La storia del principio e della fine*
marcos.gif - 32377,0 K Subcomandante Marcos


Già da tempo il ieri era diventato vecchio e stava solo in un angolo del mondo. Da tempo ormai i più grandi dei, quelli che hanno creato il mondo, i primi, erano rimasti addormentati. Si erano stancati molto di ballare o di percorrere strade o di farsi domande. Perciò erano rimasti addormentati i primi dei. Avevano già parlato con le donne e gli uomini autentici ed erano fra tutti giunti all'accordo che si doveva continuare a camminare.
Perché è camminando che il mondo vive, così avevano detto i più grandi dei, quelli che hanno creato il mondo, i primi.

- Fino a quando continueremo a camminare? - si domandarono gli uomini e le donne di mais.

- Quando ricominciamo di nuovo? - si risposero le donne e gli uomini autentici perché così avevano appreso dai primi dei, che a una domanda si risponde sempre con un'altra domanda.

Dalla terra sono nati

Però alla fine i primi dei si svegliarono. Perché i più grandi dei, quelli che crearono il mondo, non possono restare addormentati quando sentono una domanda e allora si svegliarono e si misero a suonare la marimba e composero una canzone con le domande e ballavano e cantavano:
''Fino a quando continueremo a camminare? Quando ricominciamo di nuovo?".
E sarebbero ancora lì, a ballare e a cantare, se non che le donne e gli uomini autentici si irritarono e dissero loro che era stato bello il ballare e il cantare ma che volevano risposte alle loro domande e allora i primi dei si fecero seri e dissero:

- Fanno domande gli uomini e le donne che abbiamo fatto di mais. Non ci sono venuti molto saggi questi uomini e queste donne. Cercano la risposta fuori, senza rendersi conto che ce l'hanno dietro e davanti. Non molto saggi sono questi uomini e queste donne, sono come una pannocchia acerba - dissero i primi dei e dai che iniziarono di nuovo a ballare e a cantare e ancora una volta le donne e gli uomini autentici si indispettirono: va bene prenderli in giro, ma com'è che la risposta ce l'hanno davanti e dietro e i primi dei risposero che alle spalle e nello sguardo ci sono le risposte e gli uomini e le donne di mais si guardarono tra loro e tutti sapevano di non capire niente, però restarono zitti e i più grandi dei dissero loro:

- Dalla schiena hanno avuto inizio gli uomini e le donne di mais perché sono nati sdraiati e sono nati dalla terra, dato che sono di mais. Sulla schiena hanno iniziato a muoversi. La loro schiena resta sempre dietro al loro passo o al loro restare fermi. La loro schiena è l'inizio, il ieri del loro passo.

E le donne e gli uomini autentici non capirono molto però come l'inizio fosse già cominciato e il ieri fosse già passato, ma non si preoccuparono di ciò e ripeterono:

- Fino a quando continueremo a camminare?

- Questo è più facile da sapere - dissero gli dei che crearono il mondo -. Quando il vostro sguardo potrà guardare alle vostre spalle. Basta che camminiate in circolo, fino a fare un giro e raggiungere voi stessi. Quando avrete camminato abbastanza e sarete riusciti a guardarvi alle spalle, benché da lontano, allora avrete finito, fratellini e sorelline - dissero i primi dei mentre cominciavano già ad addormentarsi.

E le donne e gli uomini autentici furono molto contenti perché ormai sapevano che dovevano solo camminare in circolo fino a riuscire a guardarsi alle spalle. E trascorsero un po' di tempo così, camminando per raggiungere la loro schiena, poi si sono fermati un momento a pensare perché non smettevano di camminare e si dissero:

- Costa molto raggiungere l'inizio per arrivare alla fine. Non si smette mai di camminare e si prova molto dolore nel pensare a quando arriveremo all'inizio per dare termine al nostro passo -. E alcuni e alcune si scoraggiarono e così si sedettero, annoiati perché il cammino verso l'inizio per arrivare alla fine non terminava mai.

Saluto di addio del Vecchio Antonio

Però altri e altre continuarono a camminare molto volentieri e smisero di pensare solo a quando sarebbero arrivati all'inizio per raggiungere la fine e invece si misero a pensare al cammino che stavano compiendo e, siccome era in circolo, ad ogni giro volevano compierlo meglio e ogni volta che giravano, dato che il passo riusciva meglio, erano sempre più contenti e tanta contentezza dava loro il camminare che un bel po' camminarono e, senza smettere di camminare, si dissero:

- E' allegro questo cammino che siamo, camminiamo per fare migliore il cammino. Siamo il cammino perché altri camminino da una parte all'altra.
Per tutti c'è un principio e una fine nel proprio cammino, per il cammino no, per noi no. Per tutti tutto, niente per noi. Siamo il cammino, dobbiamo proseguire.

E per non dimenticarsi, disegnarono un circolo per terra e camminando in cerchio percorrevano e percorrono tutto il mondo, gli uomini e le donne autentici. Non finiscono né esauriscono la propria lotta per migliorare il cammino, per migliorarsi. Per questo gli uomini hanno creduto che il mondo fosse rotondo, però così è questa palla che è il mondo: non è altro che la lotta e il cammino delle donne e degli uomini autentici, che continuano a camminare e vogliono sempre che il cammino riesca meglio dei passi che lo percorrono. Camminando sempre, non c'è né inizio né fine nella loro camminata. Né possono stancarsi le donne e gli uomini autentici. Vogliono sempre raggiungere se stessi, sorprendendosi nel cercare alle spalle l'inizio e così arrivando alla fine del loro cammino. Però non lo troveranno, lo sanno e non importa loro. L'unica cosa che importa loro è di essere un buon cammino che cerca sempre di essere migliore...

Tace il Vecchio Antonio, però la pioggia no. Io gli stavo per chiedere quando sarebbe finita questa pioggia, però sembra che l'ambiente non sia propizio alle domande su inizi e fini. Saluto il Vecchio Antonio e me ne vado.

Esco nella pioggia e nella notte, anche se le batterie nuove della mia pila non riescono a distinguere l'una dall'altra. Il rumore dei miei stivali nel fango mi impedisce di ascoltare le parole di addio del Vecchio Antonio:

- Non stancarti domandando quando finirà il tuo cammino. Lì, dove il domani e il ieri si uniscono, lì finirà...

Mi è costato molto iniziare a camminare, sapevo che sarei scivolato nel fango più avanti, però, pur sapendolo, dovevo camminare verso questa caduta. Questa e le altre che seguiranno. Perché camminare è anche inciamparsi e cadere. E questo non me lo ha insegnato il Vecchio Antonio, me lo insegnò la montagna e, credetemi, l'esame non è stato per niente facile.


*Questa è una primizia per i lettori de La Jornada. Con l'autorizzazione della casa editrice Plaza & Janés, offriamo un anticipo del libro
"Dalle montagne del Sudest messicano"
che inizierà a circolare fra breve. Si tratta di un compendio delle opere letterarie del Subcomandante Marcos, di cui riproduciamo qui uno dei racconti - fino ad oggi inedito.

Tradotto dal Comitato Chiapas di Torino.



BACK