SOLIDARIETA’ CON I COMPAGNI ARRESTATI E I CENTRI SOCIALI ROMANI

arresti5.jpg - 63852,0 K Apprendiamo questo primo pomeriggio delle massicce perquisizioni di case, di centri sociali e degli arresti di compagni nella capitale.
Evidentemente la vecchia frusta della galera e dell’intimidazione questurina tornano di moda quando si oltrepassa il livello del “civile dialogo” fra servo/padrone a cui ci vorrebbe costringere lo Stato, pur democratico e pur segnato dalla meteora del centro-sinistra.
In questo paese abulico dove ci si infiamma tanto nella caccia allo straniero o nel rivendicare più ordine e manganelli nel governo delle grandi città fra destra e sinistra istituzionale, non è più tollerabile l’indignata protesta contro la palese violazione dei diritti umani da parte dello stato turco nel sequestro di Ocalan.
Sappiamo tutti come il leader kurdo sia stato prima abbandonato e poi venduto miserabilmente dalle cancellerie europee, col sostanziale appoggio di Cia e Mossad, al governo Ecevit. Sappiamo pure come l’Italia abbia avuto un ruolo complice, di primo piano, nel favorire l’arresto di Ocalan non concedendo per tempo l’asilo politico; così sappiamo ancora come il nostro paese continui a mantenere un ruolo fondamentale nel sostegno economico e militare del regime dittatoriale turco.
Gli affari con la Turchia valgono di gran lunga più del genocidio del popolo curdo e della distruzione della sua cultura, questo ci ha voluto dire D’Alema nella vergognosa gestione del “caso Ocalan”, questo ci vuole confermare la signora Jervolino con gli arresti, i mandati e le perquisizioni di questi giorni per aver solo “violato” la saracinesca di una squallida concessionaria romana delle linee aereonautiche turche.
Come al solito nella “democratica” Europa valgono due pesi e due misure:
arresti e fogli di via per chi protesta contro le ingiustizie di un paese sedicente democratico (la Turchia) da una parte, strette di mano e nuovi accordi commerciali con i sanguinari dittatori di Ankara dall’altra; svendita del “terrorista” Ocalan ai servizi segreti turchi, campagna “umanitaria” per liberare e riconsegnare al governo cileno il signor Pinochet.
La protesta e la lotta contro queste storture e ipocrisie dei governi “di sinistra” d’Europa è dunque più che giusta, come giusta è la lotta al fianco del popolo kurdo, contro lo stato autoritario turco e l’imperialismo occidentale. Dunque la nostra solidarietà con i compagni arrestati del movimento antagonista romano accusati di aver “osato” sostenere coerentemente la lotta di un popolo perseguitato è totale e incondizionata.
Rimaniamo disponibili come centro sociale a discutere e partecipare a tutte le iniziative di solidarietà con i compagni in carcere, così come siamo disponibili a continuare la mobilitazione a fianco del popolo kurdo per la liberazione di Ocalan, anche partecipando e promuovendo iniziative di boicottaggio dei traffici economici e militari fra Italia e Turchia.

CENTRO SOCIALE OCCUPATO AUTOGESTITO GABRIO

Torino 3/3/99
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