3.4. INTERVISTE ESEGUITE NEL MUNICIPIO DI TILA IL 25-2-1998


3.4.1. INTERVISTA REALIZZATA CON MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE “PAZ Y JUSTICIA”


Gli intervistati dichiarano che non hanno armi, che sono gente di pace.. Accusano i religiosi e gli stranieri come causa del conflitto, in concreto segnalano Don Samuel Ruiz di appoggiare gli zapatisti con il suo stipendio da vescovo. Dichiarano che cercano l’applicazione della legge e che non sono colpevoli della morte di José Tila.

3.4.2. INTERVISTA CON MEMBRI BASI D’APPOGGIO DELL’EZLN


Reclama l’allontanamento del gruppo "Pace e Giustizia" dal municipio visto che impedisce ad una parte della popolazione di uscire per andare ai campi a lavorare e realizzare visite ad altre comunità. Denuncia che solo i simpatizzanti del PRI hanno diritto al libero transito. Nella località si stanno producendo conflitti interni tra membri di "Pace e Giustizia", scontri che a volte finiscono in omicidi, che sono imputati alle persone che non sono d’accordo con questo gruppo.

Estratto dell’intervista
con un delegato delle comunità base di appoggio dell’EZLN
appartenente al municipio di Tila.


Il delegato denuncia che i componenti della Sicurezza Pubblica del municipio sanno i nomi degli assassini e si rifiutano di imprigionarli perché, secondo lui, "non è arrivato l’ordine del Ministero". La testimonianza relaziona che il giorno seguente l’assassinio di José Tila si realizzò una manifestazione di circa 800 persone appartenenti a 24 comunità del municipio di Tila, per ottenere l’espulsione pacifica delle forze di Sicurezza Pubblica.
Commenta che la popolazione delle comunità è stanca che il Governo non ascolti le loro richieste e sono disposti a prendere delle misure perché non vogliono continuare a farsi uccidere.

3.6. INTERVISTA CON LA SICUREZZA PUBBLICA A CERRO MISOPA, MUNICIPIO DI TILA,REGIONE NORD. REALIZZATA IL 21 FEBBRAIO 1998.


La comunita’ di Cerro Misopa contea alcuni membri di “Paz y Justizia” e di altre tendenze, all’entrata c’e’ il Distaccamento di Sicurezza Pubblica, giusto in cima ad una collina, in modo da poter controllare i dintorni. Poco prima della partenza e’ stata richiesta un’intervista con i comandanti del luogo. Dopo una breve attesa e’ stata concessa, pero’ con la proibizione di fare fotografie, riprese video. Si permise a tutta la commissione di partecipare, pero tutti vennero filmati e fotografati.
L’intervistato, che era il secondo ufficiale, inizio’ dicendo che la zona era tranquilla, che non c’era conflitto, che era stato nominato da poco ed era in questa localita’ da pochi giorni.
Ha consegnato alla Commissione il documento “Ne’ diritti, ne’ umani”, che gli avrebbe consegnato un signore di un’altra comunita’ e che ben serviva per comprendere la situazione della zona. L’ufficiale disse di non averlo letto, cito’ il caso di un fatto avvenuto, durante il quale morirono 8 persone e che tutto era citato nel documento di “Paz y Justizia”.
Ripete’ molte volte che il luogo era gradevole, molto calmo e che lui non era in possesso di informazioni, per averne di piu’ la commissione si doveva rivolgere alle autorita’ superiori a Tuxla Gutierrez (anche per chiedere il permesso di filmare). Disse che fare dichiarazioni senza permesso, gli poteva creare dei problemi. Alla domanda su che cosa fosse il gruppo “Paz y Justizia” rispose che era un gruppo civile, un soldato aggiunse che era una associazione civile. Spiego’ che, a causa del suo arrivo recente in zona non lo conosceva.... Disse anche che la presenza, nella zona della Sicurezza Pubblica era dovuta ad una richiesta della gente di far rispettare l’ordine e salvaguardare la sicurezza e che da quando lavorava in questo municipio non aveva ricevuto alcuna denuncia. In generale si sentivano accettati dalla comunita’, salvo che per una frazione che non li vedeva di buon occhio e che lui giudicava essere piu’ o meno la quarta parte della popolazione. All’uscita permise di fare alcune foto.

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