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AGGIORNAMENTI:
altre morti al confine di Ceuta e Melilla

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Assassinati dalla Guardia Civil
Due migranti uccisi al confine fra Marocco e Spagna

Nella notte di domenica 28 agosto, almeno 300 migranti subsahariani hanno tentato di passare la frontiera tra Marocco e Melilla (Spagna). Il piano era stato organizzato nel campo autogestito di "Gurugù" che sta nella foresta vicino alla frontiera. Con più di 50 scale fatte a mano e collegati con cellulari, iniziò "l'assalto" alla frontiera. All'inizio più di 70 avrebbero potuto scavalcare quando parecchia polizia militare spagnola (Guardia Civil) arrivò e scatenò la brutale repressione. Dopo 45 minuti di confronto (e con la pronta presenza della polizia marocchina) due migranti del Cameroon sono morti e ci sono molti feriti.

La vicenda è ora su tutte le prime pagine dei quotidiani spagnoli e il Ministro degli Interni probabilmente dovrà riferire al parlamento. Ieri ha avuto luogo (come tutti si aspettavano) un brutale intervento nel campo di nuovo con numerose persone ferite e detenute.

segue una molto rude traduzione del comunicato postato su http://estrecho.indymedia.org/

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Il confine di MelillaLa mattina del lunedi' 29 agosto è stata tragica. Due compagni dal Cameroon ci hanno lasciati ai cancelli che separano la Montagna Mariguari, in Marocco, dalla città di Melilla.

Noi eravamo numerosi, i poliziotti ci cercavano: è una lotta, una battaglia, come al solito. Ma lo scontro è impari, loro hanno gas che ci asfissiano, loro hanno pallottole di gomma. Hanno anche i proiettili veri, e talvolta li puoi udire nella notte. Noi abbiamo le nostre mani e i nostri piedi, e l'idea di non reagire. Cio' che è importante è il collettivo, e esso è la speranza che ci sostiene lungo la strada per l'Europa dalle nostre terre d'origine. Due, tre anni siamo stati su questa strada.

Le guardie hanno anche dei lunghi sfollagente, che cadono violentemente e velocemente sui nostri corpi, rompendo le nostre ossa e la nostra speranza. Alcuni di questi manganelli sono elettrificati, e puoi sentire il tuo corpo tremare, non puoi più respirare, e ti senti di morire.

Questo giorno è stato come molti altri. Questa volta non c'erano poliziotti marocchini, c'eravamo noi e la Guardia Civil spagnola. Molti di noi attraversarono il cancello, noi eravamo a Melilla, la Guardia Civil ha aperto una piccola porta e ci ha spediti indietro in Marocco. I poliziotti hanno rispedito indietro i feriti, i sani. E hanno anche rispedito indietro due corpi morti.

La notte era buia, noi avevamo paura che i militari marocchini sarebbero potuti venire e deportarci a Oujda (al confine con l'Algeria), completando il lavoro della Guardia Civil. Così ci siamo nascosti nella boscaglia. Solo al mattino abbiamo trovato il corpo di uno dei nostri fatelli, apparentemente morto. Noi abbiamo visto nella luce dell'alba le teste della polizia vicini al cancello, e abbiamo realizzato che qualcosa di terribile era accaduto. Un marocchino disse che c'era un altro cadavere.

Stavamo in piedi vicino al cadavere, facemmo un paio di telefonate, chiedendo aiuto, cercando di far capire, di rendere consapevoli, le autorità internazionali di quanto fosse successo. Qualcuno venne, vide e filmò e potrebbe testimoniare che stiamo dicendo il vero. Anche "Medici Senza Frontiere" ha visto le ferite e uno dei cadaveri, pure loro sanno che uno dei due morti aveva lo stomaco ferito. Perché allora tutto questo silenzio?

Noi, gli illegali come loro ci chiamano, coloro che non hanno voce, giuriamo sulla nostra dignità (perché, sebbene ci uccidono abbiamo tuttavia la nostra dignità come esseri umani) che noi fummo testimoni di come i nostri compagni sono stati colpiti fino alla morte, che i poliziotti spagnoli aprirono la piccola porta e gettarono i due corpi verso il Marocco, come se fossero cani.

