LE CONSEGUENZE SUL MOVIMENTO


Con l’istituzione dei Carceri Speciali il movimento dei detenuti subì un colpo molto duro che richiese un lungo periodo di riflessione e di riorganizzazione silenzionsa; c’era il ricatto di essere trasferiti nei C.S., e questo rappresentava un deterrente.
Anche fuori, nel movimento esterno, il problema dei C.S. non viene capito immediatamente e non vengono messe in atto iniziative politiche adeguate. In questo momento di confusione un lavoro molto importante, addirittura decisivo, di puntuale e capillare controinformazione viene svolto dai familiari dei detenuti.

[i familiari dei detenuti politici verso la seconda metà degli anni ‘70 si sono organizzati in "comitato" per meglio portare avanti la denuncia della stretta repressiva che avveniva nelle carceri e per sostenere con maggior forza la lotta dei detenuti; inizialmente questa aggregazione era composta dai soli familiari dei prigionieri politici, ma successivamente anche da numerosi familiari di proletari detenuti. I familiari dei detenuti hanno avuto un ruolo importantissimo negli anni ‘70 e ‘80: costretti a girovagare per la penisola tra un carcere speciale e l’altro, ascoltavano dalla viva voce dei detenuti le terribili condizioni di vita cui erano sottoposti negli speciali ed anche loro subivano direttamente pesanti vessazioni e soprusi; la loro testimonianza è stata perciò, valido strumento di conoscenza e comunicazione. Per questa loro funzione di di impegno civile e democratico hanno subito una dura repressione in termini di denunce, arresti ed anni di carcere, allorquando lo stato in accordo con il sistema dei partiti ( con la connivenza anche dell’ opposizione ) ha deciso di attuare la rappresaglia di puro stile fascista contro familiari, avvocati e aree di sostegno alla lotta dei detenuti. L’importante funzione svolta dai familiari dei detenuti è stata un’ulteriore dimostrazione dei livelli di politicizzazione diffusi in moltissime aree sociali grazie alle lotte degli anni ‘70 che avevano contagiato ogni settore della società.]

Su questa situazione di disagio e di confusione si delineano varie proposte per reagire alla stertta repressiva. Anche in questo caso le proposte sono state molte, ma possono dividersi in due grossi blocchi:
- chi proponeva di investire le forze democratiche e portare la battaglia sulla "antidemocraticità" e anticostituzionalità del provvedimento che istituiva i C.S. (in realtà è una legge dichiaratamente contro la Costituzione italiana, ma non era la prima né la sola e non sarà l’ultima).
- chi invece riteneva che, ragionando sullo svolgersi dello scontro di classe più complessivo, valutando e prevedendo un inasprimento dello scontro e quindi un ulteriore innalzamento della repressione, bisognasse attrezzarsi ed affrontare la battaglia.

Le varie posizioni, come avviene spesso in questi frangenti, convissero ed operarono tutte nel movimento dei detenuti e di chi li appoggiava dall’esterno. In seguito trovarono maggior adesione quelle che erano più adeguate ad una situazione che realmente si muoveva verso un inasprimento dello scontro.


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