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ARABI ISRAELIANI
Sono i palestinesi che, non coinvolti nel grande esodo del
1948-49, sono rimasti in Israele come "cittadini di seconda
classe". Il loro numero si aggirava alla fine del primo conflitto,
sui duecentomila; superava i trecentomila al tempo della
"guerra dei sei giorni" e i 650.000 nel 1987.
La spiegazione
principale di questo diverso destino, rispetto alle popolazioni
del centro e del sud, è che la guerra si è estesa al nord del paese
più tardi, sicché al centro e al Sud e la popolazione palestinese
di quella zona ha potuto far tesoro dell'esperienza dei profughi
dalle altre.
La maggior parte dei palestinesi di Israele vivono in Galilea,
la più piccola e la più settentrionale delle tre aree che avrebbero
dovuto formare lo Stato arabo-palestinese, posta tra il Mediterraneo, il Libano e la regione del lago di Tiberiade, con le
città di Nazareth e Safad nell'interno e di Acri e Nahariya sul litorale.
Altre zone in cui essi sono insediati sono quelle di
Wadi Ara, detta anche "il triangolo" (una figura geometrica
avente i suoi vertici nei villaggi di Musmus a nord, di Barqaa
a est e di Taibe a sud), situata nella zona costiera centrale, a
Sud-Est di Haifa, con la città di Um Al Fahm, e del "piccolo
Triangolo", attorno a Taibe.
La presenza di un numero rilevante di palestinesi indusse gli
israeliani a tenere a lungo la regione sotto amministrazione
militare e a servirsi della legislazione militare per lanciare piani di "ebraizzazione", soprattutto attraverso l' espropriazione
della terra; piani la cui realizzazione è rimasta tuttavia indietro rispetto ai ritmi registrati altrove. Soltanto nel 1966 il regime
di amministrazione militare ha avuto termine. Nei due decenni precedenti, la composizione sociale della popolazione
era venuta trasformandosi da prevalentemente rurale in prevalentemente urbana e industriale (per oltre il cinquanta per
cento manodopera edilizia), con un processo che riflette la
progressiva perdita della terra. I palestinesi di Israele hanno la cittadinanza dello Stato ma non la nazionalità; hanno diritto
di voto (sono, di fatto, la base del partito comunista e di altre
forze di sinistra) ma non prestano servizio militare.
L'Intifada, dalla quale sono esclusi, ha avuto tuttavia un grande impatto su di loro, contribuendo ad esaltare la loro lotta
per l'eguaglianza di diritti.
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