E noi sappiamo che torneremo al cancello. Molti di noi stanno scappando dalla fame e dalla guerra, ma non abbiamo paura: benché tutte le istituzioni ci lascino soli, noi sappiamo che siamo esseri umani e che non abbiamo fatto niente, e che gli assassini non sono fra noi, e che almeno Dio sa tutto questo.

  • Chiediamo a tutte le organizzazioni sociali di sostenere questo appello per la giustizia.
  • Chiediamo a tutte le organizzazione che furono testimoni dei fatti di denunciarli.
  • Reclamiamo dal governo spagnolo il rispetto dell'articolo 157 della legge d'immigrazione.
  • Reclamiamo dal governo spagnolo la fine delle torture al confine tra Ceuta e Melilla.

Dalle associazioni di Migranti:

Vi inviamo il manifesto che abbiamo scritto se voleste firmarlo. Vi spieghiamo, durante la giornata di oggi (4 settembre 2005) verranno offerte diverse eucarestie (per richiesta esplicita dei compagni migranti del bosco, visto che i morti erano cattolici), in diverse chiese per i due morti di Melilla (oggi siamo quasi a una settimana dalla morte), in alcune chiese verrà pure letto questo manifesto. La parrocchia dei pescatori di Algeciras, tre parrocchie di Jaen, una a Villaverdea Madrid, persino una a Ceuto (dove però non si legger il manifesto).

Inoltre questo pomeriggio alle otto, tanto a Melilla come a Ceuta verranno portati fiori e candele all'alambrada, sarà solo un gesto, non molta gente per evitare problemi con la Guardia Civile, però ci piacerebbe che possiate aderire al manifesto per inviare successivamente una notizia ai mezzi di informazione. Bisogna continuare a fare pressione perché vengano aperte le indagini opportune.

MANIFESTO

Il giorno ventinove d'agosto del 2005, due migranti subsahariani che cercavano di attraversare la frontiera tra Melilla e il Marocco, vengono trovati morti. Secondo le testimonianze di quattro compagni degli scomparsi e di altre due persone marocchine, i migranti sono morti dopo aver attraversato il secono muro della frontiera, ovvero in territorio spagnolo, una volta intercettati dalla Guardia Civile. Queste dichiarazioni segnalano anche che i migranti sono stati brutalmente colpiti da alcuni agenti della Guardia Civile e poi, una volta che uno dei due era già morto e l'altro moribondo, i loro corpi sono stati gettati in territorio marocchino. Medici Senza Frontiere, che ha visto uno dei cadaveri, assicura che vi ha trovato segni di violenza, in concreto la traccia di una pallottola di gomma, di quelle in uso della guardia civile, sul suo petto. Fino al momento, la Guardia Civile ha ammesso l'esistenza di un morto e ha lasciato nelle mani della Gendarmeria marocchina l'incarico delle indagini. Visto che:

- il Marocco non è un paese democratico, dove i processi di indagine e le garanzie giudiziarie sono quasi nulle.

- Le buone relazioni tra i due paesi sono stabilite sulle base delle grandi somme di denaro che lo Stato Spagnolo da al Marocco per la militarizzazione della frontiera

- Le numerose denunce verbali alle organizzazioni socialiche i migranti hanno fatto di presunte torture ricevute da parte di alcuni agenti della Guardia Civile

- Inoltre, visto il recente disgraziato avvenimento di Roquetas en Almeria, dove un agricoltore è morto all'interno di una caserma della Guardia Civile. Per tanto:

- non crediamo che le forze di sicurezza marocchine né la Guardia Civile siano preparate per chiarire i fatti che accaddero quella notte

- chiediamo una commissione formata da distinti partiti politici e organismi internazionali che studino la situazione della frontiera tra Ceuta e Melilla

- chiediamo che cessi il trasferimento di fondi economici al Marocco nella concezione del controllo migratorio, fino a che questo non sia un paese dove vengono garantitti i diritti dei migranti in transito e degli stessi cittadini.

Potete aderire nella pagina di indymedia estrecho
http://estrecho.indymedia.org
http://estrecho.indymedia.org/newswire/display/15291/index.php


Precedenti articoli di Border=0 sul confine Marocco/Spagna e l'Europa del Sud:
IMMIGRAZIONE AI CONFINI MERIDIONALI DELL’EUROPA
SGOMBERO DEI MIGRANTI IN LOTTA IN CATALOGNA



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