Seconda Intifada
Intervista ad Abu Ali Mustafa'
rappresentate deal Fronte Popolare di Liberazione della Palestina



Qual'e' l'opinione del PFLP su questa seconda intifada?

Ancora viviamo l'occupazione israeliana nei territori palestinesi e dopo sette anni dai negoziati non si sono trovate soluzioni politiche e questo non succederà finche' i diritti del popolo palestinese non saranno riconosciuti. Il processo di pace la cosiddetta "pace dei coraggiosi" non ha trovato la soluzione ai problemi del popolo palestinese, percio' non ci sara' altra scelta per i palestinesi che uscire in strada, scendere in piazza per rivendicare i propri diritti.
Tra il popolo palestinese c'e'stata molta confusione politica prima di questa intifada, molti di noi pensavamo che questi accordi di Oslo avrebbero dato pace e il diritto ad uno stato, altri invece pensavano che questo non avrebbe portato a niente. C'era chi era favorevole e chi no.
Noi come PFLP abbiamo detto che se la prima intifada non fosse stata fermata con gli accordi di Oslo e di Madrid, avrebbe dato piu' frutti di quanti ne abbia ottenuti con questi accordi.
Questa intifada non e' isolata dalla realta' palestinese non e' diversa dalla intifada precedente e se non viene fermata come quella precedente saremo piu' vicino ai nostri diritti. E' difficile capire questa Intifada perchè siamo ancora nei primi mesi.
Se gli diamo il tempo, sono sicuro che questa intifada ci dara' gli obbiettivi politici che noi vogliamo e riceveremo politicamente dei buoni risultati.
Anche se sono passati pochi mesi dall'inizio dell'Intifada, possiamo dire che questa ha messo in evidenza gli obbiettivi e le ragioni a livello nazionale facendoci scendere in piazza per resistere e scontrarci con Israele, e questo per noi e' meglio che andare al tavolo delle trattative.
Ciò ha avuto un impatto su tre livelli: palestinese, arabo e internazionale. L'intifada ha scoperto la miseria degli accordi di Oslo tra i leaders dell'OLP e gli istraeliani; ha dato la possibilita' di riparlare della causa palestinese a livello internazionale; ha riavvicinato i partiti palestinesi che precedentemente stavano in conflitto; sono ritornati a lottare insieme contro Israele, anche se ci sono state delle grosse divisioni. Ha riportato il riconoscimento dei principali diritti nazionali del popolo palestinese.
A livello arabo l'intifada ha fatto ritornare la solidarieta tra i popoli dei paesi arabi e i palestinesi. Con l'Intifada i governi arabi sono stati costretti a riunirsi dopo tanti anni dalla guerra del golfo, anche con l'Irak.
L'intifada ha aiutato a rompere l'isolamento del mondo arabo nei confronti dell'Irak. La causa palestinese e' la causa principale che puo' determinare l'unione dei popoli arabi.
A livello internazionale questa Intifada ha fatto risvegliare tutti i movimenti progressisti e democratici che durante gli accordi si erano addormentati. Ha fatto riparlare della causa palestinese nel mondo, e' rientrata come priorità "nell'agenda" dell'ONU mentre fino ad ora era rimasta in mano solo agli americani a livello di sicurezza.
Questa Intifada sin dalle prime settimane ha messo in crisi l'economia e la politica israeliana e questo ha fatto si che gli alleati arabi si riunissero con gli americani al summit di Sharm al Sheik.
L'intifada sta andando avanti e sta diventando sempre più forte Noi abbiamo sempre capito che Israele non avrebbe dato ai palestinesi una soluzione, sappiamo che Israele deve andare in crisi e solo cosi potrà accettare i nostri diritti.

Qual'e' il ruolo del PFLP in questa Intifada a livello palestinese arabo e internazionale?

Il PFLP e' uno dei partiti portanti nella leadership dell'intifada, ed e' una delle avanguardie politiche più importanti che da la direzione a questa Intifada. E' anche una parte del movimento popolare che scende in piazza quotidianamente. E' la parte che si scontra davanti ai check point tutti i giorni. Nello sviluppo dell'intifada il PFLP ha contribuito a preparare l'iniziativa di organizzare l'ambito palestinese, le relazioni interne tra le fazioni che dovrebbero essere democratiche e rispettare i diversi punti di vista, organizzare le relazioni e i rapporti della gente nella nostra societa'. Questo perche' di fatto quello che vuole la lesdership di Arafat non e' sempre quello che vuole la gente. Non si tratta solo di dichiarare uno Stato, ma si tratta di costruirlo passo per passo, crearlo nella realta'. Allo stesso livello stiamo facendo grossi sforzi per proteggere le nostre posizioni politiche e per costruire un punto di riferimento democratico.

