Il
problema dell'acqua in Palestina
Questo studio è stato presentato
e condotto dal Palestine Hidrology Group (PHG), un gruppo indipendente,
il quale fornisce una valutazione critica dei progetti per lo sviluppo
dell'acqua nella parte meridionale della West Bank, mettendo in evidenza
gli errori delle stime sull'acqua proposti dall'art. 40 degli accordi
di Oslo del 1995, e sulle preoccupazioni di carattere ambientale e di
sostenibilità relativi alla parte degli investimenti della BEI nello
sviluppare le capacità produttiva del sistema delle Falde
L'acqua e il controllo delle risorse dell'acqua rimane uno dei punti
sensibili nel mediterraneo e nella regione del Medio Oriente.
Questa risorsa e' cosi' scarsa, e la competizione per il controllo della
sua ri\sorsa e' cosi' feroce, che fa pensare che il controllo sulle
provviste di acqua fornira' il contesto per i futuri conflitti nella
regione. Un equa e sostenibile distribuzione e' diventata un punto critico
nel contesto regionale di pace e sicurezza non solo per Israele e palestina,
ma per tutta l'intera area.
La sensibilita' nazionale davanti alla irrazionale presa di decisioni
che accompagna lo sfruttamento di questa risorsa, si va ad aggiungere
al carico di responsabilita' sui governi e lo sviluppo delle agenzie
che trasportano l'acqua e le infrastrutture di lavoro del trattamento
dei rifiuti.
Sin
dall'inizio dell'occupazione israeliana della West Bank e della Striscia
di Gaza nel 1967, le provviste di acqua per i palestinesi della West
Bank non copriva il fabbisogno di base di acqua necessario ai palestinesi.
Il consumo domestico procapite in questi anni era una media di 20 -
35 litri procapite al giorno, molto lontano dai 150 litri raccomandati
dall'OMS Organizzazione Mondiale della Sanita' per il fabbisogno di
base.
Le autorita' occupanti hanno permesso solo lo sviluppo di infrastrutture
secondarie, creando cosi' un sistema antiquato che ha portato alla dispersione
di enormi quantita' di acqua. Inoltre, non piu' taardi del 1995 Israele
ha sfruttato l'85% dell'acqua di superficie palestinese incanalando
questa risorsa verso gli insediamenti dei suoi coloni presenti nella
West Bank e nello stesso territorio di Israele. Nel quadro degli accordi
di Oslo nel 1995, Israele e l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) avevano
cercato di definire i modi tramite cui i palestinesi potessero aumentare
il consumo di acqua, senza variare la domanda di consumo di Israele.
Sulla base dell'Art. 40 degli accordi, l'Agenzia Statunitense per lo
Sviluppo Internazionale (USAID), aveva commissionato uno studio esteso
sullo svilupo idrico nella West Bak e nella striscia di Gaza.
Nel 1998, fu raggiunto un accordo tra l'Autorità Palestinese per le
Acque (PWA) e un gruppo di finanziatori internazionali, fra cui la Banca
Mondiale, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), la USAID ed alcuni
investitori minori, per un grande progetto di investimento per lo sviluppo
idrico della West Bank di quasi 300 milioni di dollari.
BOX 1 ..........ARTICOLO 40.......
Acqua e sistema idrico:
Sulla base dei buoni legami, entrambe le parti hanno raggiunto il
seguente accordo nel campo dell'acqua e del sistema idrico:
Principi:
1) Israele riconosce il diritto all'acqua per i palestinesi nella
West Bank. Questi saranno negoziati in un stato permanente di negoziasione,
e stabiliti in uno Status di accordi permanenti relativi alle varie
risorse idriche.
2) Entrambe le parti riconoscono la necessità di sviluppare accessori
idrici per vari usi
3)Nel rispetto del potere e delle responsabilità di entrambe le
parti nell'ambito dell'acqua e dei sistemi idrici nelle rispettive
aree, entrambe le parti si accordano per coordinare la gestione
delle acque e dei sistemi e delle risorse idriche nella West Bank,
durante il periodo degli accordi ad interim second i seguenti principi:
a.Mantenimento delle quantità esistenti di utilizzazione dalle risorse,
prendendo in cosiderazione la quantità di acque secondarie per i
palestinesi dalle falde acquifere orientali e di altre fonti di
accordi nella West Bank come è descritto in questo articolo. b........
