies, although guerrilla forces were also held responsible for
many abuses. Although less than the total number of trade unionists
killed in 2002, Amnesty International is concerned that the Colombian
Government has failed to ensure substantive improvement in the security
situation faced by trade unionists.
Over the last decade, figures of human rights violations against
trade unionists have fluctuated from year to year dropped and risen.
However, there is no indication that the security situation has
improved -- in 2003 death threats against trade unionists almost
doubled and impunity in cases of human rights violations against
trade unionists is almost guaranteed. Concern for the security of
trade unionists in Colombia is heightened, not only by the latest
killing of Gabriel Remolina and members of his family, but by the
on-going failure to bring to justice those who kill and threaten
trade unionists.
Amnesty International is concerned that the only means of improving
the security situation faced by trade unionists is to ensure full
implementation of United Nations human rights recommendations and
for the International Labour Conference in June 2004 to ensure that
it commits to close monitoring of the human rights crisis facing
trade unionists in Colombia.
Further information :
International Labour Conference
Central Unitaria de Trabajadores de Colombia
SINALTRAINAL
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those of Amnesty International)
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