Storicamente i movimenti di liberazione popolare hanno lottato per la liberta', questo e' facile perche' il nemico e' chiaro davanti a te. Ora pero' c'e il problema della lotta contro lo sfruttamento. Come vede il PFLP un futuro diverso dopo quello che il popolo palestinese ha vissuto nella sua storia?

Quando il popolo aveva una occupazione straniera, come e' successo anche in Europa con il fascismo e il nazismo si sono creati dei fronti di lotta nazionale. Noi siamo sicuri che quando c'e' una occupazione straniera, tutti i movimenti politici trovano una alleanza e dei metodi per combattere l'occupazione.
Noi palestinesi viviamo ancora sotto questa occupazione israeliana, e siamo rimasti unici al mondo sotto questa occupazione e non abbiamo uno Stato indipendente. Anche in Africa non ci sono più forze colonialiste, e quindi il nostro primo obbiettivo e' l'unita' delle nostre forze nazionali, di tutte le classi e i movimenti.
Il sesto congresso del PFLP ha portato grossi sviluppi nel nostro programma. Primo fra tutti, questo e' il periodo della liberazione nazionale, in tutti i sensi per le donne per i lavoratori per l'educazione per la sanità. Senza perdere il punto di vista della situazione nazionale.
Siamo in conflitto con una classe o meglio con dei settori che hanno dei privilegi economici e che danneggiano l'Intifada non solo socialmente ed economicamente ma anche politicamente perche' influenzano e sono in contraddizione con il suo sviluppo. Noi accusiamo questi settori che consideriamo pericolosi per lo sviluppo dell'Intifada.
Questi sono i settori che hanno spinto Arafat a fare gli accordi e che non vogliono perdere i loro privilegi. Adesso continuano a fare pressioni affiche' si fermi questa Intifada.
Il popolo palestinese li rigetta perche' vuole indipendeza e giusta pace. La nostra visione strategica e' che vogliamo uno stato democratico nel mondo arabo socialista.

Molte organizzazioni politiche e istituzionali in europa vedono la soluzione israelo-palestinese con "due popoli e due stati" che ne pensate?

Noi non siamo d'accordo, abbiamo una idea di fondo che vede uno stato unico per tutto il popolo democraticho che abbia gli stessi diritti per tutti. Abbiamo l'esempio dello stato del Sud-Africa. Quindi la nostra soluzione strategica e' quella di uno Stato Unico. Tatticamente però accettiamo l'idea di uno Stato palestinese, ma non pensiamo che la questione palestinese possa finire cosi'.
La lotta e' tra due diversi progetti, uno e' quello sionista espansionista che non danneggia solo i palestinesi ma anche i popoli arabi dell'area, e l'altro e' il progetto rivoluzionario che deve tra l'aaltro prendere in considerazione i 4 milioni di palestinesi che vivono fuori. Qual'e' la soluzione per loro?

C'e' un movimento nell'occidente che si batte contro la globalizzazione, si sta organizzando contro il wto, la banca mondiale, hanno fatto manifestazioni in tutto il mondo contro le multinazionali. (es. la battaglia di Seattle) cosa ne pensate di questo movimento?

Questo e' il capitalismo selvaggio; la protesta e' nella giusta direzione.
Da quando sono caduti i paesi comunisti l'america ha pensato che non ci sarebbero stati movimenti e forze in grado di contrastare il capitalismo e l'imperialismo e in grado di organizzare le proteste. Ma ci sono invece ancora persone che esprimono le posizioni di classe.
C'e' uno scrittore americano che dice che ormai l'imperialismo ha già preso tutto e che non c'è più niente da prendere.... noi in Palestina attualmente possiamo aderire ideologicamente a questo movimento, ma materialmente abbiamo dei problemi immediati che devono essere risolti. Voglio comunque dire che questo movimento non dovrebbe solo protestare ma avere un programma, un progetto, da un lato, e una leadership che possa parlare di internazionalismo e di un programma internazionale.

Ha qualcosa da dire su cosa possono fare i compagni in Italia per il popolo palestinese?

In breve quello che possiamo dire ai compagni in Italia e' che la vittoria su Israele e' la vittoria sul sionismo e non e' solo la vittoria del popolo palestinese, ma e' la vittoria di tutte le forze progressiste e rivoluzionarie perche' il sionismo non e' il nemico del popolo palestinese ma e' il nemico di tutti i movimenti popolari della classe povera.
Chiediamo ai compagni e a tutte le forze progressiste di essere unite per affrontare questo nemico selvaggio. Apprezziamo i vostri sforzi e vi consideriamo come un pagina importante nella storia del popolo palestinese.



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