Acque secondarie:
6) Entrambe le parti si sono accordate che le future necessità dei
palestinesi nella West Bank sono stimati per essere tra i 78- 80
milioni di metri cubici per anno.
7) In questo quadro e per venire incontro alle immediate necesità
dei palestinesi di acqua fresca per usi domestici, le due parti
riconoscono la necessità di rendere disponibile per i palestinesi,
durante il periodo ad interim una quantità totale di 28.6 milioni
di metri cubici annuali. |
ERRORI
SULLE STIME DI RISORSE IDRICHE
NELL'ARTICOLO 40 DELL'ACCORDO AD INTERIM
Il dettato dell'art.
40 dell'Accordo per aumentare i livelli di consumo idrico palestinese
è seriamente compromesso dal fatto che l'articolo non tratta della riduzione
del consumo di acqua israeliano o dello spostamento delle sue colonie
dalla West Bank, dove gli stessi consumano una quantità massiccia delle
tre falde acquifere della West Bank. Inoltre il governo israeliano ha
ufficialmente dichiarato che delle tre falde solo una, quella orientale,
ha la possibilitià di essere ulteriormente sfruttata.
Questa falda si trova completametne nel sottosuolo della West Bank ed
è l'unica fonte di acqua esclusiva della Palestina.
La sua produzione massima è stimata in 172 milioni di metri cubici (mmc)
da cui le cifre del governo di Israele sostengono che addizionali 78
mmc possono essere sfruttati per soddisfare i futuri bisogni di acqua
dei palestinesi.
L'art. 40 quindi si riferisce solo a questi rimanenti 78mmc per risolvere
i bisogni immediati dei palestinesi, e tutti i progetti idrici palestinesi
nel sud sfruttano questa risorsa.
La maggioranza degli esperti, inclusi quelli coinvolti nei negoziati,
sono d'accordo nell'affermare che la Falda Acquifera Orientale, non
puo' fornire gli ulteriori 78 mmmc che il team israeliano aveva sostenuto
fosse disponibile, ed uno sfruttamento addizionale senza dati reali
ed uan politica globale di gestione delle acque, potrebbe portare un
grave danno dovuto all'eccessivo sfruttamento della falda. Parte dell'acqua
estratta dalla falda dei pozzi vicino al Mar Morto era già salmastra,
al tempo della firma, e ci sono ora prove di contaminazione sia del
bacino superiore che di quello inferiore.
Secondo gli esperti la falda potrebbe produrre soltanto ulteriori 20
- 30 mmc per anno ( un ammontare che non coprerebbe i bisogni dirici
di base della popolazione palestinese della West Bank).
Tuttavia il loro punto di vista non è stato preso in considerazione
per ragioni politiche. Siccome la maggior parte delle agenzie di sviluppe
e le istituzioni governative palestinesi utilizzano l'assunto dei 78
mmc contenuta nell'art. 40 - una cifra che potrebbe teoricamnete rispondere
al bisogno di acqua elementare dei palestinesi - tale discrepanza di
dati riflette un impatto significativo sullo sfruttamento sostenibile
dal punto di vista ambientale delle risorse idriche nella parte meridionale
della West bank.
BOX2........La BEI finanzia i progetti dell'acqua
nella parte meridionale della West Bank (30 miolioni di Euro)..........
Due pozzi di produzione originalmente piasnificate per l'area di
Betlemme, est herodian1 e est herodian2.
Il pozzo est herodian 1era stato temporaneamente fermato e come
conseguenza la protesta dei coloni israeliani degli insediamenti
vicini.
Nel frattempo il PWA e il BEI hanno messo in discussione qualunque
ulteriore scavo nel campo di est herodian, visto che è diventato
palese che questo pozzo si èsviluppato ai suoi massimi livelli.
Il BEI muoverà l'herodian2 ad un nuovo campo, in un posto
ancora non sfruttato di Bani Naim.
Il BEI sta anche considerando di muovere l'herodian1 a questo campo
seguendo ulteriori scudi per il suo potenziale impatto sulla area
di HE.
Questi pozzi dovrebbero essere completati per il 2002.
- stazioni per il pompaggio e una connessione per le fognature tra
le stazioni di pompaggio e il condotto idrico saranno costruite.
- La continuazione delle maggiori condutture di acqua da Hebron
a Dura e a Yatta, nel sud della West Bank, che è una continuazione
del trasporto delle acque da Betlemme a hebron completata come parte
di scena del lavoro dellUSAID nella regione. Questa sezione dovrebbe
essere completata nell'aprile del 2002.
