Sulla manifestazione del 15/2/97 a Pisa e altro.....


Una giornata gia' scritta, per i telegiornali e i quotidiani, caratterizzata fortemente dalla trasformazione dell'evento in momento mediatico: la giornata della solidarieta' a Sofri Bompressi Pietrostefani, la giornata dell'indignazione per una sentenza ingiusta che colpisce degli innocenti.

Non ripetiamo le ragioni che ci hanno spinto a criticare la presunta "apoliticita'" della giornata voluta dai comitati "liberi liberi" , ne' quelle della necessita' di leggere la sentenza Calabresi come l'ennesima vendetta dello stato contro i movimenti degli anni '70 e che affonda le sue radici in quella legislazione emergenziale tutt'oggi in vigore che costringe centinaia di compagni/e in galera e in esilio.

La necessità quindi di rivendicare un soluzione politica egualitaria e senza condizioni per tutti i prigionieri e gli esuli. La necessita' di liberarci dal carcere, tra le istituzioni totali la più feroce, che imprigiona migliaia di sottoproletari, malati di aids, immigrati, tossicodipendenti. L'evento 15 febbraio, e' stato concepito accuratamente entro orizzonti ristretti per ignorare le ragioni del "liberare tutti, liberare gli anni '70". Lo abbiamo letto sulle cronache del giorno dopo che anche in questo caso, come e' sempre successo, sono rimaste cieche e sorde alle ragioni di chi si poneva fuori dal coro. Una giornata gia' scritta che si proponeva interna a quel processo di revisionismo degli anni '70 che ceto politico e scribacchini di ogni genere si accingono a fare in occasione del ventennale del '77.

Anche noi crediamo che sia necessario andare avanti.
Il 15 febbraio e' stato per noi una giornata sofferta che ha visto prevalere, a fronte anche di un dibattito ricco sulle motivazioni e i contenuti della liberazione, le ragioni del decisionismo e della divisione. Siamo convinti della ricchezza dei modi e dei contenuti che esprimono i centri sociali, come lo siamo altrettanto di un percorso che abbiamo praticato in questi anni e che e' estraneo a qualsiasi logica partitica. Crediamo tuttavia che "se delle differenze dobbiamo fare ricchezza" il dibattito e la discussione intorno al 15 doveva articolarsi, e cosi' non è stato, proprio intorno alle tematiche sui modi e i tempi per la costruzione di un movimento che sostenga e organizzi una battaglia di lunga durata per la liberazione dei prigionieri.

Crediamo alla necessita' di intraprendere questo percorso al di fuori di ogni logica di schieramento che non ci ha mai appartenuto e che, come CSOA Macchia Nera non ci appartiene tutt'ora. Le nostre critiche alla manifestazione del 15 sono state esclusivamente frutto della discussione interna al centro: riteniamo inutile disquisire sulle ragioni e i torti anche se ribadiamo la piena autonomia delle nostre decisioni e riteniamo di avere fatto tutto quanto potevamo per evitare che quella giornata fosse raccontata solo dalle tante, sempre troppe, mistificazioni che si leggono "sul movimento dei centri sociali". Ci auguriamo che nonostante le contraddizioni e il disagio per tanti che quella giornata pisana ha espresso, il messaggio sulla necessita' di costruire un percorso comune per identificare gli obiettivi e le eventuali scadenze di mobilitazione locali e nazionali sia arrivato a tutti. Anche a quelle realta' che poco o nulla hanno capito sull'"oggetto del contendere", anche a quei centri sociali che, come il Macchia Nera si considerano "non allineati" riguardo a polemiche spesso estranee alla pratica, al vissuto, al dibattito che attraversano ciascuna realta'.

Non abbiamo sicurezze da vendere. Se non quella che cercheremo di confrontarci al meglio delle nostre possibilita' sulla tematica della liberazione come gia' abbiamo iniziato a fare con le iniziative di questi giorni e con le prossime che abbiamo in programma sviluppando, tappa dopo tappa, il diritto a "dare voce ai senza voce" che i coristi vari della rilettura della memoria degli anni '70 vogliono esorcizzare, per affermare che la criminalizzazione dei movimenti antagonisti si nutre ancore, nel presente, delle stesse leggi emergenziali che portano nelle aule dei tribunali non solo i nomi di Sofri, Bompressi e Pietrostefani, ma quelli di molti compagni nonche' la storia del Leoncavallo come di altri centri sociali. Ne vorremmo parlare, quando saremo presenti all'incontro del 1 e 2 marzo a Roma al centro sociale ex Snia Viscosa.

Pisa, 21 febbraio '97, CSOA Macchia Nera "


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