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da:
http://italy.indymedia.org/news/2004/03/512966.php
Storie
di ordinaria repressione razzista
da
due giorni violenze sui rom davanti alla
casa di via adda
Sabato
27 marzo, ore 13
Una pattuglia dei carabinieri chiede i documenti
ad un rom occupante di via Adda, nei pressi
della casa. Lui gli mostra la richiesta
di asilo politico, loro gliela strappano.
Allora interviene una ragazza di 25 anni,
anch'essa occupante, per chiedere spiegazioni.
Allora i carabinieri la aggrediscono, la
insultano, la ammanettano, le sbattono la
faccia contro il cofano della macchina.
Ma gli abitanti di via Adda vedono ed escono,
vanno in soccorso dei due loro compagni.
I carabinieri hanno paura e scappano riuscendo
a portare con loro il rom, ma
"dimenticando"
la ragazza ammanettata.
Le
prove sono in via Adda, sia il rom, sia
la ragazza rumena che... le manette, comprensive
di chiavi! sì, perché, nel
frattempo, i carabinieri ce le hanno consegnate
nel tentativo di ottenere indietro le manette
e mettere tutto a tacere. Ma il consiglio
di via Adda ha deciso che le prove dellaccaduto
rimanevano in via Adda. I carabinieri se
ne sono andati e, da allora, non si sono
fatti più vivi.
Domenica
28 marzo, ore 14,30
Questa volta è una pattuglia
di polizia ad agire. Due ragazzi di 14 anni
vengono fermati davanti alla casa. Loro
dicono che i documenti sono in casa con
i genitori e si rifiutano di seguire i poliziotti
in centrale.
La polizia allora cerca di prenderli con
la forza e portarli via, spuntano di nuovo
le manette. E di nuovo le botte. Quando
le donne di via Adda e tutti gli abitanti
escono a soccorrere il minore, il poliziotto,
con la testa del ragazzo sotto lo scarpone,
spara due colpi di pistola.
Dopodiché la scena sembra la stessa
del giorno prima: i poliziotti se ne vanno
e, sembra incredibile, lasciano sul campo
ancora le manette, i bossoli dei due colpi
sparati. I minori sono tuttora in ospedale.
Non
ci credete?
Per
il momento aggiungiamo solo che siete tutti
invitati alla conferenza stampaassemblea
di domani pomeriggio, alle ore 17, davanti
alla casa occupata (dove parleranno le testimonianze
umane e... non solo) e al presidio di martedì
pomeriggio, a partire dalle 18, perché
in pochi o in tanti, crediamo che sia giusto
schierarsi con questa lotta, dicendo NO
a questa schifosa violenza, e SI al diritto
ad una casa per tutti, contro ogni tipo
di razzismo.
Abbiamo occupato via Adda proprio per questo.
Il
consiglio di via Adda, Milano 28 marzo 2004,
ore 21
Sgombero
a via Adda?
dall'Ambulatorio
Medico Popolare
I
Rom che occupano lo stabile di Via Adda
da qualche giorno sono vittime di provocazioni
continue da parte delle cosiddette forze
dell'ordine -dai carabinieri ai vigili-,
molto probabilmente orchestrate ad arte
per poter "incidere il bubbone"
(come ha scritto qualche giornale). Il risultato
di questi quattro giorni di follia sono
una ragazza sanguinante e dimenticata ammanettata,
spari in aria, due ragazzini di 12-13 anni
pestati e ricoverati al pronto soccorso,
pericolosissimi secchi e scope sequestrati
dagli zelanti vigili. E una ben studiata
campagna stampa e tv di odio e menzogne
colossali.
Così
adesso si può invocare lo sgombero
imminente. Questa l'oscena proposta di "soluzione"
presentata dalla giunta Albertini: - Un
campo di container con sbarre alle finestre
recintato da un muro alto tre metri e ben
guarnito di filo spinato, campo che sarà
militarizzato, a detta della "signora"
Maiolo che promette rigidissimi controlli
in entrata e in uscita - Brandine in fila
in un dormitorio - Famiglie smembrate: uomini
in dormitorio e container, donne e bambini
in comunità. La "signora"
Maiolo parla di tutto ciò al tg3
come se fosse una cosa normale, come se
non si parlasse di persone e di affetti
ma di oggetti o di bestiame
Una
proposta vergognosa e incivile per chi,
come i rom di via adda, in quella casa occupata
vive nelle condizioni più dignitose
(può sembrare assurdo ma è
così) che gli siano capitate da cinque
anni in qua, tra baracche, roulotte, tendopoli
via via demolite dal comune: hanno un tetto
vero sopra la testa, acqua, luce, stufe.
Ma
che degli immigrati, e per di più
rom, decidano di vivere in una casa vera
e non in dormitori e container ad arbitrio
della benevola giunta, questo non tollerabile!
Non sia mai che diano il cattivo esempio
a tutti quelli che a Milano stanno diventando
pazzi per trovare una casa, a tutti quelli
che abitano a strati, che sono via via costretti
a cercare casa fuori (e molto fuori) citt
perchè ormai un monolocale costa
di affitto più di uno stipendio.
Non lasciamo soli i rom di Via Adda, la
loro lotta, le loro ragioni e i loro diritti
sono gli stessi nostri.
Ambulatorio
Medico Popolare
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