- Un sistema di distribuzione a Yatta, per connettere 12 villaggi,
dovrà essere completata nell'agosto del 2003.
- Un sistema di distribuzione a Dura, per connettere piu' di 12
villaggi , dovrà essere completata nel gennaio del 2003.
- Un estensione delle condutture principali da Yatta al villaggio
di Dhyria, il quale dovrebbe esere finito nell'ottobre del 2002.
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PROBLEMI
DI CARATTERE AMBIENTALE E DI SOSTENIBILITA'
RELATIVE AL CREDITO DI INVESTIMENTO DELLA BEI
Il prestito
della BEI di 30 milioni di Euro è destinato alla costruzione di due
ulteriori pozzi di produzione nell'area del Bacino Orientale, con due
stazioni di poompaggio, e l'estensione del sistema di canalizzazione
e di distribuzione delle acque nel sud della West Bank.
La BEI si è proposta di finanziare il progetto al 50%, e il restante
50% è finanziato dalla Banca Mondiale tramite i grupp di IBRD (.....),
la Francia e la Gran Bretagna. A causa del numero limitato del personale,
la BEI ha convogliato poche risorse sulla ricerca del progetto di studio
e fattibilità, basandosi sulle conclusioni dei risultati dello studio
commissionato dalla USAID.
Questo studio si distingue per:
- La mancanza di valutazione di impatto ambientale a livello regionale
derivato dall'aumento dell'estrazione e del consumo di acqua;
- dall'assensa di u sistema di monitoraggio per determinare le condizioni
della falda;
- le caratteristiche approssimative relative all'individuazione e e
all'impiego di sitiper i pozzi di perforazione; - l'assenza di piani
di gestione compresi nei progetti di recupero delle acque reflue;
- le implicazioni economiche derivanti dalla mancanza di una chiara
comprensione relative alla privatizzazione dei servizie dell'imposizione
delle tariffe.
Le gravi mancanze presentate dalla studio di ricerca su cui sie è basato
il prestito della BEI, da adito a serie preoccupazioni:
a) qualsiasi ulteriore sfruttamento della Falda Orientale senza l'attuazione
di un sistema integrato di monitoraggio, e senza dei dati concreti disponibili
sulla sua reale condizione, rischia di causare dei gravi danni alla
Falda. Le informazioni riguardanti la con dizione precaria della Falda
Orientale, che necessita il monitoraggio dei pozzi che devono essere
costruiti primache si verifichi il pompaggio dell'acqua, era disponibile
per la BEI prima che la Banca Mondiale siglasse l'accordo con il PWA.
malgrado questo la BEi va avanti nella costruzione di nuovi pozzi di
produzione, sebbene un numero inadeguato di pozzi di monitoraggio sia
stato previsto nel terreno del pozzo di perforazione.
b) L'aumento di flusi di acqua inquinata che sono da ricollegarsi all'aumento
del livello di forniture idriche, e che avranno un effetto negativo
sull'ambiente.
Tuttavia la maggior parte delle città che riceveranno maggiori quantità
di acqua, non hanno per niente un sistema fognario, incluse anche le
comunità nelle aree previste dalla BEI per una distribuzione idrica
umentata.
La BEI prevede un trattamento fognario solo in un secondo tempo. Questa
procedura è particolarmente pericolosa dal momento che è sempre piu'
evidente che la contaminazione della falda già costituisce un serio
pericolo per la salute della popolazione interessata.
c) Secondo gli ingegneri della USAID, al ritmo attuale di prelevamento
della falda, la necessità di cambiare le pompe e di ridurre l'estrazione,
è solo una questione di tempo. In questo caso, l'Autorita' Palestinese
per l'Acqua potrebbe affidarsi alternativamente a costosi progetti idrici,
come la desalinizzazione. In tutte e due i casi la non sostenibiulità
del progetto metta la PWA in una posizione precaria per ripagare i prestiti
della BEI. d) Nessuna consultazione pubblica è stata tenuta con le miunicipalità,
e i consigli dei villaggi maggiormente impattati, frustrando delle utili
impressioni sulla struttura del progetto limitando ogni idea di proprietà
e responsabilità da parte delle comunità locali, cosa che si va ad aggiungere
nella non sotenibilità del progetto.
http://www.crbm.org
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